Un bel mestiere quel del carrettiere
chiosava a squarciagola il condottiero
del carro coi cavalli bene in forze,
gli zoccoli bendati dalle gomme
a protezione così dei loro ferri
e copertoni d'auto sulle ruote,
per carichi onerosi per il peso,
trasporto merci al tempo d'ogni tipo,
erano i tir d'allora assai di moda,
il carro in legno duro per trasporto,
parti portanti solidi e ben forti.
Dormiva il galessiere sul suo carro
e si racconta ch'anche gli stalloni
dormivano sui piedi nella sosta,
in ogni caso stavano in allerta,
con carichi pesanti di mattoni,
e tufi delle cave di Lucania,
per i cantieri edili delle imprese.
Il carrettiere mai li trascurava
e dei cavalli carezzava il manto,
le gambe ed i garretti sempre lindi.
Paglia ed avena il cibo preferito
perchè la forza non venisse meno,
con scrocchio della frusta e via su strada.
Compenso a patto prima di partire
col carro il padroncino s'avviava
di buon mattino chè il buio diradava,
mangiava sul suo carro pane e cacio
e nel viaggio che durava a lungo,
dormiva alla locanda di quel borgo,
col sole e con il vento e la tormenta,
fermava il suo cammino all'osteria
per rinfrancarsi al calice di vino
e ristorar la gola da fatica.
Cantava sul suo carro alla morosa,
sfibrante quel lavoro alle stagioni.
Poco restava con la sua famiglia
e faticava tanto con la briglia.
Lorenzo 4.4.22
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