sabato 15 novembre 2014

Critici


(semiseria)

ti mettono a nudo sulla pagina-lenzuolo
ravvivano il grido di luce
della parola sofferta
concepita nelle viscere
ove hanno asilo le lettere del sogno
vanno con la lente fino
all'intimo pertugio
ti spellano rivoltano
risalendo al lampo
della musa
dove regna la parola annunciata
hanno l'aureola da edotti
sotto i soli bianchi delle lampade

sabato 13 settembre 2014

Vita di mare



essere circoscritto
nel tuo spazio ti sta stretto
assumere come l'acqua
la forma
del suo recipiente ti deprime
aneli come la sorgente
alla sua foce
amalgamarti coi fondali marini
conoscere
l'alfabeto dei pesci
gli anfratti i fatti
del giorno dispute e amori
coordinate d'una
vita di mare in divenire
le tempeste che tengano
l'anima tesa sul grido
come achab

sabato 2 agosto 2014

Nuvole vaghe



le nuvole vaghe a guisa di pegaso
o capra e in pacato risveglio
il sangue del tuo ieri connesso
alla vista del bimbo nel levarsi
dei piccioni in volo davanti
ai gridolini acuti e
più a lato
della piazza il vecchio
in carrozzina
tornato bambino a ricordarti
l'esistere parabola
di carne
nel pulsare dell'universo
e il conto degli anni
i voli pindarici del
sognare

martedì 15 luglio 2014

Piccolo e dolce fiore mio

© Fotografia Monica Corda

Un anno fa
esattamente ora
al mondo apristi gli occhi
piccolo e dolce fiore mio
Dalla vita e dall’Amore
dono inestimabile
mi fu concesso
e fosti subito
palpito al cuore
essenza e ragione
forza ed energia
dell’anima mia
Luminosa ti sia la strada
lungo la verde pianura
plana
fiere e pure siano le tue ali
Intanto al cielo canto
l’infinita gioia
e sussurri d'inventate
ninne nanne
perdendomi nel mare
degli occhi tuoi amanti

Auguri al mio nipotino Samuel

© Gelsomina Shayra Smaldone

giovedì 3 luglio 2014

Si o' cielò me avessè ritt

Fotografia © Paolo Scarano

 

Si o' cielò me avessè ritt
ca me truvava ‘na spina dint’o all’anema
accussì grossa
nun l’avess mai crerut
E mo’ sto cà annanz a ‘stu purtone chiuso
pe’ bussa’ a  ‘u  core tuoje ‘nserrat
Nun me ricord chiu’ da quanno aspetto
ca tu
ammore mio
me dice ‘na bucìa
aprenneme ‘sti port
Chiove e fa fridd
e mentr 'a gente passa guardannm curiosa
Ijo nun me move e tengo ’o punt
ferm comme chi aspett ‘o  sole
doppo ‘na iurnata nera

***
(La traduzione letterale non sempre rende il giusto suono alle parole pronunciate in vernacolo, io ci ho provato...)


Se il cielo mi avesse raccontato
che mi sarei ritrovata una spina nell'anima
così pungente
non gli avrei mai creduto.
E ora sto qui, davanti a questo portone chiuso
a bussare contro il cuore tuo serrato
Non ricordo più da quando aspetto
che tu
amore mio
mi racconti una bugia
aprendo queste porte
Piove e fa freddo
e mentre la gente passa guardandomi incuriosita
io non mi sposto, resto inchiodata,
ferma, come chi aspetta il sole
dopo una giornata nera.

 

© Gelsomina Shayra Smaldone
 

 

 

 

Passione mia

Fotografia © Beppe Ranieri

 

L’infuocato vento della passione mi ha reso come sono, forte nelle mie debolezze, impavida verso le mie paure e impulsiva quando l’ingiustizia mi cade addosso come una valanga.
Scrissi un tempo “ Sono vento e nostalgia, sono tuono e armonia, non puoi seguirmi se non sei onda”.

Sosto ad ammirare l’orizzonte, il mistero di quella linea che mi separa da chi stringo nel tumulto del cuore.
Attendo per ore il miracolo di una risacca che mi riporti una voce, una presenza.

La passione è vita, amore, è forza che si rigenera, scavando fra le piaghe del cuore, serrando i pugni e ingoiando sale, nella fragilità del mio essere umano. In un devoto e dignitoso silenzio la gola trattiene ogni suono, solo un segreto urlo mi esplode dentro:

non mi arrendo finché vivo!

© Gelsomina Shayra Smaldone

Love's power (Il potere dell’amore)

Fotografia © Rita Camicia

 

Forza prorompente e inarrestabile l’Amore
Avanza incessante
e impavido varca gli appennini del cuore
fino a raggiungere la cresta più alta
Sfiora il cielo con le dita
rendendoti libero e vivo
Come aquila reale plana dalla cima dell’anima
fino a lambire la verde pianura e poi
giù fino all’onda leggera e impetuosa
lungo il glorioso abbraccio fra riva e orizzonte
nell’oro e nel fuoco della vita
ti sentirai re dell’universo

Buona vita a voi figli miei!

 

© Gelsomina Shayra Smaldone

Scrivo perché ho bisogno di parlarti

Fotografia © Adolfo Valente

Non mi è concesso altra possibilità o modo di parlarti se non questa di scriverti, anche se probabilmente non leggerai…

Sono anni ormai che hai recluso il tuo cuore in una fortezza innalzata da un muro irto e invalicabile di silenzio e rifiuto. Credi di aver recintato la tua anima in un luogo sicuro, protetto e inaccessibile da ciò che ritieni, ingiustamente, nocivo, senza riflettere che le mura spesse, di cui ti sei circondato, non rappresentano un bellissimo castello ma solo una grigia prigionia. Quante grate ti annebbiano la vista del sole! E quante volte, immagino, ti sei aggrappato a esse pur di non varcare la soglia della tua negazione, pur di sostenere il tuo credo, così testardo, sordo, muto e cieco!

E’ appena il caso di ricordarti che la vita non è facile, si sa, non lo è per nessuno, ed è più breve di quanto immaginiamo; ci trae in inganno, illudendoci di avere tempo, di poter rimandare a domani ciò che dovremmo compiere oggi. Il presente, purtroppo, si trasforma in passato molto velocemente, poi non  resta altro tra le mani che lo sgomento e il rimpianto! Trovo alquanto inutile, quindi, soffermarmi su una lezione che l’esperienza e la maturità avrebbero dovuto già insegnare…

Ti esorto a vivere, a spezzare le insostenibili catene della tua buia cella. Incedi finalmente verso il cielo, guardalo e oltre le nubi scorgerai l’azzurro. Abbandona il tuo orgoglio, sii umile e comprensivo, dimentica ciò che non potrai mai cambiare. Comincia a credere nelle persone, soprattutto in quelle che ti amano, nonostante la nebbia degli anni ha offuscato la loro immagine. Sarai libero e sereno, troverai la pace che tanto cerchi.

Ti regalerai l’Amore e ne riceverai, dolce stupore, balsamo guaritore, oblio eterno di antiche ferite.

Anch’io, sai, porto nel cuore solchi profondi, sanguinano di notte più del giorno, eppur attendo il passo e il palpito a me caro più della vita e di quel che ne resta.

Sono un’ombra sottile fra la pioggia fine e incessante che non s’arresta dinanzi al lampo, sosta talvolta a volgersi per scorgere il miracolo. Puoi vedermi, se vuoi, e raggiungermi prima che m’allontani nel bosco dell’umano nulla.

Sii felice tesoro mio, scegli l’alba ancor prima del tramonto.

Con infinito amore

© Gelsomina Shayra Smaldone

 

 

 

sabato 7 giugno 2014

Entrando in un sogno lucido

(con la visione dilatata di gatta che si stiracchia)

le fauci spalanca la natura animale in enorme sbadiglio
della tigre di blake a ricordare la geometria felina
dinanzi agli avanzi della sua preda sanguinolenta
nella solitudine lucente tinta dalla cenere rossa del tramonto
pancia all’aria nella conca del sole     occhi socchiusi impastati
dell’ultima luce in un tempo sospeso     un silenzio
che disegna l’atavica forma aperta del grido

sabato 10 maggio 2014

Giorno

Cos’è mai un giorno? Arco di tempo di ventiquattro ore, comincia all’alba, termina cedendo il passo al tramonto e poi alla notte. E’ un compasso che crea un cerchio, si apre, si chiude e si ripete.
Un giorno speciale può essere un semplice giorno, uguale a tutti gli altri, dipende da quanto Amore hai nel cuore e da quanto ne puoi ricevere in dono, sorprendendoti!
© Gelsomina Shayra Smaldone

Quel senso di


aspettando sempre qualcosa

qualcuno:

in attesa giungano da un dove

riconoscibili

un nome una voce -

quel senso

di sperdimento quando la vita

è a chiederti

dove sei tu



quel senso di…



aspettandoti -
aspettando di nascere

sabato 12 aprile 2014

IN SOGNO RITORNANO

[ispirata nella notte del 25.3.07]

in sogno sovente ritornano
amari i momenti del vissuto
che non vorresti mai fossero stati
si affaccia nel tuo sogno sudato
quel senso di perdizione
incarnato nel figlio
prodigo che fosti
emerge dai fondali
dell’inconscio dove naviga il sangue
e tu non puoi disfartene 

sabato 15 marzo 2014

Alberi che camminano

[ispirata a un intervento di Erri De Luca per Emergency]

a Madre Teresa
e altri ‘grandi’ fino a Gino Strada

il cieco della parabola vide
quel giorno
allucinate figure
uomini a forma d’alberi
che camminano

oggi dallo scrittoio del cuore
vorrei dirti gino
che insieme a te si alzano
dalla radice del bene

alberi che camminano
anche se
quasi nessuno li “vede”: santi
di questo tempo

venerdì 21 febbraio 2014

Aforisma - Il silenzio

Anche il silenzio é un mio modo di comunicare...rispetto, ovvietà, timore, dolore, dignità, preghiera. E' un manto che stendo sul viale della vita, dove ognuno, se vuole, può accedervi.

sabato 15 febbraio 2014

NON RICORDO

Non ricordo

-e gli esecrabili
delitti e la vita
tradita?
e il sangue innocente?

-non ricordo: in verità ti dico
l’Albero di sangue
virgulto di mio Figlio
il Giusto
si è ingemmato

ed espande nei secoli
le sue radici

in un abbraccio totale

sabato 18 gennaio 2014

Il raggio verde

IL RAGGIO VERDE


[ad Agnes (Madre Teresa)]

filtra raggio verde
dalla porta
della conoscenza

vi accede l’anima
assetata in estasi

sanguinando amore

sabato 4 gennaio 2014

La condanna

(a tutti i carcerati e alla loro metà)


bianco urlo dell'altra metà del cielo

(tempo scandito
a elaborare:
due prigioni – di qua di là
delle sbarre
-patteggiare dell’essere
con lo stillicidio che squaderna le ore)

dal fondo del mondo
luce ferita dove è terra
di nessuno

dove il cappio
oscilla