sabato 24 novembre 2012

La violenza sulle donne

Articolo pubblicato sul sito La Mente e Il Cuore

 

 
Nell’attuale società i diritti, il rispetto, il valore della vita, sono continuamente calpestati, regnano per lo più sovrani e insufficientemente contrastate forme di malsani comportamenti.
 
Il concetto di appartenenza, che dovrebbe confluire tutti gli uomini verso un unico scopo, il Bene, quale virtù che onora la persona e le sue azioni, affonda lentamente oltre l’orizzonte umano in un doloroso declino, un tramonto dell’essere che non vedrà mai più l’alba della sua stessa esistenza se la ragione, la morale e l’Amore non li annienteranno definitivamente.
 
La violenza sulle donne è fra le azioni più indegne e deprecabili che un uomo possa commettere. I maltrattamenti di cui è mostruosamente capace si diramano e colpiscono diverse sfere, fisica, psicologica, sessuale. 
 
Ognuna rappresenta una ripugnante e affilata lama che infierisce senza riserva di colpi colei che, secondo un antico proverbio, non deve e non può essere sfiorata nemmeno con un fiore.
 
Pochi rispettano l'integrità fisica e morale delle donne!
 
Le statistiche attuali inorridiscono, infatti, in Italia viene uccisa una donna ogni 2 giorni e 7 donne ogni giorno subiscono violenza dagli uomini.
 
Si potrebbe raggruppare la sottospecie dei violenti in due categorie,i più leziosi compiono abusi psicologici,  i più forzuti le picchiano.
 
Il silenzio e la vergogna
 
Un fenomeno che accade spesso è il silenzio in cui si rifugiano, da un lato le donne maltrattate e dall’altro gli uomini che maltrattano, ma le ragioni appaiono palesemente differenti; le prime non rendono manifesta la violenza, gli altri che si macchiano di tale crimine, spesso ostentano al mondo una facciata ben diversa dalla realtà, confortati soprattutto dalla mancanza di denuncia da parte delle loro vittime e di chi molto frequentemente sa e zittisce!
 
Le ragioni del silenzio e della vergogna
 
Affondano in radici ataviche le motivazioni che inducono una donna a subire maltrattamenti. Ricordiamo, non me ne vogliano i lettori, che, sebbene il genere maschile si diversifichi, l’uomo è nato maschilista fin dal tempo delle caverne, periodo in cui la clava non rappresentava soltanto un’arma per procurarsi cibo. Da quel lontano tempo a oggi, per alcuni, la vita si è evoluta e con essa l’umanità, per altri sussiste ancora una situazione di stallo comportamentale, che esprime una latente mentalità maschilista.
 
La nostra epoca si differenzia di poco dalle precedenti, giacché continua a raccogliere incredibili violenze tra le mura domestiche, complici inconsapevoli sono le stesse donne che decidono di non denunciare gli abusi, nella speranza che qualcosa cambi, che l’uomo cambi, intanto il tempo passa…
 
Si associano alla rinuncia di parlare e agire numerose motivazioni, la paura di essere trovate e massacrate, la mancanza di un tetto, di un sostentamento per i figli, per se stessa, l’intervento dei familiari che non sempre sono d’aiuto.
 
Quante volte abbiamo udito madri o suocere ripetere “ pensa bene a quel che fai…pensa ai tuoi figli… senza un padre…pensa a cosa dirà la gente…in fondo è un brav’uomo… è il lavoro che lo stressa…sii paziente… cambierà… hai una bella casa… i problemi si risolveranno…”
 
E’ d’uopo, a questo punto, chiederci se anche loro hanno ricevuto lo stesso trattamento, se frasi e consigli  come questi rappresentano un bene o un male?
 
Pensare bene? Certo! I figli? Starebbero sicuramente meglio senza dover assistere a scene di violenza che incutono timore e orrore! La gente? Chi è? In fondo è un brav’uomo? Davvero? Il lavoro lo stressa?
 
Perché il lavoro e i gravosi impegni di donna e madre non stressano? Essere paziente? Non si tratta di pazienza! Una bella casa? A cosa serve una bella casa se ci sanguino dentro e tremo solo all’idea che vi faccia ritorno? I problemi si risolveranno?  Allora i miracoli esistono? E quando? Quando mi troveranno morta?
 
Così risponderebbe una donna se trovasse il coraggio di parlare, di superare la vergogna e il disonore che aggravano le sue paure.
 
Che cosa è cambiato?
 
Una delle leggi predominanti che governano i branchi dei leoni è che solo le leonesse cacciano, lasciano i cuccioli alle femmine più giovani, mentre il maschio sonnecchia. La preda catturata spetta al capobranco che si ciberà per primo, dopo potranno sfamarsi anche le leonesse. Una norma, questa, che è diretta verso un unico fine, la sopravvivenza e la protezione della specie, grazie alla forza del maschio.
 
Solo le fiere possono esigere tale diritto!
 
Meno di un secolo fa la donna non sedeva a tavola con il marito, solo dopo che egli aveva terminato il pasto poteva nutrirsi, purtroppo questa cultura é ancora oggi presente in molto paesi.
 
Meno di un secolo fa la donna e precisamente fino al 1946, non aveva diritto al voto, era suo compito sfaccendare a casa, crescere i figli e doversi stupire piacevolmente al rientro del marito-padrone, sottoporsi ai suoi desideri, in quanto bene di proprietà e quindi sempre disponibile, senza privilegio d’appello e replica, per poi, caso mai ricevere calci e pugni alla fine della giornata.
 
Altro suo doveroso compito contemplava la tacita accettazione che il proprio uomo frequentasse altre donne,  poiché impedito dalla pseudo morale, ottima scusante, o per colpa della donna che rifiutava le sue specifiche richieste. Chissà perché?
 
Potremmo dedurre quanto sia stato difficile abbandonarsi fra le sue braccia dopo  i colpi ricevuti nel corpo e nello spirito? Forse non gli crede quando, in lacrime, le chiede “perdono, non lo farò mai piu’” mentre le accarezza il viso tumefatto e ancora sanguinante? Sarà stato ed è tutt’oggi per queste ragioni?
 
Il seme della violenza
 
I motivi della violenza provengono da diversa natura: psicologica, caratteriale, culturale, religiosa, patologica e così via, ma la ragione principe potrebbe nascere da una trasmissione molto comune, un tipo d’ereditarietà comportamentale.
 
La statistiche confermano che l’uomo violento é per lo più colui che ha assistito ad abominevoli abusi sulla propria madre e conseguentemente su se stesso. Un triste ciclo che si ripete.
 
Il seme della violenza cresce e si dirama e, qualunque siano le cause, i media e le testate giornalistiche sono diventati bollettini di guerra.
 
La posizione della società 
 
Le leggi vigenti hanno applicabilità solo in caso di denuncia, di lesioni gravi o mortali e le forze dell’ordine sono in grado di fare ben poca cosa se non é manifesto un atto d’accusa.
 
Le pene applicate e le manette spesso sono insufficienti se non, preventivamente o contemporaneamente,  accompagnate da risorse sociali, come i centri d’ assistenza, d’incontro, nei quali le sedute, il contatto psicologico possa creare una formazione, una cultura, un’educazione che insegni quanto l’intimazione e l’intimidazione non può e non deve rappresentare un diritto da esercitare per risolvere i conflitti interiori, interpersonali e familiari.
 
Il rimedio
 
E’arduo enunciare quali e quanti siano i rimedi da applicare contro la violenza e la sua prevenzione. Tutti auspichiamo che il mondo si risvegli dal suo torbido torpore, che resusciti una sana coscienza, fondata su solidi principi, quali il rispetto per la vita, la civiltà, l’Amore, unici e preziosi beni rivolti alla pace, alla serenità, al benessere comune.
 
L’uomo ha la capacità e la grandezza di stupire con le sue mani e con la sua mente, purtroppo è capace di macchiarsi, attraverso questi, anche di azioni deplorevoli, indegne e infime.
 
Vorremmo poter credere solo nelle doti dell’uomo, perché giunga presto il giorno in cui nessuna donna soffra a causa sua.
 
 
 

 

giovedì 1 novembre 2012

La quercia

La quercia

Posted by: Ultimo0 in Poesia d'amore

Ultimo0

Versi a seguire la poesia  Sigillo d'amore  di Stregattablu

T’infondo il mio respiro
sia vento imponente
avverso l'indomita tempesta

Serro i pugni
contro il tempo crudele
l'abbraccio impietosa
ché non spezzi il delicato giunco

Il sole regna sull’orizzonte
le mie mani di marmo
continuano a sostenerlo alto
là dove regna Dio

So che m’ascolti mamma
aggrappati a me
al sudore asciutto dei miei occhi
tua impronta indelebile

 

© Gelsomina Shayra Smaldone
 


Sirio

Grafica di © Runa

 


Tornano in alto ad ardere le favole
dolce armonia di stelle e luna
Mormoro melodiche parole all’infinito
fiamme ardenti delle mie vene

Senza il velo dell' illusione
cadranno colle foglie al primo vento
le forme illusorie nei giochi di luce
e il sogno non mi ruberà più niente

Ma venga un altro soffio
ritornerà scintillamento nuovo
l'alito si posa
sull'incantevole essenza del tuo respiro
e m'illumina dentro

ancora

 

* i versi in corsivo sono di G.Ungaretti

© Gelsomina Shayra Smaldone

16/8/2012

Veli d'aria

Fotografia © Paolo Scarano

 

Avvolta in veli d’aria
in abissi di pensiero
fremo al mutar del sole

Inchiodata a muri di pianto
corrugo gli occhi
al tempo inconciliabile
di contrarie correnti

Ferirmi non devi
nel costato straziato
da anisotropi dolori
confini del mio vivere

Nata vento e malinconia
rugiada ed allegria
dell’universo sono stanza

Oltre il mio corpo
sognami

Al di là dell’anima
sussurrami
 

5 maggio 2008

© Gelsomina Shayra Smaldone

domenica 7 ottobre 2012

I girasoli di Vincent Van Gogh

Il mio articolo pubblicato nella sezione "La Finestra sull'Arte" sul sito La Mente e Il Cuore

 

 
Vincent Van Gogh, pittore tra i più amati d’ogni tempo, ha segnato con la sua arte creativa, raffinata, geniale, uno dei periodi più incisivi e innovativi della storia.
 
Amò la pittura fin da giovanissimo, nel 1875, appena ventenne si trasferì a Parigi. Lavorò come impiegato presso la casa d'arte Goupil, dedicando molto tempo alle visite di musei e gallerie d'arte.
 
La sua estrosità è ben nota come le ragioni per le quali fu definito un genio pazzo e incompreso.
 
Realizzò molti quadri, disegni, acquerelli con svariate tecniche, ma la sua arte fu apprezzata solo dopo la morte, come spesso accade ai geni.
 
Van Gogh inizialmente si sentiva  attratto dalla vita dei contadini, dal loro lavoro,dal dramma dei minatori. Gli interessava trasmettere, attraverso i colori della sua pittura, il dolore e il sacrificio, per questa ragione, dipinse tele dai colori cupi. In seguito, prenedendo spunto dall’impressionismo, considerò la natura come  elemento ispirativo, poiché soggetto capace di stillare emozioni, sensazioni e sentimenti. L’impressionismo di Vincent traduce la visione del paesaggio ogni volta con diverse tonalità, vari attimi, tutti differenti ma sempre in armonia con l’intero contesto ambientale.
In trent’anni di ricerca estenuante dell’intensità e della trasmissione visiva della realtà si apre un nuovo varco in lui e nella storia dell’arte. Creò, attraverso diverse tecniche e motivi, una corrente artistica  originale e rinnovativa, l’Espressionismo.
 
L’espressionismo  tende a esaltare, con marcato vigore, più la proiezione emotiva della realtà che quella percettiva. 
 
La passione e la volontà energica lo spinse a dipingere con uno stile che si avvicinasse il più possibile al vero, impremendo, attraverso i colori e le particolari pennellate, una forma ben costruita e reale.
 
Dedicò l’intera vita a trasferire sulla tela la natura come arte raggiante e filo conduttore di sentimenti umani, rappresentati nella loro limpida realtà.
 
Il suo stile
 
Miscelò colori e pennallate a strati densi, dando vita a una tecnica superlativa, espressione di un  fantastico mondo pregno di luce e speranza, contraddizione di uno spirito inquieto,ossessivo e malinconico.
Ogni espressione della natura era fonte d’ispirazione e ragione per  avvertire sensazioni intense da trasferire sulla sua tela, distaccandosi completamente dalla sua visione personale, cosicchè il quadro raffigurasse essenzialmente le reali sembianze. Ogni gesto della sua mano imprimeva alla tela un continuo crescendo e diminuendo del mutamento "dell'attimo" , nella percezione emozionionale di un breve momento in cui nulla doveva disperdersi. 
 
Amava fare lunghe passeggiate alla ricerca di paesaggi, di colori e forme da trasfrormare in pennellate ricche di espressione.Credo fu così che s’innamorò del girasole.
Fiore dal lungo e podesoro gambo, con una corona di petali color del sole, verso il quale si protendeva continuamente, in cerca di calore, di luce, vita campi coltivati, lunghe distese di verdi prati.
 
Il bisogno interiore di fermare il tempo , di possederlo per poi trasferirlo sulla tela lo rendeva infelice e impotente.
 
In una delle tante lettere indirizzate al fratello Theo, scrisse :"Avevo notato che i tronchi giovani erano solidamente radicati nel terreno, e ho incominciato a dipingerli con il pennello; ma poichè i tocchi si confondevano a mano a mano con l'impasto del suolo, ho spremuto allora direttamente il tubetto sulla tela. In un certo senso sono felice di non aver imparato a dipingere: forse avrei imparato a trascurare un effetto del genere". Poi: "Mi sono sistemato con il foglio bianco davanti al punto che colpisce la mia attenzione, guardo quello che ho dinanzi agli occhi e mi dico: questo foglio bianco deve diventare qualcosa; torno a casa insoddisfatto, lo metto da parte, e quando mi sono un po' riposato vado a guardarlo in preda ad un'angoscia indefinibile. Sono sempre insoddisfatto, perchè ho ancora troppo nitido nella mente il ricordo di quello stupendo angolo di natura"
 
I girasoli
 
Il nome di Van Gogh è legato inscidibilmente ai girasoli, un fiore che rappresentò per l’artista un particolare significato. I colori più amati furono il blu e soprattutto il giallo, raffigurazione del sole, di calore, luce,  amicizia e speranza. 
 
Gli amanti della pittura associano per antonomasia i girasoli al nome di van Gogh. Furono, infatti, uno dei soggetti preferiti di Van Gogh, presenti già in alcune delle tele realizzate a Parigi.
Durante il soggiorno in Provenza l'artista dipinse quelli destinati a divenire i più celebri. Il quadro qui riprodotto è conservato presso il Philadelphia Museum of Art di Philadelphia.
 
 
E’ in assoluto il più conosciuto e amato fra i numerosi quadri di girasoli che Van Gogh realizzò nel 1888.
 
Il dipinto si presenta con lo sfondo giallo apparentemente uniforme, ma dopo un attento esame dell’insieme si notano  pennellate ampie che si intersecano orizzontalmente e  verticalmente, dando l’impressione ottica di un cesto di vimini. 
 
Il tavolo,sul quale poggia il vaso, é color arancio scuro, si divide dallo sfondo mediante da un’accentuata linea blu. 
Si dedicò a questo capolavoro con profonda passione e, nonostante, cercasse di lavolarlo più in fretta possibile pur di non perdere il susseguirsi della realtà che mutava, i girasoli appassivano rapidamente.La caduta dei petali era inevitabile, i semi ormai privi di corolla costrinsero l’animo del pittore a impremere un colore arancio più scuro e denso. Il risultato fu eccellente, plasmò un evidente contrasto con la conformazione sfilacciata dei fiori, attraverso una tecnica di spennellate  più scorrevoli e fluenti.
 
L’attimo
 
Il quadro permette di comprendere la sublime raffinatezza della rappresentazione e la  rilevante importanza per l’artista di cogliere, ad ogni costo, l’attimo nel suo susseguirsi;  infatti  i girasoli sono raffigurati in ciascuna fase della fioritura, dal bocciolo all'appassimento.
 
Esistono tre serie di girasoli dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889 principalmente ad Arles. Queste magnifiche opere non solo sono tra i più celebri di Van Gogh, ma anche tra i suoi preferiti.
Le tre versioni simili sono differentemente composte da vasi con quindici girasoli, due con dodici, una con cinque ed una con tre girasoli.
 
 
 
 
 
 
 
 Altre quattro tele con girasoli, ma senza vaso, furono dipinte in Germania  poi in Francia : una con quattro girasoli e tre con due. 
 
 
 
 
 
L'uso dell'intero spettro giallo introdusse un differente e particolare pigmento.
 
Van Gogh, benché fosse molto legato a questi quadri,  ne diede in dono uno all'amico Paul Gauguin. 
 
La vita di questo grande genio fu essenzialmente legata all'arte, il sogno di immortalare la realtà nella completezza percettiva del suo attimo s'è avverato e, inconsapevolmente, ha immortalato se stesso e l’amore profondo per la natura.
 
Credo che ammirare un suo quadro non regali soltanto una profonda emozione e un intenso stupore, ma soprattutto la comprensione e la contemplazione di quell’attimo, tanto cercato e amato da Van Gogh.
 
E’ infinito incanto che resterà impresso negli occhi e nell’anima di coloro che amano la pittura, arte che arricchisce lo spirito e lo eleva verso una divina dimensione.
 
 
 

lunedì 1 ottobre 2012

Adagio il cuore



Ho scostato le tende del cuore
organza impregnata della tua essenza
ché la luna ti illumini il viso
scolpito nella silente notte
sulla bianca parete dei pensieri
che cementano il tuo nome
Regni incontrastato
nelle interminabili distanze
che saldano le nostre vite
E’ sogno audace il sapore
della tua calda voce
che incorona regina la mia notte
quando adagio sul letto di stelle
la mia malinconia
E vivo trascinandomi
nel seguire i lenti battiti del tempo
Poi lenta m’abbandono
e alla tenue luce del tuo ricordo
accosto l’uscio agli occhi
Domani ti ritroverò ancora

Ad Aldo
18 settembre 2010

martedì 18 settembre 2012

I silenzi del cuore

Grafica di © Runa

 

Scrive respiri nostalgici
e battiti lenti
il tramonto,
cresta dei miei orizzonti.
S’adagia afono
su piccole onde straziate
da indolenti parole.
Grondano sangue
i fogli sparsi al vento
trafitti dalla solitudine.
Dileguato ormai il sogno
tento d’afferar l’anima,
impenetrabile essenza
mio precipizio
senza fine

 

© Gelsomina Shayra Smaldone


La motivazione di mettere in evidenza il brano selezionato:
In ognuno di noi è nascosta una voce segreta, una voce che sussurra ogni giorno, molto spesso l'ascoltiamo con rispetto, quasi ci vergogniamo di raccontare agli altri quello che questa voce ci trasmette, perché essa ci parla di solitudine, di quell'avara realtà di promesse e gioie, tanto presenti nell'innocenza del nostro cammino di vita.
Il tempo dell'infanzia per molti di noi è lontano, come una stella che brilla nell'oscurità della notte, eppur conserviamo intatta quella voglia di donarci al prossimo, quel bisogno d'affetto che ci lega allo scorrere degli anni.
In questa poesia di malinconica sincerità e purezza, la nostra bravissima redattrice, Shayra, riesce a trasmetterci molte emozioni, palpiti di vita da condividere con chi, seppur lontano, sente le stesse sensazioni, e non sono pochi al giorno d'oggi coloro che ascoltano i silenzi dell'anima, coloro che sgretolano le loro certezze, in un cammino di amarezze e solitudine.
Andando ad analizzare il tessuto visivo di questa struggente poesia veniamo subito rapiti dai primi versi
Scrive respiri nostalgici
e battiti lenti
il tramonto,
cresta dei miei orizzonti.

L'incipit di quest'opera ci trasporta dinanzi ad un tramonto, visto nelle mutevoli espressioni dell'anima. Non è solo un tramonto di luce, ma un tramonto di speranze, che sembrano schiudersi nel grembo maturo di una verità scalza dinanzi al destino del proprio domani. Ecco allora che quella lentezza accarezzata nei versi diventa il fulcro della volontà, un ultimo grido proteso verso il lembo della saggezza, verso le scogliere di un autunno giunto troppo in fretta.
S’adagia afono
su piccole onde straziate
da indolenti parole.

Il proseguo dell'opera esalata il concetto appena espresso, quelle parole indolenti sembrano bruciare sull'orlo di un precipizio, fra onde d'abisso infrante su rive senza fine. La pigrizia di agire diventa elemento d'arresa alla gioia sperata, ed or lontana.
Grondano sangue
i fogli sparsi al vento
trafitti dalla solitudine.

In questa terzina la malinconia della solitudine sembra svuotare le tasche dei sogni, trasportando le certezze dell'oggi nel muto esilio di un sorriso appeso alle finestre della poesia.
Dileguato ormai il sogno
tento d’afferar l’anima,
impenetrabile essenza
mio precipizio
senza fine

Ed ecco la chiusa, avvolge il cuore, straziato da mille promesse e vane parole. Le percezioni della propria identità sembrano catturare ogni sussurro d'orgoglio, racchiuso in quell'anima che la poetessa tenta di catturare, balzando sui suoi passi, prima che il sordo eco della notte si posi nelle vesti del domani. Bravissima Shayra, di sicuro sei riuscita a coinvolgere molti lettori, attraverso questo dipinto artistico che lascia tracce del nostro tempo alle future generazioni, sempre più isolate nella desolante realtà di un futuro senza certezze.
Massimo Verrina

Il falco




Sogno bianche ali d’angeli
saldate al battito del cuore
impavido
Rapita da fervida passione
m’involo nel rosso infuocato
di tramonti a venire
e attendo sul ciglio dei miei pensieri
a mani tese verso l’azzurro
 che mi storni dentro
Intrepida
viro nell’anima tua
e su a cabrare ogni emozione d’infinito
fino a toccare il cielo con le dita
Poi in caduta libera
sulle verdi colline della vita
sfioro in picchiata radente
la traiettoria della nostra folle passione
fino all’alba
stupore dei miei occhi amanti
 
© Gelsomina Shayra Smaldone


POESIA PREMIATA IL 26 SETTEMBRE DALLA REDAZIONE de LA MENTE E IL CUORE, DELLA QUALE MI ONORO DI FARNE PARTE
RECENSIONE A CURA DI LORENZO BACCO

Secondo il mito celtico, il falco è un messaggero tra il nostro mondo e quello degli spiriti ed ha forza, velocità e poteri più significativi rispetto ad altri uccelli. Esso simboleggia lucidità e grande memoria e corrisponde ad un nostro intimo sentire, quello di essere audaci e determinati, anche senza addentrarci in un viaggio sciamanico, Il cammino nel nostro mondo interiore, un mondo, in molti casi, destinato a rimanere inesplorato o al contrario, assecondando la nostra volontà, esserci dentro, per esplorare i tempi difficili in cui viviamo, adattandoli a noi con vista da falco e udito raffinato, per non soccombere. Un falco cosiddetto animale nobile, compresi il falco cacciatore, il falco pellegrino, il falco lodolai, il falco della regina e lo smeriglio, è della specie, un essere superiore a tutti gli altri volatili, sia per la velocità che può raggiungere in volo, sia per la straordinaria rapidità con cui si cala in picchiata con vigorosi battiti delle ali. La metafora del falco cacciatore ben s’addice al pensiero interiore che Shayra ci trasmette nella sua splendida poesia

Sogno bianche ali d’angeli
saldate al battito del cuore


canta la Nostra ad inizio lirica, in versi continui nel suo percorso poetico perché non vuol fermare il suo volo, in apparenza senza soluzione di continuità, ma, a ben vedere, formata da quattro stanze ; e l’incipit la sorprende con le ali legate al cuore innamorato che batte i suoi colpi d’amore, mentre introduce un enjambement

Impavido

termine ultimo della prima strofa, che ben afferma la semantica del mito.

Il cuore è senza timore, né ha paura di errare negli spazi infiniti dell’essere, anzi dell’esserci , perché è un tutt’uno con la persona che ama, mentre s’incammina nel suo andare amoroso, librandosi, nella seconda strofa

Rapita da fervida passione
m’involo nel rosso infuocato
di tramonti a venire


chiosa la Poetessa; e quale colore poteva scegliere se non il rosso della passione, il rosso del sole che tramonta e si immerge nel mare per fare riposare le sue ali, riponendole in un letto di alghe profumate ?

e attendo sul ciglio dei miei pensieri
a mani tese verso l’azzurro

Shayra è attenta, mentre si riposa, proprio come il verso che l’inchioda all’attesa poetica, immobile nel suo pensiero, a mani tese e protese verso l’infinito, aspettando che il falco la prenda sotto le sue ali e la porti via verso gli spazi illimitati dell’io e

che mi storni dentro

dentro fin nell’anima, allontanandola dal pericolo possibile della solitudine Si fa spericolata l’ardita fanciulla, iniziando la terza strofa e

Intrepida

e altrettanto coraggiosa, s’immedesima nel falco divenendo un tutt’uno con chi l’ha rapita all’amore, virando, cambiando direzione come attratta o meglio calamitata, fin nello spirito del volatile

e su a cabrare ogni emozione d’infinito
fino a toccare il cielo con le dita


e il verbo cabrare sta a significare un’acrobazia aerea consistente nell'ergersi in verticale di un velivolo; e Lei ebbra di felicità s’impenna in verticale verso l’infinito, graffiandolo, nella metafora sublime del gioco d’aeroplano, quasi fosse una freccia tricolore e quasi implorando d’essere compagna di vita e di volo nei cieli infiniti e, mentre continua il suo viaggio, volge il suo sguardo all’immanente, dando inizio alla quarta strofa

Poi in caduta libera
sulle verdi colline della vita



Introduce ancora una metafora meravigliosa che toglie ogni dubbio, se mai ce ne fosse qualcuno, immaginando le verdi colline su cui fermarsi a respirare, a pieni polmoni, l’aria rarefatta dell’amore, fino alla nascita del nuovo giorno, sospesa dalle bianche ali, attraversando così

la traiettoria della nostra folle passione
stupore dei miei occhi amanti


Enjambement con un salto di verso, se così si può dire, ad indicare il limitar dell’alba che la trova ancora sostenuta dalle ali dell’amore, incredula di tanta grazia e con occhi colmi del dolce sentimento. Aspettavo, a dire il vero, la tua performance; ed eccola puntuale nella meritata vetrina settimanale.


Complimenti di cuore, Cara Shayra !!
Lorenzo Bacco


giovedì 6 settembre 2012

Analisi sul decadimento umano

C’era una volta l’uomo.
L’uomo e la sua anima nacquero nudi. Arcaico nel suo aspetto dimostrò ben presto capacità organizzative e lampi di genio grazie all’intelligenza di cui era dotato e che crebbe col trascorrere degli anni. Procedeva carponi, ma in seguito si eresse. Per appagare la fame decise di uccidere  solo animali.
 
Conobbe la morale attraverso la necessità di sancire regole atte a stabilire un equilibrio all’interno della comunità. Scoprì la distinzione tra il male e il bene, ammise, poi, di aver usato le mani, il corpo e la mente in azioni riprovevoli e fu così che nacque in lui il senso del pudore. 
 
Decise allora di coprire il corpo. 
 
Prese una pietra, la scheggiò, e ne fece un’arma. Colpì le sue prede senza malvagità, per cibarsi e vestire la propria pelle per difendersi dal freddo e dalla nudità.
 
Assaporò pian piano i piaceri sensoriali fino a tracimare l’esigenza del godimento oltre i confini  stabiliti; infatti molto più tardi la caccia non fu praticata solo per le ordinarie necessità corporali e nutritive, ma divenne oggetto di divertimento, sport autorizzato e scommesse illegali, nei quali i crudeli scempi di numerose e innocenti creature furono motivo di diletto.
 
Le pellicce assunsero un valore diverso, molto prezioso per la moda, indice di eleganza, lusso e in alcuni casi di supponente levatura. 
 
L’uomo, incurante, continuò il cammino di devastazione e distruzione.
 
Trascurò lentamente la cura della sua anima.
 
Numerose esperienze lo indussero ad abbandonare la pietra per iniziare a lavorare e usare i minerali, il cervello stava dirigendo al meglio le sue attitudini. Imparò ad accendere il fuoco, che usò anche per proteggere la sua famiglia dall’attacco delle fiere. Costruì capanne, che nel futuro divennero case, palazzi, grattacieli. Seppe modellare utensili, creare macchine e armi sempre più complesse e offensive, coltelli dalle lame affilate, pistole, fucili, cannoni, esplosivi, armi chimiche, tutte invenzioni sofisticate e letali.
 
Ammirò il volo degli uccelli, tanto da desiderare di imitarli. Abbozzò ali con piume raccolte qua e là, sostituite poi con l’acciaio. Si racconta che il primo volo fu temerario e avventato, ma l’ostinazione e la determinazione lo condussero verso una tecnologia sempre più avanzata e perfetta. Posò per primo il piede sulla luna, allora orgoglio e vanto della razza umana.
 
La precocità dei bambini avanzava a dismisura, divennero piccoli geni con il compiacimento dei genitori e a discapito dei valori fondamentali del reciproco rispetto e onore.
 
Attraverso pochi milioni di anni la fase evolutiva, che l’aveva distinto, definì per sempre il suo destino, dopo aver violato gli stati naturali del globo, dell’atmosfera, della natura in ogni sua espressione, consunse e distrusse patrimoni preziosi e  migliaia di specie animali.
Il raggiungimento del benessere lo annoiò, lo spinse contro l’umanità e oltre. Divenne avido di potere, di piaceri scellerati, corrotto, corruttibile, dissoluto, sordido. Perse tutto, il rispetto per la vita e per la sua persona, nulla ebbe più alcun valore, tra le sue prede incluse se stesso.
 
I grattacieli furono trafitti dagli stessi uccelli d’acciaio che aveva creato quale oggetto del suo piacere e desiderio di scoperta. Uccise i propri figli e si cibò della loro purezza, rubò loro l’ingenuità, il sorriso, il candore, i sogni, la magia di favole antiche. Una sete smisurata di sangue l’aveva conquistato, nonostante le sorgenti fossero ancora prodighe d’acqua pura…
 
L’interesse, il lucro, l’ingordigia, condannarono la natura che, impietosamente decapitata della sua ricchezza, sprofondò nella più temibile e orribile tragedia, la distruzione.
 
Molti riferirono che il suo comportamento fu causato da una distorsione della mente, una follia inquietante, sconfinante, incomprensibile, straripante. Altri affermarono che l’alienazione mentale fu un’ennesima invenzione di coloro che, per svariati motivi, tra cui il lucro, li difese dal giudizio di quei pochi saggi, ormai in via d’estinzione. 
 
L’umanità subì, inesorabilmente, una frattura: la difficoltà da parte di alcuni di trovare le ragioni per custodire, ancora e nonostante tutto, l’Amore e la pietà per coloro che, premeditatamente, avevano deciso di scagliarla per sempre nell’abisso delle loro coscienze e la volontà irrefrenabile di altri nel distruggere un mondo costruito con tanta abnegazione, intelligenza e amore. L’indifferenza apparì all’orizzonte umano come la migliore soluzione per la sopravvivenza.
 
Intanto la solitudine fu l’unica compagna a restargli accanto quando calava il tramonto nel rosso del mare.
 
Sopraggiunse il caos che impedì la distinzione di chi furono realmente le belve nella giungla della vita.
 
L’epilogo non tardò il suo arrivo, mentre le urla di dolore sovrastarono il cielo che, divenuto plumbeo, oscurò anche la fragile giustizia umana e le poche esistenze degne di contemplarla nella maestosa vastità, splendore di un dono divino purtroppo sciupato.
 
La vita, però, avrebbe continuato ad ogni costo a incantare e sorprendere, pur se soltanto un girasole attese la luce dell’alba nuova e il passo di un uomo giusto.
 

mercoledì 22 agosto 2012

Tramonto - Video Poesia

La mia poesia "Tramonto" vincitrice del concorso Un battito d'ali anno 2002 é stata superbamente videata dalla mia amica Anna Narzozi Nardi.
Grazie Anna!

domenica 17 giugno 2012

Una vita


La pioggia mi colse all’improvviso, mentre camminavo in quel viale alberato accanto al mare. Tirai su il cappuccio del giaccone e decisi di continuare a passeggiare. Ho sempre amato il ticchettio della pioggia su di me, così alzai il capo verso il cielo per sentirla picchiare sul volto ed allargai le braccia per accoglierla sui palmi. Sublime sensazione! Il volo radente di un gabbiano mi riaprì gli occhi e fu così che notai sotto un albero di palma una busta bianca. Una strana sensazione m’ indusse ad avvicinarmi per raccoglierla.
La presi prima che si bagnasse completamente con l’intento di comprendere cosa fosse per restituirla, possibilmente, al legittimo proprietario.
Sopra c’era scritto A TE.
Rimasi sorpresa ed immobile per alcuni minuti, poi volsi lo sguardo intorno nella speranza di vedere qualcuno, ma ero sola.
Girai e rigirai la lettera fra le mani, poi decisi di leggerla visto che era aperta, chissà forse avrei trovato qualche indizio per risalire a chi l’aveva smarrita.
 
“Ho deciso di scrivere perché non ho più parole da pronunciare e temo di rimanere nel silenzio senza che TU sappia…
Sono confusa e non so di preciso a chi sto scrivendo.
Ho abbracciato nel mio cuore tutti e tutto con onestà ed amore, rispettando i miei credi ed i valori necessari per lodare ogni forma di vita, offrendomi pienamente senza limiti né riserve.
Non mi pento di ciò che ho donato, ma rifiuto ormai l’infinita comprensione e la pazienza che mi hanno sempre accompagnato. Respingo con tutte le forze rimaste il dolore del mondo, la violenza, l’abuso, la sua superficialità, la sua corruzione, le bugie, le falsità, l’invidia, i compromessi, le lascive parole, i futili gesti dal sapore di niente.
Forse scrivo
a TE che mi hai negato anche un piccolo sconto delle pene a me destinate.
Hai infranto i miei sogni, violentandomi fino all’anima. Hai permesso che cadessero preziose colonne e sacri altari ai quali offrivo il mio sacrificio e l’eterna dedizione.
A TE che non mi hai donato l’Amore vero, il rispetto, la speranza, il sorriso, la verità, la certezza, vendendomi come Giuda al peggior offerente solo per egoismo. Senza alcuna esitazione hai squarciato il mio costato con la lama dell’infamia. Chiedevo solo risposte, mentre ti offrivo aiuto, mentivi , alle mie spalle fingevi di abbracciarmi, senza avere nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi.
A TE che mi hai deriso, sfruttato, derubato della fiducia risposta, del bene prezioso, luce dei miei occhi, accecandomi l’esistenza, avvelenandomi con un muscolo di cicuta.
A TE che hai inflitto tutte queste pene al mio cuore, sebbene rappresentino poca cosa a cospetto dell’umano dolore, auguro la peggiore di tutte le punizioni, comprendere le azioni commesse, sono interamente a tuo carico, prive di sospensioni e, soprattutto, senza la mia maledizione. Un giorno ti sarà servito il conto, la tua coscienza!
L’Amore, pilastro di questa maledetta vita, non s’insegna, né si apprende, é un sentimento naturale e non culturale, nasce con noi!
Ora, é trascorso il tempo delle parole e della dolcezza, cedute al mercato dello sdegno più grande. Ho perdonato senza mai dimenticare, non so se riuscirò mai a farlo, per questo motivo credo che non tornerò a casa, non é più mia e forse non é mai esistita, oppure é crollata, o contaminata da tempo, sciocca io a non accorgermene.
Andrò lontano con i migliori amori, da te definiti animali, ignorando la vera bestia che alberga in te!
Porterò con me  l’unica vera e rara essenza, l’amicizia."

 
Mi ritrovai seduta, lì sotto quella palma, sconcertata e testimone di una vita che dovevo ritrovare, per ridarle la speranza, per stringerla forte a me. Iniziai a correre velocemente, il cappuccio scivolò via permettendo alla gocce di pioggia di unirsi alle mie lacrime silenti.

© Gelsomina Shayra Smaldone
 

venerdì 1 giugno 2012

A sostener la volta ( Per L'Emilia )

Fotografia di © Rita Camicia

 

Trasuda il cuore gocce di sangue
e d’innocenti
lacrime tremanti
al vibrar dell’amata terra
gemono i fratelli miei inermi
fra ammassate pietre silenti
crudeli testimoni d’anime infrante

Sotto il plumbeo cielo di polvere offuscato
nella notte luccica taglio di diamante
 di speranza astro
che perir non deve
se a sostener la volta
tendiam d’amore le mani

© Gelsomina Shayra Smaldone

 

venerdì 18 maggio 2012

Bianco e nero

Grafica di © Runa

 

S’adagia umido lo sguardo
sul dolce tuo viso
fra rose e sole
Ubriaca mi perdo
negli occhi suoi mesti

Attimi infiniti di risi e sale
invano attendono
lo schiudersi d’un sorriso
corona preziosa del giorno senza fine
Solo l’orma della mia mano ladra

resta

a sfiorargli il cuore

 


5 maggio 2012
© Gelsomina Shayra Smaldone

lunedì 16 aprile 2012

Tu, nella mente e nel cuore

Fotografia di © Adolfo Valente

 

Lungo l’arco che il tempo tende beffardo
al legno e chiodi cuciti sul mio cuore
in ogni attimo il volto tuo sgrana quel crudo dolore
di spine e sangue cucito alla mia pelle


Trasudano sale gli occhi nel pensarti lontano
dentro una fotografia nella mente incisa
lì perenne come di marmo statua


Ore giorni e anni ingiallirla non possono
solo le lancette sul tuo sorriso ferme
l’anima mi sgranano
fino a falciarla

© Gelsomina Shayra Smaldone

venerdì 6 aprile 2012

Freddie Mercury - il mio articolo pubblicato sul sito www.lamenteeilcuore.it

La musica è la capacità di accordare un insieme di suoni e ritmi, riflesso interiore dell’anima, policromia di emozioni e sentimenti, convertiti in note spesso accompagnati da parole che, secondo le vibrazioni più o meno alte, determinano lo stato spirituale del compositore e toccano le corde profonde del nostro essere. La musica è dentro di noi, nella nostra vita, coinvolge la mente ed il cuore in una sacra forma d'esperienza emotivamente e fisiologicamente intensificata dal suono degli strumenti musicali e dalla voce del cantante.
Il linguaggio della musica è universale, non conosce confini, spesso non è necessario conoscere la lingua dei brani per poter comprendere il sentimento e/o l'emozione espressa.
La voce della natura, nella sua globalità, nella complessa perfezione ed apparente imperfezione, è musica! Melodia di chiaro scuro, d’albe e tramonti, d’alture ed acque, di versi d'animali, di gioia e dolore, del silenzioso sbocciare dei fiori, del crescere di piante nel magico alternarsi delle stagioni.
L’uomo, attraverso il suo viaggio, condivide le stagioni interiori mediante la musica, sua eterna compagna, plasma composizioni e testi che, mediante grazia, ritmo ed equilibrio, abbracciano l’antica arte della poesia, vibrandosi in voli di espressioni celebrative e penetranti.
La musica diventa poesia! Trasmette un preciso messaggio, atto d’amore appagante e contemplativo, al quale ognuno s’abbandona in un perfetto stato di grazia, astro dello stesso universo, condivisione di uno spazio immenso nel quale l'uomo vive e sogna!
Il soggetto principe che sposa le due arti è l’Amore, fulcro della nostra esistenza e di ciò che ne consegue, felicità, abbandono, solitudine, speranza, forza, coraggio, rispetto per la vita; incisive espressioni umane, degnamente rappresentate da uno dei più grandi autori e compositori internazionali, considerato da molti il più grande frontman della storia della musica contemporanea. Si distinse per il suo carisma, per la bellezza e l’intensità dei suoi testi e l’incredibile teatralità sul palco durante le innumerevoli esibizioni con il gruppo di cui era il fondatore, insieme a Roger Taylor, Brian May e John Deacon. Fu ammirato da molti colleghi come David Bowie, Dave Gahan dei Depeche Mode, Robbie Williams, George Michael ed Elton John, suo grande amico. Il suo più grande desiderio era la partecipazione di tutte le persone che assistevano ai concerti, il completo coinvolgimento nello show, vera opera teatrale, plasmata dalla profonda convinzione che ogni singolo gesto o pensiero umano doveva essere dettato dall'Amore, dal rispetto per la vita “ Vivrò sempre per il domani, guardo dentro me stesso e dico che l'ho fatto per amore”. Ci ha donato un’eredità inestimabile, parte del patrimonio più importante della musica e della poesia di tutti i tempi, eterno valore della vita!


The King
( Freddie Mercury )

I was born to love you
with every single beat of my heart
Io sono nato per amarti
con ogni singolo battito del mio cuore

                                            

Biografia

Farrokh Bulsara nacque il 5 settembre del 1946 a Stone Town, protettorato britannico dell'Africa orientale.


Trascorse l'infanzia nell'isola di Zanzibar, all’età di otto anni si trasferì con la famiglia a Panchgani ( Bombey) dove frequentò la St. Peter's Boys School, fu in questo collegio britannico che i compagni  iniziarono a chiamarlo Freddie.
Dimostrò immediatamente un notevole talento artistico. Raggiunse ottimi livelli anche nel disegno e nello sport, come un abile velocista ed potente pugile. Ben presto emerse una profonda predisposizione per la musica, una carismatica genialità e doti musicali promettenti. Imparò presto a suonare il pianoforte e più tardi la chitarra. La passione per la musica ed il canto lo spinse a formare, con quattro suoi compagni, la prima band  The Hectics. Nel 1964, all'età di 18 anni, in seguito alla rivoluzione di Zanzibar, si stabilì con la famiglia in una casa a Feltham nei pressi di Londra,


dove continuò gli studi presso l'istituto politecnico Isleworth Polytechnic. Nel 1966 ottenne un ottimo punteggio, che gli permise l'ammissione al Ealing Art College di Londra. Studiò arte e designo grafico, contemporaneamente Freddie creò una linea di abbigliamento, pubblicò brevi articoli per alcuni periodici londinesi successivamente lavorò in un servizio di catering. Alla fine degli anni sessanta conobbe Tim Staffel, e con lui la sua band, gli Smile, di cui facevano parte anche Roger Taylor( batterista) e Brian May ( chitarrista). Contemporaneamente cominciò a cantare con altri gruppi (Ibex, Wreckage, Sour Milk Sea) ma non riscosse il successo sperato.
Nel 1969 conseguì il diploma universitario in Graphic Art & Design. In quello stesso anno conobbe Mary Austin, che divenne la sua compagna per sei anni e poi amica fidata fino alla sua morte.
Nel 1970 i tre amici decisero di formare un nuovo gruppo, sebbene mancasse un bassista. Freddie scelse il nome della nuova band, Queen, Regina, e disse a riguardo:  “Anni fa ho pensato al nome Queen... È solo un nome, ma è molto regale e sembra splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Ha un grande potenziale visivo ed è aperto ad ogni tipo di interpretazione”, intanto Freddie divenne per il pubblico Freddie Mercury.
I Queen completarono il gruppo nel 1971 con la partecipazione di John Deacon. Nel 1972, Mercury, disegnò, grazie ai suoi studi grafici,  il logo dei Queen,


raffigura i segni zodiacali dei quattro componenti, sovrastati da un'araba fenice, uccello mitologico conosciuto per la capacità di ritornare in vita dalle sue stesse ceneri, scelta in segno di immortalità e speranza. Il logo è composto da due leoni (Roger Taylor e John Deacon) a presidiare la corona della regina al centro una "Q" (Queen), un granchio per il segno del cancro (Brian May) e due fate che rappresentano la vergine (Freddie Mercury). L'uscita del primo album dei Queen riscosse un grande successo e fu ben accolto dalla critica, ma il personaggio più noto del gruppo era Freddie Mercury, per il suo ruolo di leader e per le straordinarie capacità vocali, cantava come tenore leggero, poi il timbro della sua voce si avvvicinò a quella di un tenore lirico per intensità e potenza. Freddie Mercury scrisse molti brani fra questi We Are the Champions, Somebody to Love, Bohemian Rhapsody (proclamata più volte da critici e da opinioni popolari quale migliore canzone di sempre). Si esibirono in numerosi concerti e tours in ogni parte del mondo.


Le sue straripanti energie lo portarono a cambiare continuamente aspetto e performance teatrale, ad incitare il pubblico, coinvolgendolo nella sua passione con effetti speciali di grande impatto visivo e con una gestualità che lo resero unico, poiché oltre ad essere il re del rock fu un vero gentlman, gioì nel lanciare centinaia di rose sui suoi fans. Alla fine di ogni concerto amava congedarsi dal   pubblico con il suo celebre “I love you!”
Nel 1979 appagò un’altra passione, il balletto. Fu invitato ad unirsi al Royal Ballet in uno spettacolo di beneficenza. Raccontò successivamente che, durante le numerose prove, scoprì muscoli (doloranti) di cui non conosceva l’esistenza. Nove anni più tardi si concretizzò anche l'altra sua grande passione, l'opera, così nel 1988 registrò un album con Monserrat Caballé, grande soprano spagnolo, riscuotendo un discreto successo.


Verso la fine degli anni ottanta cominciò ad ammalarsi, le forze lo abbandonarono e, dopo l'uscita dell'album "The Miracle", Freddie decise di ritirarsi nella sua stupenda casa di Kensington.


 

Le ultime foto gli furono scattate il 18 febbraio quando i Queen apparvero in TV per ritirare il premio della British Phonographic Industry (BPI), per il fondamentale contributo alla musica inglese. Subito dopo la festa celebrativa per il ventennale della band,  Mercury si trasferì a Montreux, in Svizzera per poi tornare in Inghilterra ai primi di novembre, per trascorrere con i suoi cari gli ultimi giorni di vita, abbracciato dal conforto dei suoi amatissimi gatti Oscar e Tiffany


e degli amici più intimi e di Mary Austin. Si dimostrò un uomo dalla grande forza interiore e, per contrastare il suo male, si tuffò maggiormente nel lavoro. Consapevole che la sua vita volgeva al tramonto scrisse un testo magnifico, The show must go on (Lo spettacolo deve continuare ).
Continuò a scrivere fino alla sua morte.
Si spense nel 24 novembre 1991 nella sua casa di Londra all’età di 45 anni.

Anche la sua permanenza a Montreux ha lasciato un profondo segno, infatti, si erge sul lago di Ginevra una magnifica statua eretta in suo ricordo.


La fama dei Queen prosegue tutt’oggi. Freddie ed il suo gruppo hanno influenzato positivamente le generazioni che l'hanno seguito e che ancora l’apprezzano, lasciando un'orma indelebile nel tempo.
Quest’anno Google ha celebrato, con un Doodle musicale animato, la nascita del leggendario cantante dei Queen che avrebbe compiuto 65 anni.


La poesia di F. Mercury

Credo fermamente nell’arte poetica che ha contraddistinto Freddie dagli altri artisti rock.
La sua poesia è ben rappresentata dalla magica, superba unione di melodia e versi dal grande impatto emozionale, da una profonda natura nobile che ha apprezzato il dono della vita.
Egli ha mostrato al mondo quanto l’uomo può essere fragile, stretto nella morsa dell’angoscia e dell’afflizione, quanto può sentirsi escluso dal godere pienamente la vita, ma nonostante tutto, ci investe, mediante i suoi versi, di grandi cariche positive ed ottimistiche, la forza, l’accettazione del destino in quanto verità assoluta, l’amore, la speranza, unici cammini da intraprendere per amare la vita e rispettare il suo declino, perché di noi resterà il sorriso.

Mi onora citare alcuni suoi brani ed altri componimenti dei Queen , anche se arduo è l'intento, poiché la produzione del nostro amato artista e della sua band è notevole. I testi a seguire rappresentano i versi significativi di alcuni brani.

La forza

Princes of universe

Here we are, born to be kings,
We're the princes of the universe.
Here we belong, fighting to survive,
In a world with the darkest powers,
and here we are, We're the princes of the universe,
here we belong, fightinf for survival.

Eccoci. Nati per essere re.
Siamo i principi dell'universo.
Noi siamo di qui. Combattiamo per sopravvivere.
In un mondo dai poteri più oscuri.
Ed eccoci qui. Noi siamo i principi dell'universo.
Noi siamo di qui.
Combattiamo per la sopravvivenza.

Keep passing the open windows
This is the only life for me
Surround myself around my own fantasy
You just gotta be strong and believe in yourself
Forget all the sadness cause love is all you need
….............
You start believing everything's gonna be alright
Next minute you're down and you're flat on your back
A brand new day is beginning
Get that sunny feeling and you're on your way

Questa è l'unica vita per me
Mi circondo solo delle mie fantasie
Devi esser forte e credere in te stesso
Dimentica le cose tristi perché l'amore è tutto quello che ti serve
…….
Comincia a credere che tutto andrà bene
Un minuto dopo diventi triste, con le spalle fino a terra
Un nuovo giorno sta iniziando
Cattura quella sensazione gioiosa e sarai sulla tua strada
(Mercury)

Il destino

Rain must fall

I can see it in your stars
Life is so exciting
Acting so bizarre
Your world is so inviting
Playing really cool
And looking so mysterious
Your every day is full of sunshine
But into every life a little rain must fall.
(John Deacon)

Lo vedo scritto nel tuo destino
una vita è così eccitante
modo di agire così bizzarro
Il tuo mondo è così invitante
con quei comportamenti davvero disinvolti
dall'aria misteriosa
Ogni tuo giorno è pieno di sole
Ma in ogni vita deve pur cadere un po' di pioggia


La morte è la serena accettazione della vita

Life is real ( dedicata a J.Lennon)

Guilt stains on my pillow
Blood on my terraces
Torsos in my closet
Shadows from my past life is real
Life is real, life is real, so real
Sleeping is my leisure
Waking up in a minefield
Dream in just a pleasure dome
Love is a roulette wheel, life is real.
(Mercury)

Macchie di colpa sul mio cuscino
Sangue sui miei terrazzi
Scheletri nel mio armadio
Ombre dal mio passato, la vita è reale
La vita è reale, la vita è reale, così reale
Dormire è il mio svago
per poi svegliarmi in un campo minato
Il sogno è solo un palazzo dei piaceri
L’amore è la ruota di una roulette, la vita è reale.

L’amore

Is this the world we created…?

Just think of all those hungry mouths
we have to feed
Take a look at all the suffering we breed
So many lonely faces scattered all around
Searching for what they need
Is this the world we created
What did we do it for
Is this the world we invaded
Against the law
So it seems in the end
Is this what we're all living for today
The world that we created
You know that everyday a helpless child is born
Who needs some loving care inside a happy home
Somewhere a wealthy man is sitting on his throne
Waiting for life to go by
Is this the world we created,
we made it on our own
Is this the world we devasted,
right to the bone
If there's a God in the sky looking down
What can he think of what we've done
To the world that He created?
(Freddie Mercury/ Brian May)

Pensate a tutte quelle bocche affamate
che hanno bisogno di nutrirsi
Guardate tutte le sofferenze che generiamo
Tanti volti solitari tutt' intorno
Alla ricerca di ciò di cui hanno bisogno
È questo il mondo che abbiamo creato?
Per cosa l' abbiamo fatto?
È questo il mondo che abbiamo invaso?
Contro ogni legge
Così sembra alla fine
È questo ciò per cui tutti noi oggi viviamo?
Il mondo che abbiamo creato?
Sapete che ogni giorno nasce un bimbo indifeso
Che ha bisogno di cure amorevoli in una casa felice
In qualche posto un uomo ricco siede sul suo trono
Aspettando che la vita passi
È questo il mondo che abbiamo creato,
l'abbiamo fatto noi stessi
È questo il mondo che abbiamo devastato,
fino all' osso
Se c' è in cielo un Dio che guarda giù
Cosa può pensare di ciò che abbiamo fatto
Al mondo che Lui ha creato?


La speranza

Innuendo  (l'ultimo lavoro registrato da Freddie Mercury)

While the sun hangs in the sky and the desert has sand
While the waves crash in the sea and meet the land
While there's a wind and the stars and the rainbow
Till the mountains crumble
into the plain
Oh yes we'll keep on tryin'
Tread that fine line
Oh we'll keep on tryin’yeah
Just passing our time
While we live according to race, colour or creed
While we rule by blind madness and pure greed
Our lives dictated by tradition,
superstition, false religion
Through the eons, and on and on
Oh yes we'll keep on tryin'
We'll tread that fine line
Oh oh we'll keep on tryin'
Till the end of time

Finché il sole sarà in cielo e il deserto sarà di sabbia
Finché le onde si agiteranno nei mari e incontreranno la terra
Finché ci sarà vento e stelle e l'arcobaleno
Fino a quando le montagne si sgretoleranno
trasformandosi in pianure
Oh sì, continueremo a provare
a camminare su quel filo sottile
Oh, continueremo a provarci, sì
Mentre passa il nostro tempo
Finché vivremo secondo razza, colore o religione
Finché governeremo con cieca follia e pura avidità
Con le nostre vite dominate da tradizione,
superstizione, falsa religione
Per l'eternità, e oltre ancora
Oh sì, continueremo a provarci
a camminare su quel filo sottile
continueremo a provarci
Fino alla fine dei tempi
(Mercury/Taylor)

La vita

The miracle

Every drop of rain that falls in Sahara Desert
says it all
It's a miracle
…..
The one thing we're all waiting for, is peace on earth
an end to war
It's a miracle we need - the miracle,
the miracle we're all waiting for today
If every leaf on every tree, could tell a story
that would be a miracle
If every child on every street, had clothes to wear
and food to eat
That's a miracle
If all God's people could be free, to live
in perfect harmony
It's a miracle, we're having a miracle on earth
….
Super powers always fighting
But Mona Lisa just keeps on smiling
It's a miracle, it's a miracle, it's a miracle
….
Peace on earth and end to war today
That time will come one day you'll see when
we can all be friends
   
Ogni goccia di pioggia che cade nel deserto del Sahara
lo dimostra
È un miracolo
L'unica cosa che tutti aspettiamo è la pace sulla terra
la fine delle guerre
È un miracolo ciò di cui abbiamo bisogno - il miracolo,
il miracolo che tutti aspettiamo oggi
Se ogni foglia su ogni albero potesse raccontare una storia
sarebbe un miracolo
Se ogni bimbo in ogni strada avesse vestiti da indossare
e cibo da mangiare
Sarebbe un miracolo
Se tutti i popoli di Dio potessero essere liberi di vivere
in perfetta armonia
Un miracolo, un miracolo che si compie sulla terra
Le superpotenze sempre in lotta
Pace sulla terra e fine delle guerre ora
Vedrai che un giorno quel momento arriverà quando
potremo essere tutti amici
(Mercury, May, Taylor, Deacon)


Declino

E' con profonda commozione che propongo i suoi ultimi versi, “ Che lo show vada avanti
Freddie sa che sta per varcare la soglia di una nuova dimensione.  E' consapevole di essere già un mito, ma vive gli ultimi giorni come ha vissuto l'intera sua vita, coraggiosamente, umilmente, dolcemente e timidamente, volgendo il suo sorriso a chi l'ha amato e seguito. Le luci non si spegneranno, lo spettacolo della vita dovrà continuare in nome dell'amore.


 

The show must go
My soul is painted like the wings of butterflies
Fairy tales of yesterday will grow but never die
I can fly, my friends

The show must go on, yeah
The show must go on
I'll face it with a grin
I'm never giving in
On with the show

I'll top the bill
I'll overkill
I have to find the will to carry on
On with the
On with the show
The show must go on

La mia anima è colorata come la ali delle farfalle
Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai
Posso volare, amici miei
Lo spettacolo deve continuare,
Lo spettacolo deve continuare
Lo affronterò con un largo sorriso
Non mi arrenderò mai
Avanti con lo spettacolo
Sarò l'attrazione principale
Sarò uno schianto
Devo trovare la volontà di andare avanti
Avanti con
Avanti con lo spettacolo
Lo spettacolo deve continuare.

Freddie, pirotecnico e camaleontico, è tutt'oggi fra le personalità più straordinarie contemporanee, non solo, e come già affermato, per l'insuperabile potenza vocale, capace di raggiungere altezza incredibili, ma sopratutto per la statura interiore, per la carica umana fuori dal comune, direi colossale. E' stato uomo sensibile ed attento alle problematiche sociali ed esistenzialistiche. Si è avvalso della sua arte per comunicare col mondo, condividerne la vita in ogni suo aspetto.  Sul palco non c'è stata nessuna finzione scenica, ha interpretato semplicemente se stesso ed oltrepassato, con mirabile spontaneità, il limite della sua nota riservatezza e timidezza, perché? Per Amore, per passione, perché ha creduto in ogni sua parola! Le sue gestualità bizzarre, bizzose, drammatiche, lo spiccato senso dell'humour hanno conferito a migliaia di seguaci un trascinante vigore, un'incredibile e saggia esortazione a considerare, o meglio, a riconsiderare i veri valori della vita, all'oculata accettazione che ogni giorno non potrà mai essere uguale all'altro,  all'amore per il prossimo, per ogni popolo, indistintamente dal colore della pelle o dalla religione. L'amore è amore, poco conta verso chi o cosa sia indirizzato, è importante il respiro del suo candore, quel battito in più che ne consegue.
Può un uomo, un cantante rock,  infondere attraverso se stesso, l'intera sua vita e poi la morte un valido e coerente pensiero epicureo che coinvolga le masse? Può sollevare lo spirito ed il credo dei disillusi? Si! Freddie l'ha reso possibile, per questa ragione è vero ed immortale.   
Ci ha insegnato quanto sia semplice vivere con umiltà e dignità, pur ammettendo, in nostra difesa, che tutti gli errori fatti devono essere affrontati oggi,  non è facile sapere da dove iniziare, ma c'è  sempre tempo per recitare una preghiera, perché siamo solo  uomini di questa terra...
 
Nel ricordo e nella nostalgia per tutto ciò che hai tramesso alle nostre anime, ci chiediamo quanto ancora avresti donato se solo il tuo tempo non si fosse fermato  in quell'umida sera del 24 novembre 1991.

Abbiamo volato nei tuoi sogni ad ali spiegate nel cielo sempre azzurro della speranza e del sentimento più genuino.

Ti ascolto ad occhi chiusi e tutt'intorno scompare, m'inonda soltanto la tua poesia, il tuo nobile pensiero, che mi sfiorano la pelle in un meraviglioso assolo di mente e cuore.

Grazie Freddy!
Nato per essere re!

{jcomments on}a cura di Gelsomina Shayra Smaldone

 

 

mercoledì 29 febbraio 2012

Quarta dimensione




Fotografia @ Paolo Scarano





Hanno il colore della notte
le albe cieche ai miei occhi
fredda prigione di lacrime asciutte
incatenate a muri gelidi e invalicabili
di parole nude al senso d’incoerenti ragioni
Il cuore sanguina nel silenzio d’una lama
affondata da tempo nel perduto immenso
dell’anima mia sola

Nulla muta il crudo dolore
nemmeno la tua mano
passante
che posi sul tuono del mio tramonto
privo d’orizzonte
Tu non sai quanto è profondo
il mare in cui annego
No, non sai l’abisso del lento finire
quando ti sorrido
 
@Gelsomina Shayra Smaldome

martedì 14 febbraio 2012

Quant'amore

Fotografia © Paolo Scarano

 

Non immagino
la mia vita senza te

un fiume arido
che non ritorna al mare

un cielo oscuro
senza brillio di stelle

m'illumini l'anima
nei miei attimi d'immenso

 

Versi in metrica Japan

© Gelsomina Shayra Smaldone

venerdì 10 febbraio 2012

La crudeltà del tempo

                                                     Fotografia @Paolo Scarano                        










Credevo avessi tempo 
per ripercorrere le strade perdute 
motivo dei sogni mancati 
e allungare l’ombra dei passi
che mi tagliano il cuore 
come lame di ghiaccio 
 
L’inganno non basta a dare luce
ai miei occhi ciechi
 ormai privi di fede 
il mondo corre fra le piccole mani 
s’aggrappano ai muri ruvidi 
di questa casa nuda di finestre
 
L’edera cresce senza un fiore 
che mi scolpi dal peccato 
presenza e futura dannazione 
d’amare chi non c’è 
 
Con che cuore m’abbandoni 
nel rimorso di non poter vivere 
per poi perire un giorno
nel sorriso del nome 
 
Tuo  

sussurando 
sognami
fra un giorno o un anno
al levitar dell’alba senza lacrime
 
anima 
Anima mia 
 
@Gelsomina Shayra Smaldone

domenica 29 gennaio 2012

Quarzo e diamante

Fotografia @ Paolo Scarano- tutti i diritti riservati -


Brillano all’alba i cristalli di gelo
tagli di quarzo e diamante
negli occhi miei
e da piccoli aculei nel petto
cade una goccia
rossa
sul tappeto immacolato
La neve ha coperto l’orma tua
dal vento trascinata via
lontano
Nasce improvvisamente un fiore
sul passo lasciato
e mi tremano le mani
a sfiorarlo
puro
eterno amore mio

© Gelsomina Shayra Smaldone