sabato 16 febbraio 2008

Ti strazierò

Assaporo ricami d’amaro intessuti
profondi squarci sanguinano il petto
canti nostalgici
intonano
deserte liriche
abissali mistificazioni

mentre attendo il tuo ritorno
senza che tu sia mai partito
senza che tu sia mai esistito
sogno d'un tempo mendace
stilla di porpora il cuore
stizzito

inconsapevole
della silente goduria che m’avvince
quando vorrò ferirti un giorno
diverrai profugo senza sponda
annegherai nel mio dolore
perché t’odio e t’amo

fossi stato vero
fossi stato mio
t’avrei risparmiato

ed ora vagabondi
sul defluire di seni affluenti
in tarli mentali

affonderai nel tuo limite d'amare
codardo emissario
t'odio e t'amo

ma t'odio di più




martedì 12 febbraio 2008

                                                                          immagine presa dal web

Il silenzio

Ricordo che da bambina m’accucciavo su quel grande terrazzo sopra il blu del mare, tra il profumo dei gerani e delle rose. Mi rifugiavo dentro la mia anima per tentare di vivere. Restavo in silenzio, immobile, fissando per ore solo la vastità del cielo, senza mai chiedermi dove fosse finita la mia infanzia, senza avere la pretesa di conoscere la crudele ragione della mia solitudine. Sapevo soltanto che dovevo rialzarmi e tornare in casa fingendo di non vedere gli occhi lucidi di mia madre, nei quali leggevo solo una parola “perdonami”! Guardavo mio fratello…non ritenevo di doverle perdonare nulla. Forse avrei dovuto perdonare solo la vita, la nostra, la mia. Ero piccola eppure già grande…Ripenso al silenzio, sublime libertà, raro dono di questa mia esistenza, gemma che brilla dignitosamente sull’indifferenza umana. Ho imparato ad apprezzarlo nei miei momenti bui, ora come allora. Resto in silenzio,ancora, per ascoltare la voce della mia anima, per continuare a sorridere, per solcare con passi sicuri la mia strada irta, come tante, per amare senza limiti chi ha bisogno anche di un piccolo gesto, per avere la forza di perdonare ancora la vita, la mia. Non chiederò mai nulla al destino o forse si…fa che ti sogni ancora e poi ancora…dovrà bastarmi finché vivrò…mamma.
Insieme

Non immagini cosa rappresenti per me. Sei più di quanto il mio spirito inquieto possa dimostrare. Sono cresciuta "costretta" ad amare in silenzio, entrando nei cuori di coloro che adoro, quasi in punta di piedi, ma non per questo meno profondamente.
Il tormento é un mio compagno, ma quando mi poso sul tuo petto m’avvolge una pace infinita. La mente viaggia in terre lontane, abitate solo dalle nostre anime.Intorno evaporano profumi di vita e di libertà in fulgide aurore, attraverso la brezza mattutina, in sella al mio cavallo, senza briglie incontro il vento, senza tempo né tramonti, su giochi di spuma marina.
I palpiti del tuo cuore mi riportano, di nuovo accanto a te, alla mia vita spesso rinnegata e mi rendo conto che sono felice, nonostante tutto, perchè dall’uscio accostato della speranza, trapela costantemente un po’ luce. Devo raggiungerla, si lo devo, come fosse una meta, devo raggiungere TE, se intendo averti qui e impedirti di divenire sogno, allora chiudo gli occhi ed ascolto solo la voce dei nostri cuori, perche' non si disperdano in questo oceano di amarezze e di rinunce.
La realtà ci conquista e ci fortifica quando si e' in grado di accettarla, di combatterla senza nasconderci, invano, dalle ombre delle nostre paure.
La vita e' oggi, ieri e' trascorso, domani potra' dipendere soltanto da noi, da me, da quanto saro’ forte, da quanto saro’ in grado di credere che quest’inferno cessera’, senza mai cedere il passo al buio che spesso m’ insegue.
Abbatteremo ogni muro di dolore, ogni timore, ogni malattia perchè non saremo mai soli, finchè avremo tanto coraggio nel cuore, tu ed io,
insieme


( da Frammenti di Shayra )

sabato 9 febbraio 2008

                                                                                   immagine presa dal web
Per te


( al mio amore )
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Ho dipinto
di rosa il buio
che mi inghiotte
ed ho sciolto i miei capelli biondi
profumo d’oriente
inebria la pelle avida
vestita di luna
attendo
il tuo caldo abbraccio
travolgimi
e toglimi il respiro

venerdì 1 febbraio 2008

Migrazione


E’ di fango
l’approdo a questa riva
tra mille occhi
indolenti di gabbiani
e onde avvolte
in tramestio di spruzzi,
quasi un remare
d’acqua contro vento
che ogni impronta
volge verso il nulla.

E forma pantano
il correre a salvezza
verso un destino
che non ha segnali,
dove ogni sogno
è un cappio da snodare.

Su questa terra
che nuova da speranza,
non c’è un ruggito
ad accompagnare l’aria
né un baobab
per addolcire il sole,
tutto è indietro,
avanti solo incertezze.

C’è fame antica
a cercare transumanza,
ma fame è incerta
anche nella nuova meta
dove ogni porto
si avvolge tra gli inganni
e ai marinai nuovi
propone d’essere mozzi.

E’ di fango
l’approdo a questa riva
tra mille occhi
avidi di serpenti bianchi,
farne mattoni
per rassodar l’esistere
sarà opera ardita,
progetto d’uguaglianza.