martedì 30 settembre 2008




There’s a dream that I see, I pray it can be
Look cross the land, shake this land
A wish or a command
I Dream that I see, don’t kill it, it’s free
You’re just a man, you get what you can

Listen to me, don’t walk that street
There’s always an end to it
Come and be free, you know who I am
We’re just living people

You’ve got to choose a wish or command
At the turn of the tide, is withering thee
Remember one thing, the dream you can see
Pray to be, shake this land

We all do what we can
So we can do just one more thing
We won’t have a thing
So we’ve got nothing to lose
We can all be free
Maybe not with words
Maybe not with a look
But with your mind

 


[Possiamo tutti essere liberi
Forse non con le parole
Forse non con uno sguardo
Ma con la tua mente...]


[ »Ascolta: Maybe not - Cat Power]


*Bacio. Lulù*

mercoledì 17 settembre 2008


fiori e fantasia
la la la la la
forza che sei tutti noi
la la la la la
festa di colori
la la la la la
pigia forte e canta insieme a noi

grappoli d'oro
la la la la la
ogni goccia è un tesoro
la la la la la
non ti fermare
la la la la la
pigia forte e canta insieme a noi

e rispondigli che hai
dei profumi di lillà
sei forte e vincerai
vincerai
vincerai

l'uva e l'allegria
la la la la la
forza dai che ce la fai
la la la la la
non fermarti mai
la la la la la
sei il più forte
insisti e vincerai

grappoli d'oro
la la la la la
ogni goccia è un tesoro
la la la la la
non ti fermare
la la la la la
sei il più forte
insisti e vincerai

e se credi in ciò che fai
vedrai che riuscirai
ed il volo di un gabbiano
sei forte e vincerai
vincerai
vincerai
vincerai

fiori e fantasia
la la la la la
forza che sei tutti noi
la la la la la
festa di colori
la la la la la
pigia forte e canta insieme a noi

foglie verdi e cielo blu
e profumi di lillà
e prati in quantità
sei forte e vincerai
vincerai
vincerai
 


Tempo di vendemmia e di creatività. La pigiatura


[clicca qui per ascoltare la musica]


Un bacetto e una carezza...vellutata! Angelika * . ^

I solchi del cuore ©


Mauro, suo figlio, era uscito e lei, dopo aver assolto le faccende domestiche, s’era seduta, come suo solito, sul divano. Era sola, stanca, in quella casa così vuota, ma così piena di fantasmi del passato e del presente.
Girava e rigirava il panino tra le mani, non aveva voglia di mangiarlo, desiderava solo che quell’ inferno finisse per sempre.
Aveva preso la sua decisione dopo aver compreso che, nonostante aveva provato in tutti i modi a raddrizzare la sua vita, tutto restava così irrisolvibile ed inaccettabile.
Volle, per l’ultima volta, ripensare al passato fino a quel preciso momento, come atto dovuto alla sua coscienza.

Ricordò il piccolo sgabello che le permetteva di arrivare al lavello per pulire i piatti sporchi che la mamma non aveva potuto lavare. Aveva quattro anni appena. Canticchiava una favola inventata per non udire il pianto della madre, che proveniva dalla camera da letto, ed gni tanto spostava, con le piccole mani, i riccioli biondi che le coprivano la fronte.

Si rivide poi in seconda elementare. Si recava da sola a scuola ed all’uscita guardava incantata i sorrisi delle compagne, mentre stringevano la mano al proprio genitore.
Il tempo trascorreva, si alternavano le stagioni e le festività.
Il Natale era sempre stato per lei e per la sua famiglia la festa più triste. Stavano soli, loro quattro, nessun invito, nessuno che avesse accettato di trascorrere un solo giorno insieme.
Si chiese tante volte se la causa di quel vuoto intorno fosse stata l’irrequietezza del fratellino, fin quando capì che spesso il cuore è distante anni luce dal comprendere il significato della parola Amore.

Arrivò il tempo della scuola superiore, il suo unico spazio sereno, per poi tornare a casa e restare inchiodata alla finestra a fissare le stelle per ore, mentre le compagne andavano in giro o in discoteca.

All’università fu dura i primi tempi, i compagni di corso la guardavano dall’alto in basso perché il papà era sempre fuori dall’ateneo ad aspettarla, beffa del destino!
Lei rispondeva con un sorriso ed abbassava lo sguardo.
Trascorso un breve periodo tutti divennero suoi amici, qualcuno le disse che la sua dolcezza li aveva contagiati.
Già la sua dolcezza! Carezza al cuore per impedirgli di esplodere per lo sdegno e per il dolore che teneva stretto dietro la sua maschera di dignità.
Compensava così anche l’arroganza del mondo, l’indifferenza della gente, la crudeltà della vita.
Imparò ad incatenare le lacrime tra le ciglia anche quando il suo volto fu tumefatto dalla violenza umana.

La mente vagava tra i meandri segreti e profondi della sua anima quando decise di alzarsi dal divano per andare nella camera dei ragazzi.
Aprì il loro l’armadio e ripeté lo stesso gesto che segnava ogni suo giorno da qualche anno.
Avvicinò al viso una camicia che Cristian aveva lasciato, si inebriò del suo profumo, abbassò le palpebre e lo chiamò invano.
Era andato via, non voleva più vederla, forse le condannava di avergli tolto una famiglia…un padre…ma, lei ricordava solo i pugni sferrati sul suo corpo esile. Cristian non capiva che l’aveva fatto anche per lui, per loro… non capiva che lei era stanca, e che, anche se lo sgabello non le serviva più, il fardello sulle sue spalle era troppo pesante…
Smise di ricordare.

“ecco, ora posso uscire “ - 

Prese l'auto e si allontanò in un luogo appartato. Si fermò e scrisse alcune righe, poi… chiuse gli occhi.
Quando si svegliò era in sala di rianimazione.
Un dottore dal viso angelico le strinse la mano
- bentornata -
La informarono che l’auto fu trovata contro un muro.
Fu assalita da una folla di pensieri…
- ma io…mi sono fermata…là in quella strada…chissà…forse non volevo restare più là…forse cercavo qualcuno…non so… 

Nessuno le chiese…nessuno tornò a quel giorno, nemmeno lei, poiché decise di ritornare guerriera, di soffrire e gioire, di sperare ed illudersi, di essere paziente ed indignata, comprensiva ed intransigente.



Decise sopratutto di continuare ad Amare ed abbracciare ogni gioia ed ogni pena della sua esistenza, a costo di spaccarsi il cuore.


giovedì 11 settembre 2008


Spada di sangue

Attraversa lo scudo

strazia la carne



del guerriero di pietra

oscura l’immensità


© Shayra
Sangue da Giuda


Mostri intoccabili

avanzano arroganti

su prati di cielo

calpestano fiori innocenti

svenduti al mercato

di bugiardi e potenti

falciano respiri

in un mondo di niente

tempesta di lacrime

nell’universo di sangue

resta silenzio

crocifisso sul muro

solo silenzio

sabato 6 settembre 2008



 Cantami l'amore


foto presa in rete



 

Mi trascina lontano

L’ardore della tua bocca

Soffia brividi porpora

Tra i veli dell’anima

Ascolto la tua voce

Calda d’amore

Parlami ancora

Cantore di passione

© Shayra









 


 


 


 



 





venerdì 5 settembre 2008


Vecchio bambino


E’ notte di pianto

nell’anima stanca

Vaga la mente

tra insonni parole

Ripeti il mio nome
all'infinito

 

senza tregua

 

Spada crudele trapassa
il cuore livido

Guardo il tuo viso

di vecchio bambino

e chiedo ancora

al mio Dio






 

perché

 

Folli pensieri

mi stridono pace

per te per me

Nel petto risuona

la tua folle paura

mentre mi chiedi

 

dove andrò quando morirai?

 

Un dolore di pietra

mi serra i pugni
 Chino la testa

sulle tue mani bianche

e dolcemente
 sussurro



Non morirò mai
* * * * *
( a mio fratello)

© Shayra



giovedì 4 settembre 2008










[Lui non c'è mai, diamine!]

Solo lettere sparse sul tavolo, ed ovunque, un diffuso cianciar di immensi abbandoni.
Fogli bianchi scarabocchiati, di memorie trascorse ...segni di unghie umane.


Squarci d'eternità.


- E poi giù, giù, giù, giù, giù, giù, giù ... vino -
Stanno lì i pensieri. Umidi.


[Sei forse tornato?]


Fantasmi che calcano i cieli, evocandoli.
E su quelle tele, i tagli giallo ocra appaiono come 'raggi di luna che attraversano gli occhi come lame affilate a tagliare i fili dei ricordi nascosti'.


Contemplo il mistico destino.


Fisso i miei occhi verso il palpito della fiammella del lume.


[ - L'hai tu veduta, pensierosa luna, l'hai tu veduto il suo bacio all'amico?...
Sorgevi appunto allor, per l'aura bruna, in un manto di fosforo e di mica...
(tratto da ...Penombre) - ]


 




Giochi.
Giochi di luce, all'orizzonte.
La speranza, che ti calca nel petto,
tremola, ancora,
nell'ombra, compressa
eppur generosa....


 


Con un bacio, Angelica:-)



mercoledì 3 settembre 2008

A SHAYRA

La vita è sempre lì che gioca senza sconti

Ombra di un passato
che ancora lacera la tua pelle d’anima
ferita da un temporale appena nato,
da una luce appassita,
da un’amicizia fragile in balia dei venti.

E confusa,
frastornata
stanca
vorresti
in pensieri incompiuti e irrequieti
abbandonarti al fiume dell’oblio

E vorresti urlare
scrollarti dal corpo quel freddo improvviso

Riprendere a correre
senza trattenere il fiato.

Lacrime
sull’orlo delle ciglia
Pensi
alla felicità come ala di vento
Fragile e irraggiungibile

Ma il cuore batte
fiero
pur nell’amarezza

E
Rialzi il capo
forte
della tua fragilità

E finalmente…
Nel sorriso…
Piangi

martedì 2 settembre 2008


Inconfutabili verità




Volo su ali di spine

sfiorando il tuo mondo

mura di latta

di vuoto colmate

parole di vento

mi soffi nel cuore

Ti conosco

pirata d’anime calde

frughi in dune di mare

frodi preziose parole

cercando dimora

nel porto mio calmo

T’accoglie il faro

in consapevoli distanze

di piombo

mi duole menzogna

mi vivo realtà

Con occhi bendati

mi lasci le mani

e m’avvolgo di me

inconfutabile verità

In brandelli d’infinito

lascio che il tuo destino

strappato e logoro

sia

mentr’io ritorno

al sacro altare dell’innocenza

 © Shayra