martedì 30 novembre 2021

"Crai" [Domani]


Lo scosceso burrone tufaceo sul quale sorge Aliano


“Tutto il domani,  fino alla fine dei tempi,

tendeva a diventare anche per me quel vago

“craì”  contadino, fatto di vuota parola,

via dalla storia e dal tempo”.


Carlo Levi , “Cristo si è fermato a Eboli”  Ed. Mondadori,  pag 176


Crai, o giammai, un vuoto in disinganno 

per gli ultimi, domani è sempre crai

ed oggi, crai perenne ai tribolati


detti cristiani o uomini nascosti,

i senza volto, anonimi e rimossi

dalla coscienza d’ego sfruttatore


che pensa solo all’io e non al sacro,

alla giustizia predicata un tempo.

Crai ci sarà la giusta paga al servo,


con l’equa ricompensa per travaglio,

ma oggi è posto al volto un bel bavaglio,

senza parola e verbo da soffiare


quella che viene in verità di mente,

ora  rimossa a non subire l’onta 

del caldo pane tolto ai propri figli.


Meglio poco che nulla al contadino,

un misero guadagno di moneta,

il più dato in natùra,  ingiusto peso,


grano con sale e d’olio una bottiglia.

Vita migliore poi domani, crai,

sembra pizzicheria d’illusioni. 


In mille luci intorno al nuovo anno,

eguale all’anno andato in disinganno.



Lorenzo 30.11.21


venerdì 26 novembre 2021

Viaggio

Ginestra


Profumi di ginestra attorno al borgo,

mistero che diffonde un po’ magia

di terra in mezzo attinta da tre mari.


Di due s’ode l’eco in lontananza

dell’altro, invece, ai piedi delle acque

turchino il suo colore che profuma,


dove degrada il fertile terreno

che di colture è ricco tutto l’anno,

ginestre in fiori gialli dolce aroma


utilizzati al desco in masseria

quei fili e mani in pasta affaccendate

per fare una spirale da quel grano.


Che festa un giorno nella fattoria!

e  "Paparanno" fece la sortita,

una sorpresa i giorni della festa.


Come la neve i suoi baffi albini

mimetizzati ai fiocchi di candore

fuori al casale imbiancato intorno


ed il compagno fido sentinella,

il suo scudiero lungo quel cammino

scodinzolando e annusando il suolo.


Si torna intanto al borgo ed al mistero

silenzio e quiete scuotono le vie

s’inerpica tornante a quel costone


tanto da fare strade parallele

in dislivello fino al suo crinale

e  tocca l’infinito con la croce


con cupola di chiesa del convento.

Mentre la sera luci d’un presepe

sembra Natale tutti i dì dell’anno


quando le brume volgono alla notte

con le finestre chiuse nel calore

dei focolari pregni dell’amore.


Ora ritorna mente a rinfrescarsi

d’acqua sorgiva fresca dei dintorni,

la stessa fonte a dissetar armenti


d’ovini e di caprini ricca terra

dei secoli di storia pregni i muri,

terra di boschi e di colline brulle 


ricca d’argilla grigia e più pregiata 

 a strisce di metallo grigio verde

per far pastori a mitici presepi


che ogni casa cura in questo tempo,

nell’attesa di giorno di Natale

e ritornando al dì di "Paparanno"


quando la sera uniti al focolare

un sugo succulento preparato,

con pasta fatta in casa con il grano


e carne messa al fuoco con conserva

che nell’estate il tempo ci riserva.


Lorenzo 26.11.2021


venerdì 19 novembre 2021

Sogni di Gloria

 



Ferrandina Borgo Antico


Addio sogni di gloria nella valle

ancora nude pietre con gli sterpi,

sordo silenzio intorno come un tempo,


fiaccole spente in alte ciminiere

il segno d'abbandono e dell'oblio,

avvolti in buio come mezzanotte.


Terra d'argilla pregna di memoria

che dell'esilio fece sua dimora

durante gli anni trenta del dominio,


quattro rioni per cento guerrieri

con armi improprie prese nei dintorni,

bastoni di betulle e scope vecchie,


si combatteva  a singolar tenzone

con lividi in quei corpi ed ematomi.

Erano i tempi di giovani sognanti,


il filo di memoria non inganna

miraggi mai rimossi in combattenti,

onirica presenza dell'infanzia


campane d'Ognissanti con gli estinti

e nella notte sotto le coperte,

per meta delle anime con ceri.


E poi Natale nella masseria

la neve che cadeva e s'imbiancava

campagna tutt'intorno fino al bosco,


regno dei lupi attenti predatori

coi ceppi al focolare sempre accesi

e degli armenti,  i fedeli in guardia.


Il pranzo della festa con il nonno

e del maiale un sugo assai gustoso

con pasta fatta in casa con ginestra.


Da scuola la memoria non si sposta,

con l'esistenza tutta lì riposta.


Lorenzo  19.11.21

domenica 14 novembre 2021

Intrecci d'arte

 


Intrecci 


Un canestro, un segno d'arte antica

ripreso da soffitta sotto il tetto

per frutti di stagione d'essiccare


e conservare innanzi nell'inverno,

bordi d'ulivo rami più sottili

come i capelli di candide muse


fatto da mani esperte d'artigiani,

trecciati nell' ellittico canestro

per porre fichi da indorare al sole


e conservare in essi quel calore,

per riscaldare il cuore di fanciulli

come merenda buona d'alternare.


Erano un tempo il premio della festa,

epoca amara, sempre poco pane,

si ripeteva sempre il corso antico


quando la madre provvida nutrice

nella saccoccia aveva quattro fichi

da dare ai quattro figli che d'intorno


stringevano il suo cinto provvidente

e lei contenta e sempre sorridente,

era la madre dolce ed accogliente.


Sono ricordi d'un tempo lontano,

allora s'abitava in un sottano.


Lorenzo 14.11.21

venerdì 12 novembre 2021

Le Cinque Croci

 


Le Cinque Croci 


Croci al limitar di lungo viale, 

un tempo aperto ai bianchi crisantemi

nei giorni del ricordo dei defunti


o dei Caduti sui monti del Carso,

nell'attesa d'un penoso Avanti

fuori dalle trincee sanguinanti.


E quell'attesa riportava in mente

ricordo dolce di casa lontana,

della consorte e figli lì lasciati


nell'innocenza dell'età d'infanzia.

Lì si fermava un piccolo corteo 

all'imbrunire d'un funesto giorno,


si tratteneva per mesto cordoglio,

per preci e ossequi ai prossimi parenti

e poi riprendeva la sua via,


la strada dei cipressi e del rimpianto

cammino che conduce al Camposanto.



Lorenzo 12.11.21

mercoledì 10 novembre 2021

Drupe


Raccolta 

 

Fertili drupe, i campi sono pieni

ricca raccolta in squarci di sereno,

si parte al buio, in alba, finchè il sole

che s'alza alla marina radia i campi,


ponendo ai contadini le fatiche,

panni di fibra ai piedi di quei tronchi

carichi adesso d'olio per dispensa

per pane e pomodoro o per condire 


pietanze di dimore del mio borgo.

Quanto penar a monte di quei frutti

per la raccolta in mesi dell'autunno,


dal fiore a quelle olive ben cresciute

si passano ben oltre le stagioni,

fino a lambire l'altra primavera.


Lorenzo 8.11.21

giovedì 4 novembre 2021

Campo 124/Amore di Patria


Sacrario

 

Un Campo come un altro in altopiano

lontano dal suo campo con gli ulivi

insieme ad altri militi caduti


chiamati al Dover Sacro per la Patria,

il Padre di mia Madre ivi riposa

nel Camposanto, al centro dell'entrata,


ai lati gli obelischi d'Ufficiali,

giovani, allora, carichi di gloria,

servirono la Patria con onore,


al suolo sono adesso radicati

come cipressi cantano il dolore.

Salendo quei gradini in pietra grigia


m'addentro nel Santuario dei Caduti,

volti gioviali sempre sorridenti,

stesso sorriso in tutte le stagioni


una Cappella sembra monumento

per Fanti ed Ufficiali morti in guerra,

lumini accesi e crisantemi bianchi


riposti lì dai figli di lor figli

per tramandare al mondo la Memoria.

Non sono morti invano per la Patria,


soccombere per Lei riporta in vita

il senso del decreto in epitaffio.

Fu riportato in Patria in urna chiusa


negli anni dopo il venti con tradotta

e posto nel Sacrario qui descritto,

ove sepolti sono i miglior figli,


manca l'effigie sulla Sacra Tomba,

è facile trovarla nell'entrata

a destra dell'altare in bella vista,


conservo sua Memoria nella mente

quando immagine troneggiava austera

nella cucina in casa dell'infanzia.


Ora riposa degno del suo nome

e dell'Eterno gode del suo lume.


 Lorenzo 4.11.21

martedì 2 novembre 2021

Gli occhi di una Madre

Un lume acceso nella notte scura,

lucerna nei tuoi occhi grigio perla

son fari accesi limpidi al sorriso,

son certo ch'essi sono la mia guida,


come due astri portano alla meta,

la sicurezza in ore d'afflizione

è l'evidenza di fidato assenso,

mentre cammino sulle vie del mondo


colmo di perdizione e vana gloria

e con il tempo andato ch'è trascorso

gli occhi tuoi splendono di stelle,


faro sicuro nelle  ore oscure

dammi forza di vivere sognando,

per continuare vita in nuova luce.


Lorenzo  2.11.21

lunedì 1 novembre 2021

Viali d'Ognissanti

"Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombra"


da Elegia Pasquale di Andrea Zanzotto


Per Crocifissa un nome di famiglia,

un nome ricorrente che s'invoca

ed ora sono Angeli d'infanti,


passano giorni e contano le ore

e i tempi che dividono ritorno

in luoghi dell'oriente non estremo.


Un tempo, invece, erano maestre,

a giovinette s' istruiva il fare

d'una sobria minestra e tutti i giorni


a vendere nocelle o castagnaccio

per i braccianti e per i compratori

di falce e zappa e come mietitori,


nelle contrade prossime alla murgia,

verso quei sassi brulli, d'acre odore

di terra arsa ed anche terremoti.


Dunque, la Crocifissa, detto il nome

di fatto e d'apparenza, a dire il vero,

attenta serva a provvida Signora,


curava i figli che la provvidenza

dava alle dame in nobili casati

e poi stirava i panni di bucato.


Cenere calda sopra un panno bianco

e poi, la sera a casa, in un sottano

a preparare quel frugale pasto


ai propri figli ed al suo consorte.

E qui s'addice il verso del Poeta

"Crocifissa ai raggi ultimi è l'ombra".


Un'ombra per fatiche e per dolori,

al Vespro che s'immerge nelle brume,

nei tempi di novembre un pò nebbiosi.


Ombra di Croci in tempo d'Ognissanti

nei viali del dolore in via di Luce,

lumi alle icone in tutti i Camposanti.


Con la certezza d'essere vicini

al dì Natale e al fuoco di camini.


Lorenzo 1.11.21