martedì 26 dicembre 2023

venerdì 22 dicembre 2023

Memoria!!

Memoria


Fu donna d'animo nobile e delicato

amò teneramente il suo marito e i 

suoi tre figli, con cui condivise le poche 

gioie e le molte sofferenze della vita

e della sua lunga malattia. Cosciente 

di aver compiuto bene la sua missione

di sposa e di madre cristiana, attese 

la morte, come termine ai suoi dolori

e premio alle sue virtù.


E nell'ottantadue passa il padre,

nel sogno m'indicò la via da fare.


* 22.1.1916 - + 22.12.1956


L'elogio più grande fu tutta la sua vita,

di umiltà, di semplicità, di fede, di 

dovere compiuto sommessamente, quasi

segretamente.


* 27.9.1911 - + 21.12.1982    


Lorenzo 22.12.2023

domenica 26 novembre 2023

Giornata del trappeto !!

 Frantoio d'una volta 


“Il padrone di casa mi aveva avvertito 


che sarei stato spesso disturbato 


dal rumore del trappeto, 


il frantoio che era sotto alle mie stanze; 


ci si entrava dall’orto, 


per una porticina di fianco agli scalini 


che portavano in casa. 


Avrebbe lavorato anche di notte, 


il trappeto mi aveva detto. 


Quando girava la vecchia mola di pietra, 


trascinata in tondo da un asino bendato,


la casa tremava, e un rombo continuo 


saliva dal pavimento"


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag. 185, 

Einaudi  Editore, Torino, 2014.


E s'apre il cuore quando leggo il nome

dell'antico trappeto sulla via

della marina nostra amica mia,


ambienti da rettangoli formati

le volte a botte ed asini a girare

le mole delle vasche con le bende


un tetto a chiancarelle a copertura

lamine in pietra dura sembra selce

interno di museo d'altri tempi


macine, torni e tini, un focolare,

il regno dell'attiva vivandiera

che preparava il pasto agli operai


si davano a scambiarsi la fatica

tre volte in ventiquattro di giornata

o forse due in tempo sindacato.


Ricordo vivandiera del trappeto

a fianco di stazione del ridotto

lo scartamento della ciclatera,


erano i tempi primi al secondario

e la gran madre era vivandiera,

legumi cucinati al focolare


fagioli o ceci ed acqua al primo sale

unico piatto e ricca colazione

con olio fuoriuscito dalla pressa,


e pane la schanata, tre fettine

del forno di Lucrezia fatto a mano

zuppa di pane intriso di quell'acqua


profumi di quell'olio appena fatto

e sento ancora odori di quel luogo.

Ma è tempo di tornare alla marina


a proprietà di nobile casato

d'alte mura protetto e custodito

d'intrecci di famiglie e di progenie


economia d'un tempo trapassato

ed era pieno il luogo di strutture

fondante conduzione e di risorse. 


Tutto è cambiato ormai non più le presse

e l'olio con lattine a noi concesse


Lorenzo 26.11.23


venerdì 17 novembre 2023

Sulla Lama !

Panorama del mio paese, 1935 di Francesco Speranza 


"Così Speranza sceglie un punto 

di osservazione più basso per riprendere 

[...] il Panorama del mio paese, 

in un tratto in cui il caseggiato 

è più lontano essendosi la lama 

un po' allargata [...]

Come accennato, la tensione verso l'alto,

[...] è tripartita oltre che dai campanili 

di San Domenico e della Cattedrale, [...]

anche dal massiccio campanile 

di san Francesco della Scarpa, quello che 

che nello skyline della città segna 

il profilo più alto, terminante 

col suo bulbo rococò a cipolla"


Emanuele Cazzolla, Francesco Speranza,

Pittore del Novecento, Claudio Grenzi Editore,

Foggia 2023, pagg. 164,165. 



Descritta dai cantori quella lama,

pittore del mio borgo conosciuto

pronto a schizzare sui foglietti estivi,


ed un poeta il suono di campane,

le vele e campanili del mio borgo

descrive in lingua madre quei suoi canti,


seduti a meditare su quei luoghi.

Un fosso d'incompiuto corso d'acqua

scendendo dalla murgia fino al mare,


quando la mena riempie arido letto,

regno d'incalliti cercatori

di cicorielle a valle e funghi ai sassi,


quando la pioggia attesa dona frutti,

non solo lumachine su pareti.

E' regno incontrastato di cinghiali,


chiosa il cartello posto sulla strada

che dal mio borgo sale alle matine.

Due ponti sopra il corso di quel fosso


attraversati da generazioni,

il primo porta a scala degli ingegni,

la sede del liceo nel convento


ed il secondo verso borghi interni

posti sulle alture della murgia.

E' l'orizzonte spazio temporale


grida di locandina dell'evento,

e' degno d'ateneo degli anziani

com'anche al centro di ricerche urbane. 


La linea immaginaria che si sposta

davanti ai nostri occhi di continuo

perchè traverso i sacri luoghi aviti


avviene conoscenza del passato,

per raccontare storia per futuro

per mezzo d'esperienza del presente.


E' un parco naturale quella lama,

è roba per il cuore per chi l'ama


Lorenzo 17.11.23


sabato 28 ottobre 2023

Intreccio di civiltà d'un tempo

Tutto il miele è finito
Carlo Levi, il miele di Orune,
concessione di R. Acetoso

"Una civiltà di pastori

si trasforma in parte

in una civiltà contadina,

[...] e già la civiltà contadina

si dissolve pel mondo 

e sorgono centri operai,

come querce solitarie"


Carlo Levi, Tutto il miele è finito,

Ilisso edizioni, Torino, Einaudi 1964, pag. 37.



Intreccio di civiltà d'un tempo 


Cattedrali nel deserto

civiltà ambivalenti

i pastori in transumanza 


che diventano operai.

Sono querce solitarie

in ambiente conosciuto


tra due mari dello Ionio,

nella piana degli ulivi,

nelle zone dell'industria


capannoni abbandonati,

dopo l'auge del respiro,

di lavoro già in disuso


in colline brulle e grigie

dall'argilla refrattaria

dei calanchi di Lucania,


tra le greggi in terra sarda,

mentre a pranzo si cucina

maialino succulento.


La miscella preparata

da diverse istituzioni

per pastori e contadini


operai e diplomati,

funzionari tra quei mondi,

separati eppur vicini


che appaiono lontani,

affluenti al grande fiume

della cassa meridiana,


sotto il sole che s'avventa

su quel mirto che t'inebria,

tra gli ulivi secolari,


come ai solchi di frumento

grano duro a nutrimento.


Lorenzo 28.10.2023

domenica 24 settembre 2023

Sei con noi, sempre.

Sei con noi, sempre !


“Non piangete la mia assenza, 

sentitemi vicino e parlatemi ancora. 

Io vi amerò dal cielo come vi ho amati sulla terra.”


Sant'Agostino


Le note allegre d'interrogazione

lorquando si portavano a lavagna,

gli alunni tuoi a invito rallegrante


e li invitavi alla dimostrazione,

tu iniziavi in detto d'allegria,

fondendo la fiducia a superare


l'angoscia di fallire quel quesito

e d'amore cantavi la canzone,

"parlami d'amore Mariù" dicevi.


Amore era per te il tuo lavoro,

di formule, equazioni e teoremi 

e ai numeri apparivano le note


di pentagrammi in auge nel sessanta.

Amavi il tuo lavoro per portare,

come dicevi "il pane alla famiglia",


non quello azzimo, ma quello dolce,

profumo del mandorlo a primavera,

una delle metafore che amavi,


capendo, infine, il senso di parole.

E mentre si cantava, la notizia

di tua mancanza a vita sulla terra


per riposare in Vita oltre la morte,

quel giorno che giammai dimentichiamo,

novantaquattro il ventisei d'aprile,


ci manca la risata e il suo vocione,

gli sguardi che davano sicurezza,

sapeva tutto e rispondeva a tutto.


Ed era martedì quel giorno triste,

un'ora d'intervallo a second'ora

e non rientrasti più tra i tuoi alunni.


Il volto col sorriso, il tuo esserci,

sono insieme sempre, per non perderci.


Lorenzo 25.9.23


Dedicata al Professore Michele dai suoi discepoli d'un tempo.

sabato 16 settembre 2023

La bella 'Mbriana


 
La bella 'Mbriana 


"La tradizione narra di una 

principessa napoletana

dalla bellezza leggendaria,

abbandonata prima di andare all'altare

e che per il dolore iniziò a vagare 

senza meta tra le strade di Napoli,

in abito nuziale. [...] Ecco perchè si dice

che porta fortuna nelle case.

E' la bella 'mbriana che diffonde il bene 

girovagando fra le mura domestiche

sotto forma di una lucertolina."


Valentino Losito, ZITTI ZITTI, PIANO PIANO

Storie, personaggi, musiche e leggende della Controra

SECOP edizioni, 2022 pag. 214



Fortuna e buona spinta data in sorte

dice il proverbio detto in volgar modo

si manifesta dietro tende mosse


dal vento nelle ore di controra

la bella'Mbriana che diffonde il bene

girovagando tra le mura amiche


oppure tra pareti di campagna

poste dai contadini per confine

macchiate dai licheni orme del tempo


e sottoforma di lucertolina 

lo spirito di casa e dei poderi

dolce angelo al vecchio focolare


appare a meridiana alla controra

obbligo per fanciulli di dormire

parla il silenzio di penombra stanza


e guai a chi non dorme dice il padre

quando in strada impazza il caldo afoso

magia e mistero intrecciano il suo fare


in angoli nascosti si ripone

uscendo solamente qualche istante

controlla consigliando gli abitanti


aggiungi un posto in tavola con sedia

se l'ospite d'onore si presenta

porta serenità spirito buono


tre spiriti vocati nell'inverno

quando i racconti detti intorno al fuoco

propiziano il riposo della notte


il monaciello 'mbriana e la janara

davano il sonno fino all'alba chiara


Lorenzo 16.9.23

martedì 15 agosto 2023

Deposizione

Deposizione
 


Dal Vangelo secondo Giovanni. 19, 32-35.38


(...)


Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, 

che era discepolo di Gesù, 

ma di nascosto, per timore dei Giudei, 

chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. 

Pilato lo concesse. 

Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.



Altorilievo della Piastra in marmo 

Deposizione posta in Cattedrale,

unico sopravvissuto a tre pannelli


in val Padana, incisi molti nomi 

ed Antelami autore di scultura,

un Atto addolorato di Passione,


del Salvatore la Deposizione,

è tolto dalla Croce il Redentore

ed i soldati maneggiano Veste,


tirata a sorte secondo Scrittura,

guardati da immagine di luna,

pallida luce mentre il sole splende


e guarda Madre Santa e tre Marie,

nel preludio di Resurrezione.

D'Arimatea, l'adepto Giuseppe


depone dalla Croce nel lenzuolo

cingendo sulla vita il Corpo inerte

e bacia con un soffio il suo Costato,


ferito dalla lancia del soldato

e Gabriele l'Angelo d'Annuncio

porta la Mano al volto di Maria.


E Nicodemo sale gli scalini

per liberare Mano ancor con chiodo,

son tutti intorno al Nostro Salvatore.


Nel terzo giorno la Risurrezione,

Speranza dei credenti Redenzione


Lorenzo 15.8.23

giovedì 10 agosto 2023

Piazza di Puglia

Piazza di Puglia Dipinto di F. Speranza 1947


"Una solitaria presenza dinamica

è quella di un carretto con la botte 

dell'acqua, trainato da un mulo e dal padrone,

che, ripreso da dietro, sale dalla via 

a destra lungo la direttrice prospettica."


Emanuele Cazzolla, FRANCESCO SPERANZA 

Pittore del Novecento, C. Grenzi Editore,

Foggia 2023, pag 242



"Sempre a sinistra, il quadro si chiude 

con la lunga scala di accesso alla vecchia 

scuola materna “Giacomo Pantaleo” "


F. Fioriello, Piazzetta Fortinguerra, 

luogo dell’anima di Francesco Speranza,

Fonte: Primo Piano, 31.7.23



Un casalino come s'usa dire

in quel della Lucania tanto cara

e dalla lama aperta presso il ponte


che porta alla mia scuola d'una volta,

si giunge ad una piazza conosciuta

nel luogo che profuma dell'antico,


di Speranza incanto in due segni,

del Nostro beneamato che dipinge

gli angoli nascosti del mio borgo


e la speranza che giammai tramonta

di conoscenze per i nostri figli.

Una storia che tutti conosciamo


siamo negli anni, i primi del settanta,

teatro di dolore e di silenzio,

quella piazzetta fonte e nuova linfa


per i fanciulli tolti dalla strada.

Del Maestro conservo la memoria,

incontri del giovedì nella chiesa,


con giovani aspiranti a vita onesta, 

altri vissuti avuti in altro luogo,

sull'Alta Murgia in chiesa di Signori,


giorno di festa andava per il Rito. 

Eppure, in quella piazza c'è l'Asilo,

si raggiungeva dalla scalinata,


un ambiente gioioso ed educante,

il frutto di donanti generosi,  

dove il Grande Maestro proiettava


filmati educativi in cineforum,

in quel contesto sano e "illuminato",

Suor Beniamina ed altre due Sorelle,


arricchivano loro Vocazione,

con Maestri coesi e volontari,

incontri con adulti e Catechesi.


C'era anche un Corso per lavoratori,

su quella via, in "quella stradina"   

con i gloriosi banchi d'una volta,


della scuola "San Pietro"  'ché dismessa.

Grazie Maestro Marco, per il Cuore,

andava raccontato il tuo Amore.


Raggi di Luce fra quelle pareti,

lo sguardo "Oltre" in piana d'uliveti.


Lorenzo 10.8.23

domenica 6 agosto 2023

Castello

Castello, particolare di un dipinto di F. Speranza,
1938, Figure, con casa sul porto e Castello a destra


"A San Mauro Forte, poco più in alto sul monte,

avrei ancora veduto, all'ingresso del paese, i pali

a cui furono infisse per anni le teste dei briganti,"


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag.6, 

Einaudi  Editore, Torino, 2014.


Un' antica vedetta quel maniero

in cala insenatura molto aperta

rifugio di barchette o pescherecci


munifici a pescare il pesce in scoglio,

vedetta di difesa al mare aperto

da un altro lato verso mezzogiorno


aperto agli orizzonti meridiani,

difesa ai saraceni e ai pirati

erano d'avvistamento queste torri


disposte sulla costa e all'interno

torrioni di difesa più imponenti

quattro cannoni e paio di spingarde


cinque fucili con un capitano,

un artigliere più quattro soldati

difesa di quel sito sopra il mare.


Eran grandezza grande gli avamposti

di media oppur di piccola fattura,

questa presieduta da due armati.


Nei pressi c'era un luogo di supplizio

per condannati a pena capitale

e pali per appendere i ladroni


come s'usava a teste di briganti,

nei borghi raccontati di Lucania.

Ordunque, a pericolo scampato,


un luogo di riposo per anziani

riposti a "beneficio" dei parenti

e poi presidio delle Fiamme Gialle.


E' proprietà adesso demaniale

e d'auspicio il culto al territorio.


Lorenzo 6.10.23

domenica 30 luglio 2023

Il piatto della Domenica

Il piatto della Domenica 


oh rìzze oh rìzze oh rìzze 

come all'òve iè oh rìzze

il riccio, il riccio, il riccio

come l'uovo è il riccio


Di mare aroma e scrigni di sapore

son ricci dalla polpa succulenta

è d'obbligo l'esserci di freschezza


s'apre calotta che poggia su roccia

si vede polpa e uova in arancione

cuocere gli spagnetti giusto al dente


aglio prezzemolo e il rosso fuoco

dico peperoncino assai piccante

una padella ed olio quanto basta


soffriggi il preparato in due minuti

ed annegare pasta in questo luogo

un mestolo di acqua di cottura


girare e rivoltare polpa arancio

bastano due minuti il primo in rancio


Lorenzo 30.7.23

venerdì 28 luglio 2023

Storia della fontana

 Storia della fontana


Cape de firre


Testa di ferro 


Questa fontana sembra senza testa,

dal rubinetto scorre l'acqua a gocce,

mentre racconta nella sua memoria


la storia del suo viaggio in quella via,

dagli anni quando posta per salvare

il popolo assetato della Puglia,


in anni addietro abbiamo pur solcato

viadotto coi ragazzi in conoscenza,

mentre scorreva l'acqua sotto i piedi


e raggiungeva i borghi tanto cari.

Angolo del mio borgo coi sottani

e mi ricordo pure il gran da fare


di capannelli, tutti bene in fila

per riempire brocche in terracotta

e soddisfare scorta per famiglia,


quando i rubinetti erano asciutti

e non scorreva acqua nelle case.

Ricordo giovinetto un dì di luglio,


andai alla fontana della strada

che porta ancora a piazza delle Croci,

era sera inoltrata, alle due ore


e con la brocca piena ritornai

per dare linfa fresca  a nuova vita.

Pure quando a ritroso dal "monte"


ritornava a maggio "Compagnia"

si riportava a casa un nuovo coccio,

"u cìciue" dalla bocca assai ristretta,


per mantenere a lungo fresca l'acqua,

più forma tondeggiante di buon pane,

durava i giorni d'una settimana.


Memorie che raccontano la Storia

dei tempi ormai passati e la sua Gloria.


Lorenzo 28.7.23

mercoledì 26 luglio 2023

Anticiclone

 Anticiclone


Caronte anticiclone sta bruciando

i frutti della terra tanto attesi,

ora disidratati dal gran caldo, 


lacerati da raggi arroventati

ed inchiodati sull'arida terra.

Sono le ore di primo mattino,


le più indicate a lavorare i campi,

d'onesti contadini mal pagati,

stanno soffrendo, si sente il commento,


di chi s'appressa al giorno presso il luogo.

Per ricompensa solo la fatica,

e la promessa fatta al compratore,


con tanta voglia di tornare al desco,

dal fiammeggiante girone dantesco.



Lorenzo 26.7.23


domenica 23 luglio 2023

Caldo estremo

Quaranta Gradi


 La Divina Commedia Inferno Canto V


"Così discesi del cerchio primaio        1

giù nel secondo, che men loco cinghia

e tanto più dolor, che punge a guaio.


Stavvi Minòs orribilmente, e ringhia:

essamina le colpe ne l’intrata;

giudica e manda secondo ch’avvinghia."   6


Dante Alighieri, la Divina Commedia, Canto V, versi 1-6


Letta ieri sulla Gazzetta del Mezzogiorno


Rubrica Lessico Meridionale di M. Mirabella.


Caldo estremo in terza rima


Lo chiamano minosse il grande caldo,

cambiando il nome all'afa di caronte,

non varia la sostanza al caposaldo,


una fortezza posta sulla fronte,

un peso che si posa sui capelli

lasciando il mio spirito ansimante.


Come li vuoi chiamar son sempre eguali,

una calura mai, dacchè siam nati,

che brucia d'ogni specie i vegetali.


Non traghetta minosse quei dannati, 

giudica i rei avvinti da lussuria,

ad infernal bufera condannati.


Lorenzo 24.7.23


venerdì 21 luglio 2023

Bassorilievo

Bassorilievo


 S’honne cotte re fèufe e se l'honne mangèute gridde gridde:

Hanno cotto le fave e le hanno mangiate da soli: 

Amara constatazione su chi si è

assicurato il potere e la pancia piena, 

senza preoccuparsi se "u pòple stè descìune"

il popolo è digiuno.



Parlano i sassi antichi della murgia,

di transumanze e mandrie sui tratturi

non solo, c'è il messaggio della pietra


anche sulla parete della casa,

magari lì nascosta da inesperti

che per manutenzione l'ha rimossa


dalla coscienza e dalla nostra vista

e parla d'empatia quel manufatto.

Signori ben vestiti ed educati


seduti sulla panca a desinare,

visti dall'alto d'altro osservatore,

il chiavistello è aperto per invito,


e scende in quel frangente quel Signore,

ben pettinato e tunica elegante,

che porge un piatto a uomini avviliti.


Son nove sofferenti ed affamati,

dimessi dal digiuno, a ben vedere

ed un commento duro che distingue


diversità di vita fra i due gruppi,

ed è l'auspicio a carità cristiana,

lancia il messaggio univoco la pietra,


d'amare il prossimo come te stesso,

Comandamento, vale pure adesso.


Lorenzo 22.7.23

giovedì 20 luglio 2023

Lo chiamano Caronte in terza rima

Commedia sulla terra


"Caron dimonio, con occhi di bragia,    109

loro accennando, tutte le raccoglie; 

batte col remo qualunque s’adagia. 


Come d’autunno si levan le foglie 

l’una appresso de l’altra, fin che ’l ramo 

vede a la terra tutte le sue spoglie, 


similemente il mal seme d’Adamo 

gittansi di quel lito ad una ad una, 

per cenni come augel per suo richiamo." 117


D. Alighieri, La Divina Commedia, 

Inferno, Canto terzo, versi 109-117



Lo chiamano Caronte in terza rima


Caronte indemoniato batte l'astro,

cocente s'introduce sul mio corpo

bruciando testa e piedi ch'è un disastro,


intanto sto fuggendo d'un sol colpo,

cercando il mio rifugio dentro mura 

di pietre amiche per il contraccolpo


di fresco che s'attende finchè dura,

sento ronzare le formiche in testa,

nulla in conforto intanto che scongiura


ma tutto avanza nel contesto e resta

e chissà quando avremo il refrigerio,

per ritemprare il corpo chè m'assista.


Lorenzo 20.7.23

mercoledì 19 luglio 2023

L'aratura fra realtà e mito

 

L'aratura fra realtà e mito


Vùlte e gìre tèrre

la ricchèzze veine


Voltando e girando la terra 

si diventa ricchi.


L'aratura contribuisce 

ad avere un buon raccolto.



Sentito questo detto l'altro giorno

al festival d'ulivo e civiltà 

dei contadini d'oggi e poi di ieri.


Un aforisma narra l'aratura

di zolle rinnovate di campagna

per coltivar la terra a nuovi slanci


e prepararla a semine innovate,

d'evento già parlato in questo luogo

ed or mi preme raccontare il mito


tante leggende cantano la terra,

tra le altre c'è l'aratro d'Odisseo.

La sua follia, falsa, a dir il vero,


vissuta fra le zolle con l'attrezzo.

Si finse folle onde evitar la guerra

dei greci contro i teucri annunciata.


Doveva per profeta star lontano,

da Itaca sua patria e dalla sposa,

la flotta  era già pronta per salpare


ma Uiisse ritardava a quell'evento,

il generale acheo andò a trovarlo, 

a chieder lumi della sua rinuncia.


Arava il condottiero nel suo campo

fingendo d'esser pazzo nel percorso,

frasi sconnesse, seminando il sale, 


invece di sementi per dar frutti

tanto d'inaridire amate zolle,

per farsi creder folle ai convenuti.


Cartina al tornasole come prova,

per controllar follia veritiera,

Palemede, un furbo combattente,


pose fra zolle il tenero figliolo,

Telemaco l'infante ed indifeso.

S'accorse Ulisse di manovra triste,


voltò di scatto il vomere d'aratro,

salvando il suo figliolo dall'eccidio,

la sua follia così fu smascherata,


quindi, dovette, a forza, sì partire,

lasciando la sua isola e gli affetti.

Abbiamo già parlato d'aratura,


i tempi i luoghi in tutte le stagioni,

conoscono i nostri contadini,

gli attrezzi da portare alla bisogna.


Buoi o cavallo avanti a quell'attrezzo

ed ora col trattore questo il mezzo.


Lorenzo 19.7.23

lunedì 17 luglio 2023

Domani

Braccianti

 Scióje  a  premètte  a  la  Pórte.


Andare a promettere (la propria manodopera) a Porta Baresana. - 

Si allude all'abitudine tipicamente del mio borgo, 

di ingaggiare contratti di lavoro in piazza 

e precisamente a porta Baresana. 

Si tratta per lo più di lavori agricoli stagionali 

(raccolta delle olive, mandorle, potatura, etc.).


"Io pensavo a quante volte, 

ogni giorno, usavo sentire 

questa continua parola, 

in tutti i discorsi dei contadini. 

– Ninte, – come dicono a Gagliano. –

 Che cosa hai mangiato? – Niente. – 

Che cosa speri? – Niente. – 

Che cosa si può fare? – Niente -. 

La stessa, e gli occhi si alzano, 

nel gesto della negazione, verso il cielo. 

L’altra parola, 

che ritorna sempre nei discorsi è crai, 

il cras latino, domani. 

Tutto quello che si aspetta, 

che deve arrivare, 

che deve essere fatto o mutato, 

è crai, Ma crai significa mai."


Carlo Levi, CRISTO SI E' FERMATO A EBOLI,

Einaudi editore, Torino, 2014. Pag.163


Domani 


Sarà in futuro

Spero promitto e iuro

quello ch'accadrà 


domani un altro giorno

poi si vedrà domani



Tira a campare 

pazienza per quest'oggi

passa domani 


domani altro domani

e poi dopodomani


Lorenzo 17.7.23


sabato 15 luglio 2023

Sottano

Dipinto di F. Speranza Anni 40, particolare
                                 di una Piazza del Borgo Antico con sottani


"La camera [...] 

Era una stanza buia, lunga e stretta,

con una finestrucola in fondo, 

le pareti dipinte a calce grige, sporche 

e scrostate. C'erano tre lettucci, 

un catino di ferro smaltato in un angolo, 

con una brocca, e un canterano zoppo 

in faccia ai letti. Una lampadina, 

sporca di antichi nerumi di mosche, 

mandava una sbiadita luce giallastra."


Carlo Levi, CRISTO SI E' FERMATO A EBOLI,

Einaudi editore, Torino, 2014. Pag.31


Sottano 


Sottano d'una volta un solo vano

una stanza divisa da due panni,

un angolo cottura per cucina,


un fuoco ed un treppiede per caldaia,

un altro per servizi personali

e nella stanza unica il lettone,


un tavolo tre sedie un canterano,

la specie di comò per biancheria,

a quanto pare un piede un po' più corto,


tanto a sembrare mobile azzoppato

ed una bacinella per lavarsi,

questo il mobilio in casa d'altri tempi


e archetipo elegante dell'arredo

è quel bacile in dote ad uno sposo,

gli spetta dare, secondo l'usanza.


Acqua di pozzo o di fontanella

serviva per riempire bacinella,

testimonianza a sveglia del mattino,


complicità per far svanir torpore,

e fare aprire gli occhi al nuovo giorno.

Nell'acqua del catino scorre il tempo,


alba e tramonto in vita coniugale,

vagito del neonato oppur lamento

del moribondo giunto al suo tramonto,


per visita del medico curante,

alfa ed omèga della vita umana.

E' pur riserva idrica al paese, 


il termine bacile è il serbatoio

per dare l'acqua fresca al territorio.


Lorenzo 15.7.23

giovedì 13 luglio 2023

San Valentino

San Valentino di F. Speranza 1953



Piaceva al Gran Maestro conosciuto

schizzare con inchiostro i suoi dipinti,

con qualche nota scritta col pennino


per ricordare a studio quello schizzo,

lorquando ritornava sul suo banco

con i colori d'applicare al quadro,


in questo caso il Santo Valentino

chiesetta posta in Piazza presso Croci,

cinque disposte al centro di due strade.


La prima porta mesta al Cimitero,

lì si fermava un piccolo corteo,

all'imbrunire d'un funesto giorno,


si tratteneva per triste cordoglio

e l'altra, invece, ai campi fuori porta

dell'alta murgia oltre le matine,


campagna d'uliveti e mandorleti

che da pianata arriva alla marina, 

dall'acque azzurre fresche e cristalline.


Un campanile a vela sovrastante

chiamava a devozione i residenti

di quella grande piazza dei Caduti,


la pesa d'una volta di derrate

per giusto pagamento sotto l'arco

parete posta fronte al giardinetto,


oculi due sulla fiancata sud,

a dare luce ed aria alla chiesetta

sovrastano quel lato sul piazzale, 


con alberi d'abeti a dare l'ombra

a chi riposa stanco le sue membra,

qualche sottano accanto che s'affaccia.


Un tempo a cinque Croci, un'officina,

forgiava i ferri per cavalli e muli,

anni sessanta chiesa parrocchiale,


dal borgo antico trasferita in loco,

dal vicolo che s'apre sotto l'arco

e quella via immette sulla lama.


San Valentino il Santo di febbraio,

tra inverno e primavera intermediario.



Lorenzo 13.7.23

martedì 11 luglio 2023

Il Torrione

Torrione Angioino di F, Speranza, Particolare


 Il Torrione


Sta nel torrione 

la terrazza anulare

luogo gioioso


per conferenze e mostre

ricchezza di valori



invece in piazza

gruppo d'agricoltori

stanno in pensiero


fra poco un compratore

darà loro lavoro


Lorenzo 11.7.23

domenica 9 luglio 2023

Porta Baresana

Porta Baresana Dipinto di F. Speranza 


E' Porta Baresana raccontata,

la piazza che conduce alla piazzetta

da quella strada stretta di Ciccillo,


vendeva scarpe a tutti del paese,

eredità trasmessa ai discendenti,

in altri luoghi posti nel mio borgo.

.

Torniamo adesso a splendidi colori

d'una piazza ch'è più d'un paesaggio,

d'anime pensierose e loro storie,


ognuno coi problemi tutti proprii.

Due Monumenti in nessi della Storia

fra quel Torrione ancora ricoperto,


ora scoperto fino a fondamenta,

serba segreti e ancora dei lamenti

dei contadini vinti per fatica,


con quella porta bassa che conduce

a Camera Lavoro Sindacale.

Si scende dall'entrata un po' sommessa


in quella stanza piena delle storie

delle generazioni sottomesse

dai possidenti ricchi dei Casati


e quella Porta aperta alla Preghiera

del popolo che implora la Patrona,

posta in sommità del Monumento


e sottostanti due orologi in vista, 

con i rintocchi d'ogni quarto in ora

giusto i suoni d'ogni tempo al giorno


dall'alba fino al termine di luce,

quando a due ore s'ascolta il silenzio,

nell'ombra della notte ch'è venuta.


E in fondo c'è la Chiesa in altra Piazza

ed un Convento già ch'ho raccontato

di poveri orfanelli per battaglie


vinte o perdute sui campi di guerra

e in mezzo una villetta con i lecci

ove si compravano le braccia


dei mietitori del grano lucano

oppure del raccolto di stagione,

nei campi attorno al borgo nella piana,


d'ulivi e mandorleti o di vigneti

da fossa premurgiana fino al mare.

Una fontana in basso bene in vista,


per dissetare terra sitibonda

e due baracche fisse ora scomparse

per soddisfare gola dei bambini.


Da quella casa rossa dal balcone

s'udiva del politico il sermone.


Lorenzo 9.7.23

sabato 8 luglio 2023

Angolo del Borgo Antico

Piazzetta Gramsci, dipinto di F. Speranza 1977
Angolo del Borgo Antico


Il centro d'un quadrivio conosciuto,

il primo porta al centro del paese

ma qui è ben nascosto a nostra vista,


lungo una strada con la merceria

che un tempo riforniva gli artigiani

di ago e filo ed altro per ricamo


ed essa porta al cuore d'abitato,

verso la porta detta baresana

confine delle Piazze principali,


la prima raccontata per la storia

e l'altra con profumi di leccornie

per due baracche esistenti un tempo


bon bon e caramelle mandorlate,

fatte sul luogo d'abili dell'arte,

centro vitale della Settimana,


l'ultima di Passione del Signore.

Nella piazzetta nostra ben pittata

dal Nostro Gran Maestro d'altri tempi,


seguendo con lo sguardo su a sinistra,

la strada già mi porta a Chiesa Grande,

con il Plancheto e la Gran Facciata


e chianche modellate a pavimento

ed una Guglia e Statua di Maria.

A destra, invece, verso Via San Rocco,


vicoli stretti portano ad un forno,

con Chiese e Monastero di gran fama,

Suore Benedettine con Badessa,


ove s'innesta verso un'altra piazza,

incontro strade larghe del mio borgo

e siamo già per ora fuori porta,


in trittico di strade già percorse, 

verso la Chiesa posta lì ad un miglio,

e Via che porta mesta al Camposanto


e camminando a manca lungo il muro,

s'apre la lama secca d'un torrente

e Scuola della prima giovinezza,


nel luogo che ha lasciato il borgo antico,

mentre ritorno a Piazza qui dipinta,

s'affaccia il fabbricato con le grate.


Una piazzetta bella ed attrezzata

di piccoli negozi conosciuti,

da me già visitati in anni scorsi,


quando s'andava in bottega giusta,

per fare il buon ragù domenicale

ed anche le patate con l'agnello.


Tornano in mente i luoghi tanto amati

e per memoria mai dimenticati.


Lorenzo 8.7.23

giovedì 6 luglio 2023

Trappeto

Trappeto



“Il padrone di casa mi aveva avvertito che sarei stato spesso disturbato dal rumore del trappeto, 

il frantoio che era sotto alle mie stanze; 

ci si entrava dall’orto, per una porticina di fianco agli scalini che portavano in casa. 

Avrebbe lavorato anche di notte, il trappeto, mi aveva detto. 

Quando girava la vecchia mola di pietra, trascinata in tondo da un asino bendato, 

a casa tremava, e un rombo continuo saliva dal pavimento”


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag. 185,

Einaudi  Editore, Torino,  2014.



Trappeto d'una volta abbandonato

alla funzione propria che s'addice

ambiente di lavoro e di soggiorno


con tutto il necessario per il fare

cucina ed anche stalla e dormitorio

con muli che faccendano la ruota


oppure l'asinello che bendato

gira intorno a vasca per olive

le macine per divenir poltiglia


ambienti vivi per sei mesi l'anno

ottobre continuava fino a Pasqua

e pasta pronta rimessa in saccoccia


di fiscoli di giunchi del funaio

e sovrapposti in fila sopra il torchio

pressati da tre uomini forzuti


tecnica antica tutta fatta a mano,

ora invece c'è la tecnologia.

Pressati, acqua ed olio posti in tini


legno o pozzetti cavi nella roccia

e l'olio salta su e separato

dall'acqua nei barili per trasposto.


Nel cinquecento trappeti nel borgo

circa trecento, uno anche adesso 

trappeto del Capitolo contrada


nei pressi del poligono esistente,

notansi ancora adesso resti in pietra

macine con cisterne e torchi antichi,


due finestrelle appena luce ed aria

ambienti di lavoro, una pescara

una chiesetta e campanile a vela


adesso invece luogo per eventi

imprenditore fiuta buoni venti


Lorenzo 6.7.23

sabato 1 luglio 2023

Piazza Grande

 




Piazza Grande


La chìàzza grànne


La piazza grande



Piazza grande, bianca di luce e case, 


intorno c'è la Chiesa ed un portone,


sono cent'anni, era orfanotrofio



degli orfanelli della grande guerra,


v'era mia madre giovane fanciulla,


finquando strale le lanciò Cupido,



lorquando la colpì l'amato sposo


e mutuando fuori campo il tempo,


progenie continuò d'esserci ancora.



Un monumento a grande musicista,


del melodramma artefice eccellente,


ora sepolto in cripta in Cattedrale.



ivi traslato in marzo d'anno ottanta,


da Chiesa di laguna Ospedaletto,


situata nel Sestiere di Castello.



Mattoni grigi in ampio marciapiedi


e la circondano alberi di lecci


con folta chioma ed ombra che ripara,



dal sole dell'estate assai cocente.


Piccolo bosco al centro del mio borgo,


dove al vespro si disputano uccelletti,



i primi che si svegliano al mattino,


per svolazzare in campi degli ulivi


e più vicino in fondi d'ortolani,



eppure quando piove sono ombrelli


e i contadini stanno ad aspettare


una promessa di fatica ai campi



dal comprator di ricco possidente,


per il lavoro di braccianti ad ore.


Al vespro dell'autunno per raccolta



alla distesa d'uliveti pieni


ed in estate per la mietitura


di grano di Lucania o Tavoliere.



Son uomini avviliti, spesso smunti,


in bocca un'alfa, una sigaretta


già preparata con cartina presa



nella bottega dei tabacchi e sale.


Stazionano sul prato di mattoni


in gruppi di preghiere o di lamenti



per cielo che non piove o cade male,


nel tempo che non serve alla campagna.


Ora non più i tempi dell'attesa,



per compagnia un telefonino


che squilla e chiama per miglior fortuna.


In quella piazza grande c'era un tempo,



nei giorni della festa ai nostri Santi,


un lunapark prendeva quello spazio


con macchine da scontro e baracconi



di tiro a segno un colpo ad un pacchetto


di wafer al cioccolato già gustato.


Di fronte una vetrina e mille cose



bilance bilancini e serrature,


doppiette bene in vista per la caccia,


dentro un vano per fare l'esperienza,



ed imparare l'arte del ricamo


e di cucito a giovani fanciulle


con quell'aggeggio, dopo vi racconto.



Faccio memoria di tutti gli eventi,


nostalgica visione del passato


e le vendemmie fatte alle matine



col mosto per novello a San Martino.


Mi piace ricordare il tempo andato,


il mese di novembre d'Ognissanti



i fiori e i lumi in tutti i Camposanti


ed il Cammino in Luce al Cimitero,


lungo i viali dei tumuli d'estinti,



il tempo dell'Avvento, grande evento,


l'attesa del Bambino nella Grotta,


con le vigilie fatte di digiuni,



lampade accese sui balconi in strade


e a preparar presepi nelle case,


profumi di trappeti e cartellate 



e a ritemprar pensiero in esercizio,


seduto a meditar testimonianze,


per Respiro del Tempo, la Poesia.


 

Oh, cara Piazza Grande del mio borgo,


ricordo l'esercizio ruvestino


e il magazzino di tessuti, estinto,



più in là, nel giardinetto a pochi passi,


grande negozio, un segno di famiglia,


mobili che non scordo dello zio.



E questo il tempo che mi sta più a cuore,


la casa ancor presente del mio Amore,


con la Vetrina d'una Ditta Antica



Premiata e Brevettata, Caro Nonno


Macchine da Cucire e Ricamare


Armi Pesi e Misure sopra scritto.



Artefice d'Ingegno ritornato


in vita oltre la morte, grande esempio,


Epifania d'anno trentadue.



Macchine da cucire è vera storia,


scritture che raccontano memoria. 



Lorenzo 1.7.23


domenica 25 giugno 2023

Il Parco

Il Parco 

Parco dell'alta murgia verdeggiante

cumuli nembi bassi in altopiano

una casetta in mezzo diroccata


rifugio dei pastori in transumanza

che un tempo tansitavano nei pressi

per i tratturi posti sulla via


è lì che s'è perduta pecorella

ed avido passante s'è appropriato

portandola in cortile di dimora


pecora alla rizzola trasformata

nella pignatta mista ad erbe fresche

e con aromi noti a chi s'intende


siamo ai confini di terra lucana

si vedono colline all'orizzonte

fin dove arriva sguardo dei presenti


di là d'immaginario un altro mondo

colline di calanchi per quei borghi

ora disabitati e strade vuote


un tempo pieni d'anime gentili

ed in quei borghi d'anime viventi 

famiglie generose ed ospitali


lavorano nei campi fino a sera

quadro presente e tutto quel che c'era



Lorenzo 25.6.23

sabato 24 giugno 2023

Il canto

Il canto

 

S'ode al mattino

chicchirichi del gallo 

voce a distesa


in piana degli ulivi

un suono dei ricordi


Lorenzo 24.6.23

giovedì 22 giugno 2023

Vita sulla lama

Vita sulla lama


Angolo conosciuto del mio borgo

un ponte con tre archi sul torrente

che viene dalla murgia d'alto colle


uno spaccato della vita d'avi

un traino con il mulo sopra il varco

contadini che tornano dai campi


dopo il raccolto fatto in tempo giusto

forse portano olive dell'autunno

oppure mandorle nella piena estate


la scalinata porta ad una scuola

si cimentano ingegni del futuro

son curvi in questi giorni di scrittura


prove d'esami della maturità

siamo al secondo giorno degli scritti

e nella lama sempre secca ormai


in fila ortaggi posti nel fossato

da un agricoltore fortunato


Lorenzo 22.6.23

giovedì 15 giugno 2023

Anna

Anna


Invoco il nome tuo come Madre

sentisti il primo pianto in quella via

e si diceva allora nel dialetto


sotto la luce elettrica quel posto

la via dei natali dell'Eroe,

nei pressi del fossato della lama


un corso sempre secco e sitibondo,

con erbe rinsecchite con vigneti

che agresti produttori di quel luogo


provvedono a fruttare in quelle zolle 

e Porta Maia lì a cento passi.

Ricordi dell'infanzia ora lontana,


eri la sarta fine del quartiere

eppure d'altre strade del mio borgo

ed aiutavi pure a fare il pane.


Eri legata in vincoli d'amica

con mia sorella grande e con Maria,

trittico di germane assai fedeli


ed io ricordo il detto che dicevi

quando s'avvicinava il giusto prezzo

di vesti che fruivi per la festa


alle madame pronte a tirar prezzo

finquando l'ammansivi a ricompensa.

Ora i tuoi figli piangono il distacco


ma hai lasciato loro un grande segno

è quello dell'amore e fratellanza

la giusta eredità con la creanza.


Riposo eterno ora è tuo guadagno

accanto della vita tuo compagno.


Lorenzo 15.6.23

domenica 4 giugno 2023

Onori ai Caduti

Sacrario

Nonno Emmanuele


Vittorio Veneto 26.9.1917


Un campo come un altro lì sul Carso

lontano dal suo campo con gli ulivi

insieme ad altri militi caduti


chiamati al dover sacro per la Patria

il padre di mia madre ivi riposa

nel camposanto al centro dell'entrata


in un Sacrario sembra monumento

per fanti ed ufficiali morti in guerra

quadrivio dei viali del dolore


i ceri accesi e crisantemi bianchi

riposti lì dai figli di lor figli

per tramandare al mondo la memoria


non sono morti invano per la Patria

soccombere per Lei riporta in vita

il senso del decreto in epitaffio

 

corre il tempo di tre generazioni

ivi traslato il quattro di quel giugno

cent'anni nel Sacrario al Camposanto


spoglie mortali avvolti da Bandiera

va la tradotta da monti a marina

per dignità di Patria al dì natale


il quattro Giugno dell'anno ventitre

parlo del novecento ormai passato

memoria imperitura al caro nonno


Emmanuele sulla pietra effigie

memoria eterna per sacre elegie 


Lorenzo 4.6.23

martedì 30 maggio 2023

Opinione

 

Opinione

“Còme  dìce  e  ddóice  nan  dóice” –  dìsse  u trezzàise – “jè  còme  dìgghe  jóje!” 


“Come dici e dici, non dici nulla" - disse il Terlizzese- "è (solo) come dico io!". - Un gioco di parole per sottolineare l'inutilità della propria opinione dinanzi a chi comanda, a chi governa.

Aforisma

E chi comanda 
decide in tutti i sensi
torto o ragione

la sua opinione vince
da quamdo il mondo esiste


Lorenzo 30.5.23

venerdì 26 maggio 2023

La lama

La lama

E' sempre verde

la macchia nella lama

per tutto il tempo


Nella natura non contaminata

freschi profumi della primavera

aria pulita in tela verdeggiante


e cinguettio d'uccelli di passaggio

sentieri che conducono alla villa

nel bel vedere offerto dalla lama


selvatiche presenze nella selva

domestico cervone e serpe biacco

verde è la macchia nel suo divenire


grotte scavate dal tempo remoto

oppur dall'uomo ingegno nel suo moto


Lorenzo 26.5.23

giovedì 25 maggio 2023

Il culto dei nostri nonni

 Il culto dei nostri nonni


"Solo nella tradizione è il mio amore”


Da Poesia in forma di rosa 


(Pier Paolo Pasolini) 


Mi prende amore per la tradizione

un detto d'un poeta d'altri tempi

ulivi nella piana verdeggianti


antichi tronchi e giovani virgulti

fino a quando non passano i briganti

facendo scempio a piante secolari


o per vendetta o per vil denaro

chiome d'argento poste a semicerchio

lingue di rossa terra tra muretti


di pietre che raccontano la storia

dei secoli trascorsi tra gli armenti

di transumanze in passi lenti e stanchi


sui sentieri battuti e calpestati

feriti da insensibili stranieri

pur se l'agreste cura il suo podere


buio è il giardino caduto in oblio

mentre il gallo intuisce il far del giorno

chiamando ad operarsi nei poderi


per l'opra adatta al tempo d'ogni mese

fra filari dipinti dal pittore

alberi d'ogni specie in ogni dove


fra macchie e fili d'erba e cicoriette

fresche al palato e miste alle favette


Lorenzo 25.5.23

mercoledì 3 maggio 2023

Come potare

Come potare 

Cicli vitali d'alberi d'ulivo

e ne consegue l'arte per potare

lo fa in inverno il saggio contadino


ma varia in conseguenza della pianta

per il nostro conosce agricoltore

esiste della pianta ciò che conta


regola di cinque in lingua regale

i rami morti e privi delle foglie

deboli e secchi rami da potare


estremità ingiallite ed appassite

oppur toccati in vili parassiti

rami spezzati a seguito di urti


polloni e succhioni detti mignoni

che succhiano la linfa da rubare

ai rami buoni a dare buoni frutti


periodo giusto dopo quest'elenco

il contadino sceglie il ramo stanco


Lorenzo 3.5.23

martedì 25 aprile 2023

Saper conservare

 

Saper conservare 


Tenàje a requéste.


Tenere in serbo, per eventuale necessità. 

Riferito a cosa, il detto vuol dire 

conservare per servirsene all'occorrenza. 


Riferito a persona, 

il detto vuol dire 

tenere qualcuno 

di riserva o per rimpiazzo.



E' un detto del mio borgo d'altri tempi

di saggi contadini adesso estinti

quando al lavoro  dalla notte a sera


s'andava per i campi con il mulo

altro compagno del duro travaglio

che si curava come una persona


per conservare i frutti del raccolto

servirsene nel tempo in divenire

come ad esempio un tino pieno d'olio


centellinato al desco di famiglia

sa la massaia come si conserva

l'olio d'oliva in tino o in lattine


per ora lascia i frutti a maturare

sono in embrione ed in vegetazione

saranno pronti al tempo d'Ognissanti


quando maturi saranno raccolti

da squadre di braccianti alla distesa

di piana degli ulivi del mio borgo


indi portati in sacchi ben rinchiusi

trappeti aperti e macine in funzione

ciclo continuo adesso era moderna


e l'oro d'uliveti si conserva

tenuto a casa in anno per riserva


Lorenzo 25.4.23

domenica 23 aprile 2023

Fortino

Fortino


Torrione ottagonale

della città difesa

in alto a manca


uscita a porticella

terrapieno elevato

s'affaccia sulla lama


baluardo del paese

lancio di pece calda

parabola di sassi


pietre a zoccolo messe

quando furon rimosse


Lorenzo 23.4.23

venerdì 21 aprile 2023

Viale

Viale



Un viale un po' sconnesso l'ho provato

conduce ad una grotta sulla murgia

dove m'ispira il respiro del tempo

che fa poesia in flussi di pensieri


e lì s'acquieta dell'uomo la mente

dove si placa l'ansia nella notte

e porta via nebbie della vita

mentre a orizzonte s'intravede l'onda


della tempesta che s'avventa in ore

della giornata prossima ventura

e quel tratturo strada degli armenti


nell'ora che conduce sulle alture

o di ritorno prima dell'avvento

nel vento della lama ch'attraversa



Lorenzo 21.4.23

giovedì 20 aprile 2023

martedì 18 aprile 2023

lunedì 17 aprile 2023

ll Tempio

tempio


Parlano pietre di chiesa campestre

lapidi affisse su pareti bianche

documenti d'un tempo lì scolpiti


da testimoni che lasciano il segno

parlano della storia del mio borgo

vita vissuta in epoca remota


d'antica strada di traffici e commerci

immersa tra gli ulivi secolari

cupola a trullo lastricata a lastre 


prese dal luogo stesso del contesto

difronte cappellette dei misteri

e ne rimane una del Calvario


alla controra s'ode il Crocifisso

suonano le campane in tempo fisso


Lorenzo 17.4.23

sabato 15 aprile 2023

Selvaggio !!

Selvaggio 


Selvaggio frutto

scovato in un viaggio

simili bacche 


alle drupe d'ulivo

in mezzo alla natura


Di una terra

tra pietre con arbusti

maturo seme


sono raccolti d'uomo

in agro levantino


Lorenzo 15.4.23

venerdì 14 aprile 2023

Schizzi di Vita !!

Schizzi di Vita !!
F. Speranza Casa rurale 1968



Schizzi d'inchiostro nero

su carta patinata

quando ritorna al mare


il Nostro cittadino

al porto al borgo sacro

riprende angoli noti


poi in parte libera

del foglio gìà schizzato

scrive l'annotazioni


su cielo vento sole

e sui colori in uso

al suo ritorno in patria


fra brume d'adozione

vengono fuori i quadri

già ritrasmessi al mondo


di casa in angolino

dipinge in tavolino


Lorenzo 14.4.23

mercoledì 12 aprile 2023

Viale degli ulivi !!

 Viale degli ulivi !!


"Nessuna storia ha efficacia o

"durerà a lungo se non sentiamo 

"noi stessi che è vera, e che è vera 

"nei nostri riguardi".

                          (John Steinbeck)


In piana degli ulivi

refrain di lunga vita

incanto di visione


mi stringe solo il cuore

a riveder quei luoghi

di vita tanto amata


giammai dimenticata

seduto sul viadotto

d'eccelse conoscenze


pareti paralleli

di pietre poste in luogo

dagli antenati nostri


raccontano la storia

d'antiche transumanze

d'armenti provenienti


dall'appennino attiguo

riposano i pastori

su pietre già segnate


dal tempo fuggon via

per prendere il cammino

per borghi degli ulivi


i pranzi di Pasquetta

in giorno della festa 

dopo Risurrezione


festanti comitive

un rito che rivive


Lorenzo 12.4.23