giovedì 31 marzo 2022

Il Calzolaio

Il Calzolaio


Il calzolaio un'arte nell'oblio

secondo i dati contano su dita

due mesterianti ogni cinque borghi,


si usa, ahimè, l'usanza d'usa e getta

i ciabattini chiudono serrande.

Ogni quartiere ne contava cinque


adesso un ciabattino oppure un paio

fanno corona  a tutta la contrada.

Andava in medioevo quel lavoro,


un Santo proteggeva la sua arte

del calzolaio la fatica buona,

artefice d'un abile prodotto


e in medio centenario d'anni scorsi

presero il sopravvento imprenditori

al posto di quei singoli artigiani.


Un sopratacco, la risuolatura,

cinture in cuoio, le borsette in pelle,

usando dei modelli di tomaia


adatti al fondo del pellame ovino

o di caprino oppure d'un bovino.

Conosco un ciabattino al mio paese


lavora da mattina fino a notte,

chiudendo alle ventuno i suoi battenti,

rimane nel locale a ventiquattro,


spegne le luci allora per ritorno.

E nel meriggio un'ora d'intervallo

a tre di meridiano fino a quattro.


La bella impresa, grande riverenza,

maestro calzolaio in confidenza.


Lorenzo 31.3.22


mercoledì 30 marzo 2022

Il Banditore

 Il Banditore, Olio su Tela, Ritucci Chinni, 1920


"Una sera che un vento selvaggio 

aveva portato qualche squarcio

di sereno, udii squillare la tromba 

del banditore, e rullare il tamburo;

la strana voce del becchino ripeteva,

davanti a tutte le case, con la sua nota 

alta e strascicata, il suo appello."


Primo Levi, Cristo si è fermato a Eboli,

Einaudi Editore, Torino, Ed.16, 2021 pag.166



Chiosava i cittadini,  il banditore

per avvisarli d'un evento lieto,

inizio della festa del paese,


del sindaco ordinanza ad alta voce,

quando non c'era l'uso della stampa,

fissata sulle mura delle case.


La visita d'un alto personaggio,

l'arrivo del venditore di spezie

o di legumi al prezzo di fortuna,


del vino buono e del telaiuolo,

con stoffe per la dote delle spose,

venuti col bagaglio d'altri borghi.


L'immagine dipinta con trombetta,

ci mostra il bannitàre con divisa,

per bando delle angurie rosso fuoco,


una caraffa colma d'un bel rosso

e ancora del pescato un bel San Pietro. 

U bànne, iettabbànne o dir si voglia,


giornale di paese per gli astanti,

l'arrivo delle reti al far di sera,

quando dal mare accostano le barche,


con la paranza e le mazzancolle, 

merluzzi con le triglie dello scoglio

e la merosca, alicette e allievi,


i piccoli di seppia senza gli ossi,

con l'obbligo a gustarli nudi e crudi,

così come natura li creava,


senza limone e nemmeno l'olio,

per non guastare il gusto d'altomare.

Bianchetto di novelli pesciolini


che a cena si mangiavano nel desco

con filo d'olio e gocce di limone

e un po' di pepe per insaporire.


Ricordo di Lucania in quel d'Aliano

Gagliano in libro al fiato del racconto,

l'arrivo d'un  ben noto toccasana,


sanaporcelle che il banditor custode

faceva appello a donne di borgata,

d'arrivo in loco d'ottimo chirurgo,


anche se arrivava il giorno dopo,

col viso acceso in un largo spiazzo

fra calanchi nei pressi di sorgente,


operazione fuori del villaggio

e il banditore dai mille mestieri

squillava la sua tromba nel paese.


Costui dovea sanar predestinate

cavar, cioè, da pancia il necessario 

a procreare nuova discendenza,


tanto il destino loro era segnato,

servivano a salami e salsiciotti

vantresche e culatelli con prosciutti.


Costate da servire quella sera,

al fuoco della brace bene accesa,

con il ragù col sugo dell'annata.


Scopo del rito a crescerle più forti,

con carne fresca, rosa e tenerella,

dispensa generosa per famiglia.


Un rullo di tamburo accompagnava,

il banditor col fido che attirava.


Lorenzo 30.3.22

martedì 29 marzo 2022

Il Mietitore

 Il Mietitore


Il mietitor cortese si scappella

al mediator padrone dei braccianti,

venuti in convenienza d'altri borghi


a lavorar la terra di Lucania,

nei mesi in mezzo ai gradi di calura,

trovavano l'accordo nella piazza


presso la porta antica del paese,

fronte ai palazzi nobili del borgo.

All'alba si partiva per il campo


di grano già maturo per raccolta,

col proprio mulo oppure col calesse

a gruppi di persone lavoranti,


lavoro fatto al sole che cuoceva

le facce d'abbronzati faticanti.

Cappello in protezione ai contadini


un fazzoletto bianco alle Signore

per la fatica da mattina a sera,

la falce per tagliare il biondo grano,


i lunghi pamtaloni sulle gambe

e guanti di cannuoli sulle dita

per non tagliarsi mano di sinistra,


ammesso che la falce fosse a destra.

Sul collo un fazzoletto rosso fuoco

per il sudore a fiumi, per fatica


fasci di spighe legate d'altre spighe

le gregne coi covoni verso l'alto,

un intervallo verso mezzogiorno


con la cialledda preparata in loco,

il pane e pomodoro con la croce 

pure condito con un giro d'olio,


oppure un piatto con la pasta al sugo

se masseria era non lontana.

I mietitori lavoranti in proprio


ponevano il mangiare in fazzoletto

grande a bastare per coprire il tutto,

pane e formaggio e un cucumo per bere,


un recipiente contenente l'acqua

per dissetarsi lungo la giornata

serbato presso alberi per l'ombra,


oppure sotto terra bene al fresco.

La paga pattuita presso piazza

e testimon d'accordo i due pezzoni,


pietre squadrate e cupole per cima,

prima un acconto, il resto alla scadenza

con vendita del grano a macinare


presso il mulino posto fuori porta,

nel mese del gran caldo a ferragosto

e il mietitor tornava al propio borgo.


La paga convenuta cinque o dieci,

lire d'allora e sempre buoni amici.


Lorenzo 29.3.22

lunedì 28 marzo 2022

Ombrellaio

 Ombrellaio


E quando si rompeva per il vento,

l'ombrello un gran bene sì prezioso,

per gente con le case dentro i Sassi,


un ambulante in giro per le strade

era chiamato a riparar l'oggetto.

Una cassetta aveva degli attrezzi,


forbici e pinza, fil cotone e ferro,

chiosava 'umbrellaroo ad alta voce,

finquando da finestra si chiamava


pe riparar la stecca dell'ombrello,

che rotta s'era per colpo di vento,

portato dalla furia nel convesso.


Adesso s'usa e getta anche il fiato,

dialogo non c'è tra due fratelli,

meno che mai tra popoli e nazioni.


Ci vuole mano esperta per mestiere,

un'umile fatica d'una volta.

Ricordo da fanciullo l'ombrellaio,


il borgo non ricorda la sua storia,

ma ignorar non deve il suo passato

ed imparare d'umile esperienza,


fascino d'umanità e tenerezza,

nobile uomo colmo di finezza.


Lorenzo 28.3.22

domenica 27 marzo 2022

Maestro d'Ascia

Calesse



Nella bottega del maestro d'ascia

si costruiva traino e il calesse,

portati da cavalli ed asinelli


per la fatica in campi coltivati

o per riporre i frutti del travaglio,

il grano, oppure sacchi delle olive,


nel tempo destinato alla raccolta.

Uva bombino o di malvasia

per il buon vino rosso e chiaro bianco.


Sotto il carro sistema per frenare

nei tratti di pendio del tratturo,

la corda si tirava per l'attrito,


la lampada  a petrolio per il buio

per la mattina, per la sera al vespro,

chè la notte s'avvolge nel suo manto,


un fido come guardia sotto il carro

per protezione ai soliti briganti.

Maestro d'ascia eppure modellava,


il vomero per zolle a  rivoltare,

per farle rinvenire e coltivare.


Lorenzo 27.3.22

sabato 26 marzo 2022

Il Fornaio

 

Il Forno a Legna


Altra incombenza in auge al giorno d'oggi,

la notte al giorno è ora di lavoro

quando morfeo offusca la coscienza


dell'uomo che ristora il corpo suo

ed il fornaio appronta la bottega

per fare il pane, il cibo degli umani.


Pane e focaccia, biscotti e pasticcini

del povero e del ricco l'alimento.

Forni di tutti i tipi al giorno d'oggi


ma un tempo rigorosa era la legna

serviva per accendere quei forni

di refrattario al fuoco delle frasche.


Pane dei Sassi cotto in Casalnuovo

o nel rione Malva nella zona,

ognuno coi clienti del quartiere


con semola lucana di Cappelli,

lievito madre e acqua un po' salata

e a fine del processo un bel cornetto,


siglato con tre tagli sulla cima

e posto in forno dopo la crescenza,

buono e ben cotto in fondo vuoto al tocco,


giusto il calore, costanti dentro i gradi.

Sono rimasti pochi al borgo mio

forno di San Giovanni e di Minerva


e qualche altro posto in borgo antico.

Ricordo il forno dove Crocifissa

portava il pane per la settimana,


profumo di fragranze nei dintorni

in tempi di Natale e ancor Pasquali

e le pietanze in giorno della festa,


la pasta con polpette e mozzarella

coperta con vestito d'oro rosso,

agnello con patate e i suoi contorni.


E a Carnevale la pignatta colma

di carne ovina, sedano e cipolle,

carote poi quant'altro e rivestita


con pasta di buon pane da infornare

e tanti di famiglia da sfamare.


Lorenzo 26.3.22

venerdì 25 marzo 2022

Il Fornaciaio

 Fornace Carotta


L'artefice del forno in sacrificio

da mane a sera il tempo del travaglio,

la camera pre fiamma, l'altra al fuoco,


i materiali cotti nella brace

d'ordinazioni riarsi di fornace,

secondo le richieste in refrattario.


Pani d'argilla grigia di calanchi

venivano formati in laterizi, 

squadrati e poi rimessi dentro il forno,


come si fa col pane di frumento.

Mattone in terracotta,  poi venduto

assieme ai suoi fratelli tutti eguali


con firma dell'artefice del forno,

fuoco continuo in fornace ardente,

sequela di mattoni cucinati.


Un'esperienza d'un decennio indietro,

Carotta la fornace patavina,

sede d'eventi lieti ad onorare


i premi letterari di poesia,

ove i poeti convenuti in loco,

hanno vissuto  l'Eco di Sonetti,


in emozioni avvolti in un respiro,

mutuando versi in nobili poemi,

Laboratorio e classici  immortali.


E sopra l'edificio spicca canna,

alzava un tempo il fumo d'una spanna.


Lorenzo 25.3.22

giovedì 24 marzo 2022

Il Falegname

Bottega del Falegname


Nella bottega porte con finestre

assieme alla mobilia per gli sposi,

garzoni imparavano il mestiere


ad imparare il prossimo futuro

e guadagnare il pane al proprio desco.

La serie dei mestieri agli apprendisti,


acqua per squadra attinta a fontanella,

a fine di giornata via gli attrezzi

per ordinare stanza del travaglio.


Legno pregiato per fare il lavoro

a sposi in incombenza della festa,

armadio, cassapanca e comodini


comò, il settimino e vetrinetta,

il tavolino e  tavolo in salotto,

il letto con testate di metallo


battuto da maestro d'altro genio.

E quando la famiglia s'allargava

oggetti per bambini costruiva


culla e girello con il seggiolino,

lettini per la stanza degl'infanti

e l'armadietto con la scrivania.


Un cavalluccio in legno per trastulli,

finquando diventavano fanciulli.


Lorenzo 24.3.22

mercoledì 23 marzo 2022

Il Maniscalco

 Il Maniscalco


La civiltà del borgo d'una volta

naturalmente quella contadina,

in campagna s'andava con il mulo.


Agricola fatica per famiglia,

scarpe di ferro per l'ibrido equino,

alla bisogna c'era il maniscalco.


Forgiava il ferro che poneva ai piedi

dell'asinello oppure del cavallo

e dentro la fucina modellava,


a caldo il ferro a zoccolo poneva.

Protetto il mulo andava sotto il carro

a trasportar tranquillo il suo frumento


o sacchi delle olive d'oliarola.

Tutto in disuso adesso c'è il trattore

o qualsivoglia mezzo di trasporto,


col pieno di gasolio tutt'avanti,

anche col prezzo salito alle stelle.

Adesso il ferro usato a talismano,


su porta dei negozi e appartamenti,

ridotto a tale uso negli ambienti.


Lorenzo 23.3.22

martedì 22 marzo 2022

Il Carbonaio

Carbonaia


Nel bosco ed in campagna il carbonaio
prendeva rami della potatura
dai potatori lasciati nei campi,

terreno preparava ad innalzare
i cumuli di legna da bruciare.
Per lenta combustione riportava

quei rami accatastati come un monte,
al centro un caminetto fino in cima
per aria d'alimento per bruciare.

Fatta catasta con umida terra,
il tutto si copriva e nel camino
cadeva una fiammella inizio fuoco.

Cominciava così la combustione,
durava dieci giorni a fuoco lento,
con boccole di spia del combusto,

finquando si formava carbonella.
Raccolta nelle balle ed asciugata
a carico di mulo si portava 

al borgo in deposito carbone,
così venduto con ammirazione.

Lorenzo 22.3.22

lunedì 21 marzo 2022

Lo Stagnaro

 

Caldaia prima del Restauro


Creava e riparava la caldaia

posta sulla cucina della nonna

una volta costruita in muratura,


di rame rosso e manici in metallo 

nera di fuori e candida all'interno,

foglio di stagno per la protezione,


spalmato nell'incavo da stagnaro.

Mestiere d'una volta un po' nascosto

per il rumore che si  produceva


a colpi di martello sull metallo.

Nella caldaia acqua per bucato,

bolliva con la legna posta in fondo,


cicorie di campagna oppure rape

le cime prelibate della murgia

con orecchiette rigorose in casa.


Un filo d'olio e pane abbrustolito,

due pomodori cotti in tegamino,

sempre di rame con cipolla a tocchi.


Dunque, martello e manici di ferro

per sollevar caldaia con l'afferro.


Lorenzo 21.3.22

domenica 20 marzo 2022

Il Conza Piatti

 Il Conza Piatti


Altro mestiere da dimenticare,

il conza piatti che da mane a sera

i piatti riparava ch'eran rotti.


Scodelle e piatti infranti nulla al caso,

si ricuciva il tutto per usarli,

di nuovo nella mensa del sottano.


Nulla si buttava al tempo andato,

intanto si mangiava tutti insieme,

per tutta la famiglia, una stoviglia


ceci o cicerchie e pasta fatta in casa,

sapore e povertà in contentezza,

nel desco in comunione a far di sera,


quando il papà tornava dal lavoro,

grande fatica in tutta la giornata.

E quando si rompeva si cuciva.


La cucitura posta sull'argilla,

un fil di ferro passa dentro i fori,

trapano a corda, posti a cocci uniti.


Punta d'un chiodo e pasta di cemento

ed asciugato pronto per l'impiego,

d'altra minestra pronta l'indomani.


Il cunza piatti angoscia dei bambini,

cuciva lor la bocca ai più cattivi,

così diceva madre ad ammansirli.


Notte d'Epifania è tradizione,

i cucibocca in giro col bastone.


Lorenzo 20.3.22


sabato 19 marzo 2022

Cambiastracci

Stracci


Le stoffe e robe vecchie da buttare

venivano serbati per baratto,

capi a brandelli come strofinacci,


posti nei sacchi ed accumulati,

per lavoro d'antico cambiastracci

che al grido pezze vecchie, vecchi stracci,


fermava il suo carretto presso case,

pesando quel fardello con stadera

e in cambio di quei cenci dava arnesi.


Padelle, bacinelle oppure imbuti,

brocche di cotto per riempire l'acqua,

la falce per il grano od un martello


servivano per altri del mestiere.

Le stoffe raccattate e rivendute

a grossi mediatori di contrada


vendevano gli stracci ai fabbricanti

d'industria della carta in mille usi,

secondo l'utilizzo e l'incombenza.


La carta dei fanciulli per quaderno,

da scrivere in giorni dell'inverno.


Lorenzo 19.3.22

venerdì 18 marzo 2022

Rimembranza

Rimembranza


Sto rivoltando i lumi del passato,

nascosti adesso in angoli remoti,

come un tempo faceva la fattrice 


di materassi in lana districata.

Apriva sul ripiano la dispensa,

batuffoli di lana assai nodosi


posti a lavare in tini saponati

e stesi al sole di terrazze al vento.

Splendenti come rose del giardino,


con il piumino sto rispolverando

e proponendo storia dei mestieri,

ai tempi odierni, ahimè, ormai scomparsi.


Nella memoria pongo rimembranza,

di perle conservate in abbondanza.


Lorenzo 18. 3.22

giovedì 17 marzo 2022

Ricami

 Ricami


Sono ricami d'arte fatti a mano,

un punto antico come si chiamava

d'attenta tessitrice d'altri tempi


un rosetta fatta a far di sera,

preciso stile delle nostre nonne

per fare un bel corredo alle figliole


un tovaglia nel salotto buono

un senso d'arte posto in bellavista

per figlia adolescente già in ascesa


tante rosette poi riunite assieme

sere d'inverno, i sogni nella mente,

lampada d'abatjour per fare luce


il fascio posto al centro di quell'arte.

Ora che primavera s'apre al mondo,

risplende quel lavoro ereditato


cinque campane a coronare veli

in un abbraccio d'opera e cimeli.


Lorenzo 17. 3.22

mercoledì 16 marzo 2022

Viale

 Viale


Un viale un po' sconnesso, l'ho provato

conduce a quella grotta d'altopiano

dove si ferma musa di poesia,


nel respiro coi  flussi di pensieri.

Conduce l'uomo ad acquietar la mente,

così si placa l'ansia della notte,


come spazza le nebbie della vita,

pur se a orizzonte s'intravede l'onda

di nubi di tempesta che s'avventa


nella giornata prossima a venire.

Tratturo calpestato dalle mandrie,

nel cammino che porta nell'altura,


per il  ritorno prima dell'Avvento,

e le Speranze accese da quel vento.


Lorenzo 16.3.22

lunedì 14 marzo 2022

Graspe

Graspe



Gocce di pioggia bagnano le foglie,

s'impregnano di vita quei virgulti

in campicello lieto per piovasco,


sembrano graspe d'uva, la regina,

saranno olive un giorno in divenire,

prossimo terzo in anno nel trimestre,


già che si scrolla calda la stagione.

Il mare, la montagna, ora un sogno

ricordi di famiglia e di poeti,


come le graspe al tronco son legate

mentre giornata corre verso il vespro.

Frattanto il sole accenna un capolino,


il vento scuote rami, foglie asciuga

allontanando l'acqua dalle chiome

e si prepara terra al divenire.


E' presto adesso per sognar virgulti,

dopo Risurrezione si vedran sussulti.


Lorenzo 14.3.22

domenica 13 marzo 2022

Stelline

 Stelline


Stelline bianche 

distese su tappeto

di foglie verdi


miscela di colori

giorno di festa intorno


Lorenzo 13.3.22

sabato 12 marzo 2022

Bucato della Nonna

Bucato della Nonna


Nel tempo dell'attesa si puliva,

in raccoglimento e gesti d'amore,

una tinozza con acqua di pozzo,


una chianca a gradini a strofinare

i panni per bucato della nonna,

con mani e schiena lungo quei pioli.


Condivisione e dono al proprio tempo,

in convivenza sana negli affetti,

atto d'amore in pace quotidiana.


Cenere del caminetto per liscivia

liquido grigio, il vecchio detersivo.

Lavati i panni e messi nel mastello,


coperti con lenzuolo in disavanzo,

sul panno si colava la liscivia,

cenere ed acqua calda ai sottostanti,


il liquido finiva sotto il tino,

finquando si vedeva l'acqua pura, 

ed in ammollo per l'intera notte,


e quindi stesi al sole ad asciugare,

dopo un risciacquo e la strizzatura,

profumo di pulito in tradizione.


I panni erano bianchi e risplendenti 

per gente allegra e volti sorridenti.


Lorenzo 12.2.22

venerdì 11 marzo 2022

Bouganville

Bouganville


Meravigliosa,

è pianta d'ornamento

dal gran pudore,


a colorar di rosso,

e mani vellutate

carezzano le guance.


Lorenzo 11.3.22

giovedì 10 marzo 2022

Damigella

 Damigella 


Campanula diversa tutta albina,

s'appoggia al fusto d'un ippocastano

protetta e solitaria scintillante,


che s'apre a mezzo sole a stelo dritto.

Ombre d'ombrello e foglie per corona,

sembra regina al vespro si nasconde,


quando la notte scende nel giardino,

appare dama bianca  a corteggiare

con veste rivoltata nella scena.


Corolla bianca è ancora damigella,

nella visione in splendida gonnella.


Lorenzo 10.3.22

mercoledì 9 marzo 2022

Esempio

 Esempio


In  natura d'integrazione esempio,

in un lettino tra soffici colori

danno speranza nella tolleranza,


tra le pietre maestre della murgia.

Nè diatribe, nè fragili confini,

esiste solo il vincolo d'amore.


I fiori adagiati sulle pietre

i ciclamini stelle in mezzo ai rami,

esempio dolce e splendida coerenza,


un codice genetico intrecciato

bianco con viola e verde li circonda,

sul fondo di licheni e di millenni.


Il mondo fino in fondo vuole pace,

ed in quel luogo il fuoco di fornace.


Lorenzo 9.3.22

martedì 8 marzo 2022

La Leggenda del Castello

La Leggenda [3]


Nulla è per caso in detto maniero

accadimenti a murgiana leggenda

sono misteri impressi nella pietra,


tra logica e ragione non risolti,

mille giudizi senza soluzioni,

numero cardinale segno l'otto


ottagono plantare e torri otto,

immensi intrighi al numero predetto

la sala ed una vasca d'otto lati


quel simbolo trascina l'intelletto,

è numero di cosmico equilibrio,

Il segno porta al senso universale.


Simbolo dei tarocchi è la giustizia,

Pitagora c'insegna che quell'otto

perfetta divisione quattro e quattro.


Categoriale, terra del finito

e precategoriale d'infinito



Lorenzo 8.3.22

lunedì 7 marzo 2022

La Leggenda del Castello

 La Leggenda [2]


E' quel maniero inquieto e di misteri

tra ulivi e pietre della murgia cara,

a guardia due leoni a sentinella


accovacciati su colonne in porta,

rivolti verso punti d'orizzonte

quando il sole sorge a due stagioni.


Altro mistero chiocciola sinistra,

la scala che ricorda il guscio chiuso,

che a migliaia escono tra i sassi


quando c'è  pioggia come in questi giorni.

Imperatore ai borghi di confine,

aneddoti marchiava sul riguardo.


Lingua latina sempre di rigore,

classico idioma ancora nel vigore.



Lorenzo 7.3.22

domenica 6 marzo 2022

La Leggenda del Castello

 La  Leggenda


Un luogo di segreti e di magia

un simbolo di Puglia sulla murgia,

il tempio del sapere a dedicare


lo studio delle scienze misteriose.

Statua di bronzo al levar del sole

l'ombra di simulacro nascondeva


il primo maggio scavando, il saraceno 

scoprì l'arcano in angolo dell'ombra,

trovò denaro per costruir maniero.


Luogo di simbolismo e di mistero

in sesta sala in gioco scintillante,

un giglio con tre foglie ed uno stelo,


impronta dell'artefice d'impero.

Lettera prima quella del suo nome,

avvolto nel mistero più profondo


tagliando quel portale in linea retta

sulla sinistra notasi quell' effe,

di Federico il nostro Imperatore.


Sul picco è posta la magna fortezza,

di certo della Murgia è la ricchezza.


Lorenzo 6.3.22


[Continua]

sabato 5 marzo 2022

Pagliaro

Pagliaro


E' un luogo che s'infrange nei ricordi,

un trullo fatto in pietre levigate

ed angolari in quel campo d'avo.


Ricordo il tempo quand'ero fanciullo

e mi portava al  luogo Crocifissa,

di fatto e non di nome, la mia zia


donna temprata al fato destinata,

un campicello aveva lì dal borgo

un piccolo quadrato, un uliveto


ordini otto, secondo misura.

Lungo i muretti a secco coltivava

le rose di selvatici carciofi,


nel mezzo del campetto quel pagliaro,

ove mio nonno riponeva d'arte,

gli attrezzi del mestiere di quel tempo,


una zappa per rassodar la terra,

la scure per tagliare i rami secchi

oppure i figli ibridi dei tronchi.


Ed anche nei momenti di riposo,

si stendeva su paglia del pagliaro

e ricordava i sogni rinvenienti


del figlio fante prigioniero in guerra,

per gloria della Patria assai lontana.

Ora quel campo non è più concerto


di alberi fruttuosi o d'uliveto,

ma residenza ed animazione,

spiriti immersi nei duri travagli.


Non s'ode più belato d'un agnello

matato un tempo a fianco, nel macello.



Lorenzo 5.3.22

venerdì 4 marzo 2022

Strati

Strati

"Il Poeta raccoglie i dolori e i sorrisi

e mette assieme tutti i suoi giorni

in una mano tesa per donare,

in una mano che assolve

perchè vede il cuore di Dio."


Alda Merini


dalla raccolta "Alla tua salute amore mio" 



Dispongo i versi come da inventario

di metrica conosco vari strati

e li ripongo in orientamento

d'ispirazione oppure in libertà.


In questi giorni di raccoglimento

il mio sgomento è sempre in apprensione,

con mente aperta scopro tutti i dati

di buona sorte o dolore e morte,


per la lettura che s'evolve al gelo.

Seduto sullo scranno è dura sorte,

preghiera porgo alla Provvidenza,


i miei pensieri ad anime in affanno,

torno sui passi, spiriti a digiuno

e pongo la ragione in disinganno.


Lorenzo 4.3.22

giovedì 3 marzo 2022

Sogni

Sogni


da Aforismi e Magie


Il grado di libertà di un uomo

si misura nell'intensità

di suoi sogni


Alda Merini



Del giorno è l'esperienza, una morale

la primavera tarda ad arrivare,

il gelo che circonda il nostro tempo,

come l'inverno in animo dell'uomo.


Quest'è natura in segno di follia,

non vuol cambiare luna di febbraio

e guarda questa terra flagellata

dal vento che s'infiltra tra le pietre


sui monti o sull'altura di collina,

ove la pioggia odierna sta bagnando 

le cicorielle verdi della murgia.


Segno dei tempi cambia i sogni d'uomo

di libertà, incatenati al freddo

ora stringente, con finestre chiuse.



Lorenzo 3.2.22

mercoledì 2 marzo 2022

Silenzio

Silenzio


Paesaggio silenzioso,

un sentiero nel tratturo

tra le pietre della murgia,


i colori assai diversi

dolci ai sensi all'emozioni

porta in alto, dov'è pace


auspicata in questi giorni,

nella brina del mattino

nelle ali dei fringuelli


tra le pecore belanti

e  prodotti dei casari.

Alba piena di ricordi


di persone, di viandanti

mentre i contadini svegli

vanno ai campi a preparare


la fatica per stagione.

I fanciulli in cuor contenti

dopo un viaggio in compagnia


vanno in grotte ad imparare

il rispetto dell'ambiente.

S'ode intanto negli anfratti


svolazzar di pipistrelli

guide dei percorsi oscuri

mentre il suono di campane


canta annuncio a mezzogiorno

tra le foglie lacrimanti

per la pioggia del mattino,


poi dell'iride il trionfo.

Aldilà di quel boschetto

s'intravede una distesa.


Campi a mietere in estate

delle spighe di Lucania,

oro giallo assai prezioso


per il pane di famiglie,

festa grande a preparare

le pagnotte da infornare.


Stringe il cuore quand'è sera,

con il vespro una preghiera.


Lorenzo 2.3.22


[Versi ottonari e distico elegiaco]

martedì 1 marzo 2022

Ginestra

 Ginestra


Da Pianto dei Poeti di Alda Merini


"...è solo canto.

Canto rubato al vecchio del portone

rubato al remo del rematore

alla ruota dell'ultimo carro

o pianto di ginestra

dove fioriva l'amatore immoto

dalle turbe angosciose di declino..."



La ginestra,  radici nella pietra,

i sassi predisposti ed angolari

pronti a servire i viandanti stanchi.


Un vento di tramonto freddo e secco,

sferza i bei volti a giovani seduti

per odorare il fresco e buon profumo


della ginestra al vento dell'altura

e predisporre in luogo i loro sogni,

guardandosi negli occhi cristallini.


E carezzando il volto dell'amata,

di porpora e pudore, innamorata.

Mentre il tratturo scorre sotto il carro


che porta in sella un contadino immoto,

avvolto nel mantello, bene al caldo,

così il tramonto s'avvicenda al giorno,


lasciando al vespro i fiati degli amanti,

colti nel vento d'aridi filari

e ai rami di quel pino verdeggiante.


Un disincanto d'anime intrecciate,

in sottofondo, nuvole argentate.


Lorenzo 1.3.22