mercoledì 30 marzo 2022

Il Banditore

 Il Banditore, Olio su Tela, Ritucci Chinni, 1920


"Una sera che un vento selvaggio 

aveva portato qualche squarcio

di sereno, udii squillare la tromba 

del banditore, e rullare il tamburo;

la strana voce del becchino ripeteva,

davanti a tutte le case, con la sua nota 

alta e strascicata, il suo appello."


Primo Levi, Cristo si è fermato a Eboli,

Einaudi Editore, Torino, Ed.16, 2021 pag.166



Chiosava i cittadini,  il banditore

per avvisarli d'un evento lieto,

inizio della festa del paese,


del sindaco ordinanza ad alta voce,

quando non c'era l'uso della stampa,

fissata sulle mura delle case.


La visita d'un alto personaggio,

l'arrivo del venditore di spezie

o di legumi al prezzo di fortuna,


del vino buono e del telaiuolo,

con stoffe per la dote delle spose,

venuti col bagaglio d'altri borghi.


L'immagine dipinta con trombetta,

ci mostra il bannitàre con divisa,

per bando delle angurie rosso fuoco,


una caraffa colma d'un bel rosso

e ancora del pescato un bel San Pietro. 

U bànne, iettabbànne o dir si voglia,


giornale di paese per gli astanti,

l'arrivo delle reti al far di sera,

quando dal mare accostano le barche,


con la paranza e le mazzancolle, 

merluzzi con le triglie dello scoglio

e la merosca, alicette e allievi,


i piccoli di seppia senza gli ossi,

con l'obbligo a gustarli nudi e crudi,

così come natura li creava,


senza limone e nemmeno l'olio,

per non guastare il gusto d'altomare.

Bianchetto di novelli pesciolini


che a cena si mangiavano nel desco

con filo d'olio e gocce di limone

e un po' di pepe per insaporire.


Ricordo di Lucania in quel d'Aliano

Gagliano in libro al fiato del racconto,

l'arrivo d'un  ben noto toccasana,


sanaporcelle che il banditor custode

faceva appello a donne di borgata,

d'arrivo in loco d'ottimo chirurgo,


anche se arrivava il giorno dopo,

col viso acceso in un largo spiazzo

fra calanchi nei pressi di sorgente,


operazione fuori del villaggio

e il banditore dai mille mestieri

squillava la sua tromba nel paese.


Costui dovea sanar predestinate

cavar, cioè, da pancia il necessario 

a procreare nuova discendenza,


tanto il destino loro era segnato,

servivano a salami e salsiciotti

vantresche e culatelli con prosciutti.


Costate da servire quella sera,

al fuoco della brace bene accesa,

con il ragù col sugo dell'annata.


Scopo del rito a crescerle più forti,

con carne fresca, rosa e tenerella,

dispensa generosa per famiglia.


Un rullo di tamburo accompagnava,

il banditor col fido che attirava.


Lorenzo 30.3.22

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