Altra incombenza in auge al giorno d'oggi,
la notte al giorno è ora di lavoro
quando morfeo offusca la coscienza
dell'uomo che ristora il corpo suo
ed il fornaio appronta la bottega
per fare il pane, il cibo degli umani.
Pane e focaccia, biscotti e pasticcini
del povero e del ricco l'alimento.
Forni di tutti i tipi al giorno d'oggi
ma un tempo rigorosa era la legna
serviva per accendere quei forni
di refrattario al fuoco delle frasche.
Pane dei Sassi cotto in Casalnuovo
o nel rione Malva nella zona,
ognuno coi clienti del quartiere
con semola lucana di Cappelli,
lievito madre e acqua un po' salata
e a fine del processo un bel cornetto,
siglato con tre tagli sulla cima
e posto in forno dopo la crescenza,
buono e ben cotto in fondo vuoto al tocco,
giusto il calore, costanti dentro i gradi.
Sono rimasti pochi al borgo mio
forno di San Giovanni e di Minerva
e qualche altro posto in borgo antico.
Ricordo il forno dove Crocifissa
portava il pane per la settimana,
profumo di fragranze nei dintorni
in tempi di Natale e ancor Pasquali
e le pietanze in giorno della festa,
la pasta con polpette e mozzarella
coperta con vestito d'oro rosso,
agnello con patate e i suoi contorni.
E a Carnevale la pignatta colma
di carne ovina, sedano e cipolle,
carote poi quant'altro e rivestita
con pasta di buon pane da infornare
e tanti di famiglia da sfamare.
Lorenzo 26.3.22
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