lunedì 28 febbraio 2022

Gioia di Fanciulli

 

Gioia di Fanciulli


Ombre nell'antro con finestra green

un'apertura verde come specchio 

scopre spiraglio d'un respiro al tempo.


Anfratto della murgia prediletta,

gnomi e folletti amici di fanciulli,

viandanti della grotta per sapere


la storia di quel luogo in altopiano.

Dunque, i folletti sostano di notte

coi monachicchi  morti senza rito,


non fanno dispettucci in questo caso,

hanno canestri pieni di regali,

notte di fate per fanciulli buoni.


Preparan tanti doni le fatine

frittelle a carnevale con piadine.



Lorenzo 28.2.22

domenica 27 febbraio 2022

Segno dei Tempi

 PACE


Fra l'alba e il giorno ascolto il resoconto,

l'inviato che racconta l'accaduto

venti di guerra, una gran tempesta,


il  fumo di bombarde all'orizzonte,

mentre in città da un campanile s'ode

un suono melodioso di campane.


Invitan  l'uomo a credere e  pregare

che tutto questo finisca al più presto.

Invocano la Pace al Salvatore,


e credono soltanto nella Pace.

Ossimori d'avverse convenzioni

in una terra lomtana e a noi vicina,


in un confine tra morte e speranza, 

nella ragione che governa l'uomo

tra il bene e il male scelta dell'umano.


Possibile la scelta verso il bene,

campane in festa, cannoni in catene.


Lorenzo 27.2.22

sabato 26 febbraio 2022

Pietre Tombali

Pietre Tombali


Il viaggio è impresso nella mia memoria,

un argomento già vissuto un giorno,

meraviglioso tempo ch'è tornato


tra le altre cose in terra della murgia,

quando l'aria suonava fresche note

e s'avviava verso il dì Natale.


Pietre tombali dell'età del bronzo

sette secoli avanti al Salvatore

son lì sulla collina poste in cerchio


e in testa il monolito verso l'alba,

chinato in riverenza sulla tomba

con foro al centro a far entrare i raggi


come lucerna luminante pietre,

il più importante tumulo del sito,

il capo del villaggio lì sepolto.


In silenzioso assetto s'è sostato,

per non dimenticare ciò ch'è stato.


Lorenzo 26.2.22

venerdì 25 febbraio 2022

Occhi

 Occhi


"L'improvvisa disgrazia l'aveva colpito,

lo aveva staccato da tutto e l'aveva 

buttato, come un relitto, su quella lontana 

spiaggia inospitale."



Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag. 36,

Einaudi Editore, Edizione 16, 2021



Resa persona quella casa strana,

umana di sembianza, due finestre,

due occhi d'un oscuro personaggio,

ai lati d'un camin preso per naso.


Ed una porta aperta per entrata

in un appartamento da fatture, 

di iettatura simile alla iella,

fa rima con casato d'arciprete,


mandato nella chiesa di quel borgo

più per abuso ed una punizione,

naufrago perso in isola deserta,

piena di residenti miscredenti.


Pecora nera dallo scuro vello,

in mezzo a un gregge di malvagi lupi.

Dunque, il malocchio omaggio del rancore

filtri d'amore e perfida attrazione,


domanda in quella casa misteriosa,

un'espressione astratta nell'aspetto,

sguardo severo e arcigno in abbandono

il focolaio un tempo illuminava


la vita di famiglia lì riunita.

Progetto d'architetto silenzioso,

detta il messaggio caustico la casa,

state lontani o saranno guai.


E quella forza sorda si scacciava

con altri filtri, ad arte s'adagiava.


Lorenzo 25.2.22

giovedì 24 febbraio 2022

Calanchi

 

Aliano e i suoi Calanchi


A Gagliano la strada finisce. [...]


Non è in vetta al monte [...]


ma in una specie di sella irregolare

in mezzo a profondi burroni pittoreschi [...]


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag. 6,

Einaudi Editore, Edizione 16, 2021



Sono i calanchi le masse d'argilla

plasmati nel tempo, fuori dal tempo

colore grigio, modelli del vento


una creta di luna lascia impronta

sui costoni scolpiti dalla pioggia

che scava con scalpello Onnipotente,


franando nella valle ciò che tocca.

E quando il sole brucia quell'argilla

s'apre la cresta come ragnatela,


lasciando fitta rete su collina.

Angoscia che m'assale d'improvviso

quando la strada stringe parallela,


a quelle forme colorate opaco.

Solchi profondi lungo il secco fianco,

due burroni s'affacciano nel vuoto.


Senz'alberi nè fili d'erba verde,

anima vuota infrange, poi si perde.


Lorenzo 24.2.22

mercoledì 23 febbraio 2022

Storia di un Mondo

 Storia di un Mondo


Il mondo della murgia che riscopro,

ho condiviso il luogo del mistero

in tempo ch'è passato non invano,

vissuto che ricordo con passione


ed in coscienza m'è rimasta intatta.

Segno dei tempi scorsi in quella terra

deserta in ogni giorno, d'ogni mese,

coi suoi disegni arcani lì dipinti


e tramandati alle generazioni

che passano di lì per conoscenza,

tanto che torna in mente il film intero

con grotte, lame e tratti d'acquedotto


che sotto i piedi si fa fonte ai borghi.

Rivedo un cimitero d'altri tempi,

con la lucerna accesa dalla stella, 

mentre tempesta in archi si cambiava


e quiete ritornava su neviera.

Pietre parlanti nella brulla terra,

le macchie d'alberelli lì locati

e di pastori a raccontar la storia


di mandrie e armenti i passi nel tratturo,

per un ritorno in luogo ben sicuro.


Lorenzo 23.2.22

martedì 22 febbraio 2022

Dedica

 

Patate e Cardoncelli 



Estremo lembo e tocca la collina

d'origine romana, una stazione,

prossima ai sassi e pascoli di murgia.


Vita tranquilla a gente che risiede,

coltivano i bei frutti della terra

e i cardoncelli che regala il posto.


Molti emigranti vivono lontano,

si fanno onore e  inneggiano al ricordo

un pò di nostalgia li colora,


con la memoria di passione antica.

Cortesi e ben disposti i residenti,

pronti alla festa, cordiale il convivio.


Patate e cardoncelli, buoni arrosti,

in piatto di portata son composti.


Lorenzo 22.2.22

lunedì 21 febbraio 2022

Binari

 Binari


Un tempo era minuscola stazione,

fanciullo, ho vissuto l'esperienza,

del trenino ch'allora si prendeva


per collegare il borgo verso il mare.

La terza classe sedie d'eccellenza,

ridotto scartamento dei binari.


Andava su e giù per la sua rotta

da mare a mare si sfiorava il colle,

di terra brulla e di salmastra arietta.


Durante la giornata trasportava

storie diverse, gran lavoratori,

visi distesi al mattino in alba,


tirati invece nel ritorno a sera. 

Ora non corre più nella mia terra,

ma la memoria impressa è conservata.


Custode adesso d'anime per scienza,

d'apprendimento e amore per sapienza.


Lorenzo 21.2.22

domenica 20 febbraio 2022

In Piazza

 

 In Piazza - Antica Stampa


Mille pensieri affollano la mente

di volti pensierosi dei braccianti,

al mattino in cerca di lavoro

nella piazza grande del paese.


Cercano con speranza il compratore,

colui che assolda braccia per padroni,

li manda a lor poderi della murgia,

il detto caporale vigilante,


acuto osservatore dei braccianti.

Sceglie i migliori, onesti lavoranti

per completare traccia che conosce,

sospesa il giorno prima di mattina.


Assolda i contadini da mandare

ai campi per assolvere il travaglio,

raggiungono così le sue campagne

secondo il tempo, il grano di Lucania


oppure nella piana degli ulivi, 

dal mare fino ai termini del colle.

Si portano, così, verso i poderi,

anche, per altri impegni temporali.


Arare oppur zappare quelle zolle

e poi potare dopo la raccolta

e preparare ulivi alla stagione.

Guadagnano così il pane al desco,


mentr'elio già riscalda le matine,

filtra i suoi raggi  in campagne vicine.


Lorenzo 20.2.22

sabato 19 febbraio 2022

Ponte

 

 Ponte 


Il ponte sul vallone d'una lama

e l'acqua scorre dopo la tempesta,

viene dall'altopiano della murgia,

ove tramonta il sole ad occidente.


Tutto travolge porta con sè zolle

se giove pluvio apre cateratte,

alcun impaccio incontra nel suo varco

finchè spumeggia al pelago d'oriente.


Un letto secco adesso quel torrente,

ormai, da tempo, non si vede traccia

memoria è inpressa nei passati annali,


si nota, intanto, il verde nel suo grembo,

ortaggi lì disposti dai braccianti,

mentre ondeggiano al vento delle ombre.


Lorenzo 19.2.22

venerdì 18 febbraio 2022

Passaggio a Nord Ovest

 Passaggio a Nord Ovest


I lampascioni crescono tra i sassi

ed interrati buoni di natura

vestiti al primo strato della terra

crescono schietti in pietre di gravine


come tartufi vengono scavati

alfine disvestiti e poi gustati,

lessati e poi conditi in olio evo,

l'immagine li mostra in bellavista.


Bulbi di povertà in tempo andato

s'accontentava il desco di quel piatto

adesso invece tutto è trasformato

una scodella di questi lamponi


costa al mercato al prezzo di stelle.

In murgia per cercarli sotto l'astro

di là della pietraia triste e amara

s'apre alla vista sulla sua collina.


Infine a casa in gusto e tenerezza,

in mille modi fatti in contentezza.


Lorenzo 18.2.22

giovedì 17 febbraio 2022

Cupo-Cupo

 


Aliano 


"Il cupo-cupo è uno strumento 

rudimentale fatto di una pentola [...] 

chiusa da una pelle tesa come 

un tamburo. In mezzo alla pelle 

è infisso un bastoncello di legno."


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag. 174,

Einaudi Editore, Edizione 16, 2021



Un vaso in terracotta ricoperto

d'una membrana in pelle d'una capra

fermata  a giro d'uno spago o un filo

al centro un foro, dentro un bastoncello.


E ritma stesso suono cupo cupo

effetto che s'infrange  nell'orecchio

tono baritonale, basso e oscuro,

ricorda il nano brontolo, dei sette.


mentre strisciando mano sul bastone 

il cantautore la nenia l'intona.

Un cupo cupo in tempi decembrini

si vibra in batteria d'orchestrina


di ragazzini nella strada in festa.

Sembra un lamento cupo al far di sera,

e porta serenata sotto casa,

per ricompensa, una strenna austera


pugno di fichi secchi dell'estate

oppure poche cose fatte in casa,

pane e focaccia e qualche mandarino.

La nenia si suonava  a Caterina


al Medico,  a Madama Mariettina,

allo Scrittore ch'era lì al confino,

scontava il suo dissenso a quel regime,

vecchia memoria d'anni trentacinque.


Per i cantori di malinconia,

un barone, con un pò di nostalgia.


Lorenzo 17.2.22

mercoledì 16 febbraio 2022

Sporta di giunchi

 

Sporta di giunchi


Sporta di giunchi fatta nella casa

d'un artigiano intento sulla porta,

esperto del mestiere s'industriava

ad intrecciare i fasci degli ulivi.


Quand'era vuota, utile per  frutti

oppure per proteggere bottiglia,

compagna di viaggi fuori terra

per mietere frumento di Lucania.


Ed il bracciante al soldo del padrone

vendeva le sue braccia al compratore,

portandosi lontano da dimora

per settimane, un mese fuori casa,


finquando la campagna terminava.

Un fazzoletto chiuso e ben ristretto

pane e formaggio e freschi pomodori

schiacciati sulla fetta di pagnotta


eran suoi compagni di giornata.

La ricompensa intatta in fazzoletto

portava a casa al desco familiare

quando tornava infine alla dimora.


A mensa, con la gioia dentro al cuore,

stanco, ma pago di quel gran sudore.


Lorenzo 16.2.22

martedì 15 febbraio 2022

La Foto del Reale

 

 La Foto del Reale



Un grande uomo un tempo assai lontano

descrisse la figura del mio borgo

così spiegando l'anima del luogo


e della gente in piazza, le faccende.

Racchiuso in un triangolo, dal mare

di levante al colle di ponente,


chiuso in frammento in piana degli ulivi

di drupe generoso all'altopiano. 

Quello che importa ora ve lo spiego,


lo spirito presente di bilancia

non può pesare limiti e valori

nel segno d'equità e distinzione


vere compagne, giustizia e realtà

e nel percorso in buona compagnia

di sogni, ora al tramonto fuggon via.


Categoriale e precategoriale, dichiarati

ricordi in questo giorno, ridonati.


Lorenzo 15.2.22

domenica 13 febbraio 2022

Il Mondo della Murgia

  

Il Mondo della Murgia


In grotta m'inoltrai con gran coraggio

un giorno col mio seguito per mano,

lungo il percorso d'un sentiero stretto.


Quello che raccontai in altro tempo,

stesso respiro offerto dalla murgia,

la fiaccola di guida accesa in grotta


per sicurezza aiuto in scorrimano,

scoprire il luogo e andare fino in fondo

sicuri a non cadere nell'affanno.


Ed ogni tanto il fiato riprendeva

con una sosta tanto per ristoro,

i verbi s'infrangevano sul muro


e di rimando l'eco rispondeva,

gocce di brina dalla volta in alto

col desiderio d'aprire un riparo.


Per buona sorte avevo l'ombrello

fino alla fine del nostro gioiello.


Lorenzo 13.2.22

sabato 12 febbraio 2022

Archi d'ulivo

 

Archi d'ulivo


Archi d'ulivo 

carezzati dal vento

volti al tramonto

una mano d'autore

ha modellato i rami


curve in tensione

come c'insegna Ulisse

in confidenza

ripete la sequela

prepara la stagione


alla raccolta 

delle novelle drupe

i potatori

hanno tagliato i rami

bruciati nei camini


del borgo caro

per riscaldare i cuori

e quelle mani

esperte per mestiere

han ricamato i rami


con salde scure

chiamati dai padroni

dell'arte ignari

son archi tesi al cielo

e pronti in divenire


Lorenzo 12.2.22

venerdì 11 febbraio 2022

Limite

 

 Limite


E' secco quel muretto sulla murgia

pietre disposte in loco alla rinfusa

intrappolate al limite d'arbusto


da vecchi contadini sul confine,

barriera tra due mondi ora scomparsi

tra un latifondo e un campo dato in soldo


ad un mezzadro a cura di sostanza.

Metà del frutto alfine di raccolta,

due parti uguali giusta ricompensa


delle giornate spese per curare

il campo dato in firma dal padrone

vero compagno del coltivatore,


per sentinella il fido d'un meticcio.

Di verdi manti immagine m'appare

quella terra tra pelago e collina,


una distesa d'uliveti sacri,

frutto d'eredità d'antichi padri.


Lorenzo 11.2.22

giovedì 10 febbraio 2022

Pietre e Fiori

 

 Pietre e Fiori


Sono pietre che il tempo ha modellato

al passaggio del vento e d'intemperie

degli elementi ha lasciato tracce

e sembrano scolpite dai licheni.


Tra tanta aridità c'è da stupirsi

d'una pianta presente alla sua vista,

son bacche rosse e verdi chiuse a riccio

vestite delle foglie verdeggianti,


e sullo sfondo s'apre un antro scuro.

Chissà cosa si cela in quella grotta,

vite in letargo passate davanti,


a popolar la murgia solitaria.

Quei fiori destinati ad un sposa,

ghirlanda da comporre sul suo velo.


Lorenzo 10.2.22

mercoledì 9 febbraio 2022

La Vigna dei Ricordi

 

La Vigna dei Ricordi


Un manto quella vigna coltivata,

gli occhi fissi sulla cartolina

ed i ricordi son scolpiti a fuoco,


a ben guardare indietro alle stagioni

i chicchi nel vigneto fanno graspe

e tra un saltello e l'altro dei filari


allungo la mia mano ed accarezzo

nei solchi delle zolle chicchi d'uva. 

I sensi si risvegliano ad un tratto


piccoli e grandi, gusto, odore e tatto,

una mano che gioca nelle biglie,

si possono mangiare e danno vita


e quelle sfere d'oro d'elio pregne,

crogiolate dal tempo e dalla murgia

alza il grado del tasso zuccherino.


Mi portano lontano nei ricordi

festa d'un tempo e prospero massaro

per la vendemmia pronta nel settembre


con bianche giovinette pronte ai tralci,

gote arrossate al senso di pudore,

con dolci mani un taglio a quei sarmenti


le graspe già dorate giù nei cesti,

spogliavano così i bei tendoni

che vedovi restavan vuoti e affranti.


D'altura della murgia si tornava,

al borgo che nell'alba si lasciava

carichi di chicchi  ricchi e forse amore.


Vigna d'un tempo stampa del ricordo,

in mente c'è la traccia che non scordo.


Lorenzo 9.2.22

martedì 8 febbraio 2022

Sinossi

 

Uliveto


Il sogno d'una vita spesa bene

nel segno giusto della mia passione

viaggio un dì sperato e poi vissuto,


benessere su rette parallele,

speranza custodita in uno scrigno

nutrita sempre in fiato di poesia


ed allevata in respiro del tempo.

Ora la meta quasi s'è raggiunta

con grande gioia posso dirlo forte


in veglia di quel pianto che nel sonno 

lenisce il gran dolore dell'infante,

impastando pupazzi in marzapane


e botti effervescenti di moscato.

I tanti lustri miei m'hanno donato

gioie, dolori, fatiche e speranze,


giusto miscuglio di tante memorie,

sì ch'arrestava il pianto nell'attesa

d'una nenia dalla madre sognata,


chè divenuta un angelo custode.

E poi tempeste e forti gli uragani,

vele squarciate ai venti e ricucite


con la guida di provvido guardiano.

Divenni grande al volgere d'annate

coi semi delle spighe di frumento


colte e impastate in acqua di sorgente,

pura sostiene i battiti del cuore,

l'ambra farina della mia tenuta,


con tralci dolci e amari per contorno.

Una domanda, caro condottiero,

si pone al mio pensiero meditato


se ho vissuto il giusto, il vero, il bello

trascorso veramente senza il vuoto. 

Vita serena, posso continuare,


ancora molto ho da raccontare,

dallo stupore d'albe silenziose

ai dolci sguardi della cara amata.


Sinossi giusta e vera del passato,

quanto al presente, cerco d'adeguarmi,

nel modo mio consueto, nel silenzio.


Con gli uliveti sempre nel mio cuore,

e per la murgia non mutato amore.


Lorenzo 8.2.22

lunedì 7 febbraio 2022

Pietre

 

Pietre


Parlano pietre raccontano storie

vissute nelle brine d'albe uggiose,

ripercorse dai carri già animati


da spiriti pensosi di braccianti

che vanno alle Matine a vendemmiare

uva bombino nero della murgia,


da trasformare in vino primitivo.

E contadini vanno in uliveti,

con i problemi ai campi di raccolta


d''ampie distese verdi per fruttato.

Cantan storie di giovani di ieri

che sulla strada la bellezza e vita


hanno lasciato per l'infausto fato,

croci a decine e volti sorridenti.

E poi la croce in chiesa di campagna,


Maria Regina e Madre delle Grazie,

con il Bambino torna nel paese

col carro trionfante ed addobbato.


Voci  festanti in vespro dell'estate

coi bimbi pien di gioia sui sedili

nel tempo settembrino vanno al borgo


per la gran festa unita all'onoranza. 

Questi alberi nel campo sitibondo

raccontano d'ulivo la raccolta


di lieti contadini appassionati

a riempir di drupe i sacchi pieni 

tele di iuta messe nel frantoio


nelle vasche di pietra a macinare

olio d'annata per il desinare.


Lorenzo. 7.2.22

domenica 6 febbraio 2022

Fiore Rosa

 

Fiore Rosa


Luce splendente

illumina il sentiero

centro di vita

poligono celeste

e s'apre un fiore rosa


ali d'acciaio

cercano la strada

su pista del ritorno

nel cielo d'un azzurro

in tempo settembrino


dolce virata

il rombo s'allontana

vite avvinghiate

planano verso il mare

libere da macigni


vivo il silenzio

tra aghi e lance verdi

terra di murgia

respiro degli ulivi

il vento d'aria fresca 


Lorenzo 6.2.22

sabato 5 febbraio 2022

Boschi

 

Boschi


"e boschi somigliano alle nuvole:

poi che tutto è coperto dalle lacrime"


da Terra di fate


di Edgar Alan Poe 



Boschi d'ulivi d'ombre discendenti

sembrano l'orme in terra malcompresa,

dei cavalieri scrutano nel buio


la luce della luna coglie il pianto,

riga dei volti nella notte oscura

e dei fantasmi tornano nei campi


ombre degli avi in coltivato regno, 

giorni di vita dava loro il pane,

i rami in cima sudano d'affanno


chè sparso sulla terra del dolore.

I grani del rosario dolce suono

per ringraziare al cielo il caro dono


di loro figli grati ai padri estinti.

Fatine ed elfi saltellanti in fronde

per benedire drupe già raccolte


e poste già nei tini, trasformate.

Fra poco sarà giorno ed ombre cupe

si scioglieranno in brina di rugiada


e quella luce volgerà i briganti

tracciando mille storie e cuori infranti.


Lorenzo 5.2.22

venerdì 4 febbraio 2022

Asinello

 

 Asinello


S'affaccia a quel muretto e porge sguardo

attende un pò di paglia per sfamarsi

ricompensa a fatica che l'affligge,

pazienza l'attanaglia fin da grotta


quando a due millenni dal tempo d'oggi

al mondo venne il nostro Salvatore.

Spesso s'adombra coi suoi occhi tristi

e tira  a calci l'asinello nostro,


umile esempio all'uomo suo sovrano,

spesso l'opprime con il suo fardello

servo nel suo cammino per sentieri


della campagna ed anche per tratturi

e rassegnato adegua il proprio passo

guidato dal padrone suo signore


Lorenzo 4.2.22

giovedì 3 febbraio 2022

Rifugio

 

Rifugio


Rifugio per la notte buia e ombrosa,

d'un ospite smarrito nella murgia,

una calandra dalle macchie nere


sfugge così all'umida pietraia,

tra il rame e il ferro della gotta amica,

specie protetta negli spazi aperti.


Signora del suo campo d'elezione

grano e legumi il piatto preferito,

in primavera invece degli insetti


fa incetta che stazionano nei campi.

Pare una goccia d'acqua di traverso

a far da guardia a quel pertugio buio


c'è pecorella anch'essa divenuta

la sentinella della pietra antica,

posta a difesa lì di quel rifugio.


In mezzo alla pietraia un finocchietto

a profumar la selva rusticana

d'odore dolceamaro ad impregnare


olive saporite poste in bagno

con lo speziato alloro suo compagno.


3.2.22

mercoledì 2 febbraio 2022

martedì 1 febbraio 2022

Nido

 

Nido

 

Nido deposto ai rami del mandorlo

scarnito per i frutti già riposti,

nicchia intrecciata d'una gazza ladra


come sporta di vecchio contadino

ch'attrezza nell'incavo il suo travaglio.

A terra saltella e si pavoneggia


con la coda, un poco sollevata

guardinga, cerca cibo per la prole,

ha da sfamare piccoli nel nido. 


Alto da terra asilo quel groviglio

di radichette e crini d'erba secca

trovati abbandonati lì nel bosco, 


sembra coprire d'ospite la chioma

grumo di sangue dolce, una spirale.

A ben guardare va nell'infinito,


nel cielo della murgia lindo e terso,

il vuoto che si forma nell'incavo,

una porta che s'apre nel suo regno.


La sua passione in colorate stelle

un luccichio di pasto giornaliero, 

il suo canto, scontroso ciacolare


evoca un cicaleccio aspro e lungo,

dato a credenza al messagger del mondo.


Piume brillanti, riflessi lucenti

in bianconero in luce risplendenti.


Lorenzo 1.2.22