sabato 21 dicembre 2013

Ha memoria il mare

grovigli di rami
disegnano
la forma del vento
voli
di gabbiani ubriachi di luce
a pelo d’acqua decifrano tra
auree increspature le vene del mare

interroghi sortilegi nella
vastità di te solo
ti aspetti giungano da un dove
messaggi in bottiglia un nome un grido
ha memoria il mare
scatole nere sepolte nel cuore
dove la storia

ha un sangue e una voce

sabato 14 dicembre 2013

Sprazzi di pace

spiove dal cielo una luce
di stelle gonfie di vento – quasi
provenisse dall’oltre

nel cuore un aprirsi
di sprazzi di pace: vedermi
in tutto con il mio sognare –

il vissuto la vita
sognata

Attimi d'immenso

 

Foto © dell'autrice

 

Non ricordo esattamente il momento in cui ho compreso quanto sia breve la vita, come siano limitati i momenti che accompagnano i giorni, i mesi, gli anni e tutte le presenze, i ricordi, le emozioni, i sentimenti conservati nell’anima.
Ho la sensazione, a volte, di aver vissuto troppo, di aver imparato, forse precocemente, la lezione impartita dal susseguirsi degli eventi.
Vivo apprezzando ogni attimo, ogni piccola gioia del presente, senza speranza, senza più pormi tante domande sul domani, sulle persone, sulle indegne e ignobili indifferenze, sulle vergognose bugie del mondo.
Vivo oggi, facendo scivolare lungo il mio spirito ogni sorta di negatività come pioggia sui vetri, impedendo al male, con tutte le mie forze, di contaminarmi e ferire chi amo.
Volgo, come sempre, la mia attenzione e il mio amore verso coloro che hanno bisogno, senza che mi sia chiesto aiuto.
Seguo la via del cuore, in punta di piedi, onorando il senso della vita con devozione e abnegazione.
Nulla può rendermi più felice della luce che illumina l’altrui sguardo.
Vivo così, senza pretese, donando giorno dopo giorno tutto ciò che possiedo nella mente e nel cuore, consapevole che il tempo mi priverà ancora della presenza di qualcosa e di qualcuno, non so quando, forse come...
Ed io sarò qui, ancora una volta a trattenere fra le ciglia una lacrima furtiva, segreta gioia di poter pensare ho vissuto, ti ho vissuto!

Siamo attimi, attimi d’immenso!

 

12/12/2013
©Gelsomina Shayra Smaldone

sabato 7 dicembre 2013

Non è che un perpetuo tramare

Non è che un perpetuo tramare


la vita ha in tasca la morte
-siamo noi
divino seme:

non è che un perpetuo
tramare
“cospirazioni” del nascere

miracolo d’amore

sabato 30 novembre 2013

La ricerca

La ricerca

uscire
dal porto -il cuore in mano-
issare la vela della
passione
dietro lo stridulo
urlo dei gabbiani
tra le vene bluastre del cielo
foriero di tempesta
squarciare
nel giorno stretto
il grande ventre del mare
che geloso nasconde
negli abissi
i suoi figli

martedì 26 novembre 2013

Figli di un dio minore (riveduto)

Foto © dell'autrice

 

La fiamma del camino si riflette nei tuoi occhi color diaspro. Sembri assorto, ti chiamo, ma stasera non segui la mia voce. Continui a fissare il fuoco, immobile. Mi chiedo a cosa stai pensando. Un attimo dopo rivolgi il meraviglioso sguardo verso di me ed è come se avessi letto nella mia mente:
” - Penso ai miei fratelli abbandonati che in questo gelido inverno cercano un portone per ripararsi, un pezzo di pane secco nella spazzatura, un sorso d’acqua stagnante, una carezza, una casa, un pò d’amore”

- Penso ai miei fratelli presi a sassate da mani crudeli, messi in un sacco e picchiati per poi dover combattere e morire, penso alle auto che li investiranno senza poi fermarsi, al dolore del corpo martoriato, penso alla disperazione nel rincorrere chi li ha abbandonati, ai chilometri che percorreranno per tornare da chi amano, al caldo che d’estate li soffocherà.

-Penso a quando li tortureranno per gioco, a quando si divertiranno a bruciarli vivi, o a quando gli spareranno senza ragione.
Sacrificherebbero la vita per gli umani eppure moriranno da soli, mentre la gente gli passa accanto indifferente, senza provare amore né pietà. Mi sento in colpa perché ti ho incontrato, tu mi hai accolto nella tua casa, nutrito, amato, difeso, rispettato, curato.

So che mi sarai accanto anche quando dovrò donarti il mio ultimo palpito d’amore. Non piangere ora che conosci il mio poco tempo …  poserai la mano sul mio cuore, lo so...

… Ho bisogno della tua forza … di pregare per i meno fortunati e anche per te.
“Credi che almeno lassù ci sarà un paradiso per i miei fratelli che appartengono a un dio minore?“

Un brivido mi percorre la schiena, conosco questa pena, gli rispondo. Il Creatore ha disegnato un unico mondo, e tu gli appartieni. Ti ha donato all’uomo quale amico migliore e fedele, ma col tempo egli ha dimenticato il significato dell’Amore e che anche tu hai un’anima. Perdonalo se puoi, TU che hai un cuore di cane.

A Alfie, Max, Zeus, Shayra e MaxII, i miei amori unici, puri e insostituibili

Per sempre

Shayra

domenica 24 novembre 2013

Fernando Pessoa - Nuvole...

L'angelo


L’ ANGELO


noi lacere trasparenze
-sostanza di luce e di sangue-
a superare d’un passo la morte

solleva l’angelo un lembo di cielo
svela l’altra faccia del giorno

sabato 16 novembre 2013

Ladro di parole

LADRO DI PAROLE


[l'ispirazione della poesia]

la farfalla immagine-pensiero
sotto la volta del bicchiere
-della cattura l'ebbrezza ma d'un solo
attimo e poi il volo...-
la destrezza nel carpirne la luce
frangente nei colori -
l'inavvertito suono

sabato 9 novembre 2013

Spiove luce

spiove luce
di stelle gonfie di vento
col tuo peso
greve di limiti
ti pare quasi vita sognata
il vissuto già divenuto memoria

siamo frecce
            scagliate nel futuro
o il tempo che ci è dato è maya
e si è immersi in un eterno presente?

sabato 2 novembre 2013

Aleph


nell'oltre non c'è ombra 
-lo sai- ombra che ti possa
nascondere allo sguardo

è una chiarità che t’attraversa
non come qui che guardi
per speculum in aenigmate


lì non si consultano dizionari
né atlanti: sei tu la biblioteca
il motore di ricerca

-alfabeto voce conoscenza- :
nel Tutto tu sei e tutto
è te – (l’aleph del poeta cieco)*


è dove ti si svela ogni
contrario - la vita non è prima
della morte


* Jorge Luis Borges

giovedì 31 ottobre 2013

Recensione Struggente passione

Struggente passione

 

Passione che mi struggi
e mi distruggi
avanzi rapida
come onda impetuosa
soggioghi la riva
e inondi audace
l’essenza del mio regno
nel fragore silente
del languido abbandono
fra le tue membra tese
 
 
 
 
 
 
La motivazione di mettere in evidenza il brano selezionato:
 
 

 

Sono felice e onorata di poter recensire una delle più belle poesie di Shayra, finissima poetessa e mia grandissima amica.
Difficile dire quale sia la sua poesia più bella, quale personalmente mi ha coinvolta di più; so per certo che Struggente passione la raffigura in tutto il suo essere, perché è la passione che la guida in ogni respiro, in ogni battito. 
Lei, sempre così appassionata e passionale, sa donare ampiamente tutto il suo essere in ogni situazione e avvenimento che la vita le pone dinanzi.
Ho conosciuto ogni lato del suo carattere, ogni battaglia che ha affrontato e affronta quotidianamente, un po' come tutti è vero, ma c'è da dire che tanta passionalità è difficile da trovare nel gestire anche le piccole cose.
 
Non credo che questa poesia possa riferirsi solo al suo adorato compagno; sono certa che anch'ella si riferisca alla passione per la vita, in tutti i suoi aspetti, gioie e dolori.
L'amore e la dedizione sono sentimenti che riversa in ogni occasione, a cominciare dagli affetti più cari, per finire con chiunque incroci la sua strada. Anche accudire un cucciolo abbandonato porta la nostra Shayra ad affrontare battaglie contro questa piaga della società, o a dare il suo aiuto a chi ha bisogno ed è solo. Ricordo questa estate durante un periodo trascorso in ospedale ad accudire il proprio fratello, quando il vicino di letto aveva bisogno di qualsiasi cosa, lei era lì, a dare aiuto e conforto. Oppure quando all'inizio di questo mese le è stata chiesta una dura prova, per un brutto episodio che ha colpito la sua amata rottweiler. Non si è mai persa d'animo, al contrario ha lottato e lotta tutt'ora insieme a lei.
 
La poesia in questione è splendida, leggiamola insieme:
 
Passione che mi struggi
e mi distruggi
avanzi rapida
come onda impetuosa 
 
perché non c'è tempo per pensare ma solo di agire, ed è la passione a prevalere, anche se ciò significa struggersi, soffrire
 
soggioghi la riva
e inondi audace
l’essenza del mio regno 
 
c'è un meccanismo che è più forte di ogni ragione, la passione avanza impetuosa e non c'è modo di arginarla 
 
nel fragore silente
del languido abbandono
fra le tue membra tese 
 
ed è abbandono, è pace, è liberazione da ogni etichetta, da ogni protocollo e regola che la vorrebbe razionale. E' pura energia che si scatena col dare e donare, con l'essere sempre a disposizione di chi ama.
 
Complimenti Shayra, una poesia che è insegnamento per noi e prova ancora una volta quanto è bella la tua anima.
Con affetto e ammirazione
 
 
 

 

mercoledì 30 ottobre 2013

Sonetto nel concerto

Fotografia © Romina Dughero

 

Permetti  musa un metro di poesia
un concertino fatto su misura
d’anime pure poste nel teatro
un giorno indietro adesso non ricordo
 
Bramo rimirar la malia
di tremanti voli e passione accesa
negli orizzonti al largo
ove s’increspa un’onda di languor
 
ed ora la memoria s’emoziona
pei  nostri versi scritti con il cuore
ali nel vento in quarta dimensione
 
palpiti d’essenze avvolte in simil forme
che nel fragor di soavi versi
cantan il devoto Amor
 

Copyright ©  Lorenzo Bacco e G.Shayra Smaldone

 

sabato 26 ottobre 2013

Maya

il di qua dice l’asceta
non è che proiezione
nel prisma azzurro del giorno

sentenzia
che perfezione
è la carne che si fa spirito

non si terrà conto
del corpo che si nutre
che è già della terra

si è dunque
del cielo o anelito
d’infinito ancor prima
del primo respiro?

- certa è la fiamma che dentro
ci arde – sottile -

mercoledì 23 ottobre 2013

Gli archi

© Lorenzo antica stampa

Rosso rubino colore di rosa
aperto fiore posto a incoronare
nelle platee coi petali vermigli
i neumi della musica nascente

dall'arco del violino in melodia
messo su corde tese dalla mano
per intonare un cantico d'amore
compagno nei momenti tristi o lieti

e poi quegli archi in posa sopra i fiumi
che suonano l'andante di stagioni
adagio o forte lungo il tempo d'anno

o quelli posti su silenti lame
in terre che raccontano il dolore
di sitibondi borghi dei miei luoghi


Copyright © Lorenzo 23.10.13

sabato 19 ottobre 2013

Nel sangue della parola

Nel sangue della parola

[scritta a Capodanno 2013, a 26 mesi
dalla morte di Alda Merini]

nel sangue della parola il canto
tuo del tuo amore
per la vita
segregata incompresa crocifissa

nel sangue della parola
l'azzurro
canto della "follia" che sale
dalle sbarre di carne dei manicomi

nel sangue della parola il grido
dell'innocenza violata e dei
diseredati che tu amavi
tanto


*






Dedica

credimi alda: a te io canto
con un'ala spezzata

(prendere il volo
vorrei – oh sì vorrei...)

sul sangue della bellezza io canto
d'un presentito chiaro d'armonie

mercoledì 16 ottobre 2013

Predizioni

©  Monica Corda

Lasciamo adesso afflato di quel luogo
e riversiamo i sogni alle passioni
quelle che un giorno ho sparso nel mio tempo
dai primi passi alle sognate sponde

d'un mare aperto a mille moti d'onda
destini volti ad esili respiri
oppure ai sogni forti per la vita
guidato in mente in spiriti fecondi

portato con la mano d'una luce
sempre presente al cuore e ai pensieri
quella tristezza tinta sul mio volto
retaggio d'una fuga a questo mondo

nei viaggi nella vita in disinganni
già predicati in breve dei suoi anni



Copyright © Lorenzo  16.10.13

lunedì 14 ottobre 2013

Le passioni

© Lorenzo
Cava di terra
un orrido rubino
desueto e abbandonato

maschera di passioni
d'antichi minatori


Copyright © Lorenzo  14.10.13

domenica 13 ottobre 2013

Autunno / di passione



Sereno variabile sembra autunno
portavano boccioli a primavera
le foglie arrampicate a quella porta
legno bagnato lacrimato infisso

tenuto dalle fitte rugginose
assi di legno secco di stagione
passati in giudicato da pilato
immaginate gli angoli scoperti

v'appariranno i cieli di passione
in quella croce nuova di millenni
ed il trifoglio al centro su quell'asse

riporta in seno i segni di speranza
di vita nuova desiderio acceso
dai fuochi nella notte del dolore


Copyright © Lorenzo  27.4.11

sabato 12 ottobre 2013

IMPULSI CREATI DALLA LETTURA DELLA POESIA "L'OMBRA"




L'OMBRA

negativo di me mio vuoto
in proiezione mi copia con inediti
profili tagliati nella luce – se dal
di fuori la spiassi mi direi sono
io quello?

pulviscolare ha i contorni
del sogno e i suoi fòsfeni
si spezzetta se riflessa inafferrabile
fantoccio mi diventa

pure mio vuoto mia metà
che estinta con l'ultima luce
rientrerà nel corpo-contenitore
unificata con la terra – senza un grido
tutt'uno con la morte –
senza perché – solo ombra

Felice Serino

*

Pure come invisibile radice
sorprende ai varchi un puro domandare
ove l'alieno allea forma che muta
oltre il noto che si infissa vorace
cibo a perpetuare la stessa fine
l'uguale fuggire il Logos vivace

(a Felice Serino su "L'ombra" – 11 luglio 2005)
Flavio Ballerini (Pesaro, 1951-2006)

*
L'ombra "morde" il corpo, i piedi dell'anima, si avvinghia e diventa viva come qualcosa di te in catalessi. L'ombra ti permette di guardarti in proiezione.
L'ombra è un dissolvente che a sua volta si dissolve con la morte. L'ombra è uguale alla fisicità dell'estasi, quando si stacca da terra. L'ombra è ciò che si camuffa, come il vino che scivola per le strade può essere confuso con il sangue della tua brocca rotta.
L'ombra è una stretta di mano a chi conosci già, una prolungata presentazione…
L'ombra è il silenzio che parla delle tue pene, le prolunga…ma non le stacca mai da te.
L'ombra è un giocattolo serio che ha la tua stessa meccanica, solo che non puoi prenderlo fra le mani se non quando saluterai il mondo con una "garbata prostrazione".
L'ombra è un gemello senza peso che ha un suo peso, una sua energia (come quella elettrica) che scarica a terra.

Andrea Crostelli

*

[Segnalata al Premio "Paesepoesia", Belvedere Ostrense (AN),2005.

Nella motivazione il Presidente della Giuria, nonché Presidente del Circolo "La Gioconda" di Ostra, Giancarla Raffaeli, così si esprime:

"L'ombra è un testo originale e personalissimo che, attraverso un ritmo spezzato e drammatico, evoca l'atmosfera contratta della sospensione della coscienza di sé e del proprio corpo, proiettati nell'inconsistenza estranea e divisa dell'ombra".]

Incanti [(d'anni trenta) nelle passioni di quel tempo]

© Lorenzo



Intorno a me i quadri del mio tempo
passaggi d'una vita secolare
in bianco e nero oppure colorati
ripresi indietro da generazioni

un gruppo di famiglia in un frammento
infanti e giovinetti sorridenti
fanno corona a due passioni antiche
anime andate ancora qui presenti

a raccontar la storia d'antenati
sguardi severi in alto nella stanza
guardano in basso eppur riconoscenti

d'essere ricordati dai viventi
memori adesso dei colori primi
e dei racconti appresi negli annali



Copyright © Lorenzo 27.6.09

nel qui e ora qualche variante
12.10.13

venerdì 11 ottobre 2013

Trittico di Murgia / La passione dei nativi

©  Lorenzo


Rosso il colore misto a castagno
fili d'erba in mezzo incastonati
lastre di pietra una sull'altra poste
sino in cima
l'acqua d'un tempo ha scavato il sasso
carota mi darebbe una conchiglia
fossile
indice di storia di pangea remota
quando sommersa dal mar
ora a due passi
e il vento di levante soffia
un'arietta fresca mista a sale
che impregna del suo umor
ulivi e frutti d'india
dolci e rossi

C’è Verità dovunque
in tal prodigio di maestosità
di cui si pregnan tutti i sensi miei
Narra di sé colori d’epoche andate
stratificate ad arte dal potere dei venti
e delle piogge
Forse gli sguardi pure
ne han fatto plasma
tracciandone i contorni
ed i pigmenti con l’energia
della contemplazione
quadro che di natura s’incornicia
per darsi in pasto a questo calamaio
avido di magia…
di rapimento

Frutti del piacer di gola
a corona intorno i fichi d’india
come elfi posti da antica fata
muti si cedono a mani avide
Impervio e insieme facile percorso
natura consegna al perenne
andar d’umani passi


Copyright © Melarea, Renato, Lorenzo 21.11.06

giovedì 10 ottobre 2013

Raggio di luce

©  Lorenzo

Filtra leggero
tra avide fronde
raggio di luce
Teso come mano
verso il buio
ramo d'albero
implora d'entrare
al centro del bosco
Solo
compagnia brama
d'odor di resina
nell’eco vuoto di silenzi

Vestono a filigrana
d'ombra il suolo
quei rami
assai sguarniti
di fogliame.

Nulla è un caso
nelle sinfonie di vita
e i sassi stesi
a foderar l'arida terra
implorano da sempre
la luce del dio sole
garanti immortali
del trattener umidità
linfa vitale
alle radici.

Nell’aria vanno
cinguettii sparsi
sfrigolii di corse
a zig zag di ramarri
e il canto d’amore
d’un rospo abbandonato

Così alle genti
nel viver secolare
nella continua rinascenza
ti cedi bosco regale


Copyright © Melarea, Renato, Lorenzo 17 .11.06

mercoledì 9 ottobre 2013

Terza stagione

© Lorenzo

Terza stagione approccio ai luoghi miei
rosso vermiglio all'angolo di mondo
una ginestra volta all'oro spento
dopo la veste in fulgida seconda

quando di sale si vestiva d'elio
al mare di levante nel maestrale
che dava impedimento al moto d'onda
ora il meriggio invita alla raccolta

di bei pensieri al nuovo ricoperti
di quei filari adesso ancora pieni
oppure intenti ad essere tranciati
dell'uva in chicci neri primitivi

disposta nei cassetti di legname
bella alla vista con un fiocco cielo
solcato dal rumore d'un motore
che s'ode adesso sopra l'aerovia

è il tempo che s'approccia ai cimiteri
per essere presenti al nostro ieri



Copyright © Lorenzo 9.10.13

martedì 8 ottobre 2013

Ultimo / con coraggio

© Lorenzo

Leggero come nuvola di marzo
la musa che m'ispira nell'impresa
rimesso sulla soglia borderline
un passo da quel sogno non lontano

intento guardo sempre quegli eventi
compreso ancor tra mille accadimenti
ed ero solo quando in cuor felice
allora immerso ancor tra mille dubbi

di morti bianche impresa o abbecedario
volai di là correndo sui binari
giovane vita e piena di speranze

e vedo ancor ahimè che il tempo passa
quasi otto lustri ormai sempre a remare
amando sempre gli ultimi del mondo



Copyright © Lorenzo 1.11.08

lunedì 7 ottobre 2013

delle Radici

                                                              © Lorenzo

Una radice d'albero d'ulivo
esausta dopo annate e buoni frutti
ora strappata dalla terra madre
raccontami degli anni tuoi passati

quando sfidavi il tempo con coraggio
il vento la tempesta il fuoco acceso
il sole che spaccava la tua casa
le pietre stanche alla tua dimora

il campo con quell'ombra d'un ombrello
che offivi al contadino in riflessione
seduto a consumar pasto frugale
olive e pane chiuso in fazzoletto

hai terminato adesso il passo annoso
serbando avvinta una memoria antica
un frammento di terra fatta a stella
strappata a madre ch'ombra ti copriva

insieme a quei rametti esposti al sole
qui pronti a crogiolar il desco scarno
il focolare d'una casa amica
e simile a radice strapazzata

ospiti suoi hanno mutato terra
solcando il mare a sfida dei suoi flutti
senza smarrire intrecci di radici
cercardo di trovare nuovi frutti


Copyright © Lorenzo 7.10.13

domenica 6 ottobre 2013

Eldorado

                                                              © Runa design

Il sogno di migliaia di migranti
la via del mare presa con coraggio
un tempo esposto al limite del mito
l'america di sera raccontata

quando d'intorno al fuoco delle braci
si dipanava il tempo per dormire
si raccontava per sentito dire
il viaggio nelle stive in terza classe

una cuccetta posta a riposare
volta a quei sogni messi sulle spume
d'oceano grigio e freddo si sentiva

il battito dell'acqua di salina
ed improvviso il ghiaccio di montagna
tagliava la fiancata sotto sale


Copyright © Lorenzo 6.10.13

sabato 5 ottobre 2013

Speranza

  © Lorenzo

Un uomo a prua della nave in mare
veleggia verso lidi di speranza
e di coraggio avvolto da bandiera
in via ritrosa contro odierna rotta

dove si cerca terra generosa
allora si cercava grande impero
adesso invece flebile speranza
d'aprir la porta al verbo d'accoglienza

così i mercanti aprono le stive
a quei navigli carichi di vite
verso quei paradisi d'illusione

o verso il disincanto della morte
sovente e spesso s'aprono le porte
dei paradisi eterni d'altra vita


Copyright © Lorenzo 5.10.13

venerdì 4 ottobre 2013

Se ci pensi


Felice Serino
Se ci pensi

capisci quanto provvisoria
è questa casa di pietra e di sangue
dove tra i marosi il tempo
trama il tuo destino di piccolo uomo?

se ci pensi:
quale enigma ti sovrasta
mentre la vita non è che un batter d’ali

- e tu immagine
passeggera
dentro gioco di specchi
copia sbiadita riflesso
del riflesso -

ci sei ma non ti appartieni
sebbene all’esistere
ti attacchi
come ostrica allo scoglio

mentre ti ripugna
il disfacelo lo scandalo
della morte
il salto nel vuoto

***


Commenti

Newclear D'antonio
per il gruppo di Facebook in.arti.poesia (IAP)
. 16 settembre 2013

Molto. bravo. (y) trattazione difficile [...] lo scandalo della morte. e tuttavia la forma libera e leggera, fluida, rende la riflessione meno terrifica. L'inizio e' indovinato, ben riuscito. Brano intimista, di spessore. e forse, come la vita, il salto nel vuoto, non e' che un battito d'ali.

*

Nadine Gdb Art
17 settembre 2013

perché "non ti appartieni"? Dio ci ha resi liberi. la libertà è integra. l'uomo è relazione, la verità è relazione /possiamo fare di noi un angelo, un salvavita, un grande ombrello per i più fragili / possiamo imparare a volare oltre il vuoto e insegnarlo alle ostriche così attaccate allo scoglio. // ho visto un'alba fiorire nel vuoto ed ero io, insieme a Dio. // Bravo Felice, un gran bel brano!

*

Piero Donato
per il gruppo Evoluzionismo Contemporaneo

... non condivido personalmente: lo osservo nei comportamenti massificati. Non credo nel salto nel vuoto, ma sicuramente occorre prepararci già in questa vita ad affrontare la prossima tappa dell'esistenza; quantomeno noi che abbiamo avuto la fortuna di vivere piuttosto a lungo... altrimenti la vita non avrebbe senso. E per molti non lo ha, purtroppo.
19 settembre


Felice Serino

Giusto Piero, quando dici che già in questa vita occorre prepararci...ecc... ma il vuoto che intendo è l'ignoto, non il nulla, che è diverso.
19 settembre


Piero Donato

certo lo avevo capito; non credo nel salto nell'ignoto, nel senso che abbiamo molte testimonianze di chi stava oltrepassando il salto ed è tornato, poi la Storia ci ha insegnato molte cose, la Scienza, la filosofia, ecco, se cerco di cucire tutto lo scenario che l'Uomo ha assimilato e se cerco di capire con il mio cervello, riesco a farmi un'idea su come possano essere effettivamente le cose; credo che molto dipenda da noi, se riusciamo ad impegnarci, possiamo varcare i confini della materia in modo autonomo, ma senza dare nulla per scontato, altrimenti potremmo essere assorbiti da esistenze sicuramente più evolute della nostra, magari trascendenti. ciò che mi interessa maggiormente, è di compiere un salto, ovviamente, ma non nel vuoto, nella coscienza cosmica del tutto, e questo non è certo semplice, significa scavalcare ogni altra possibile esistenza più evoluta di noi, ma non nella coscienza. Se non ci si oppone a queste esistenze, è possibile superarle, il problema credo sia situato in una sorta di "vertigine cosmica", che può assalire l'esistenza se il salto di coscienza è troppo elevato; è per questo che dico che occorre prepararsi bene, in modo da non spaventarci troppo, ecco, gli abissi, le distanze, i gap da colmare, nel fatto di coscienza esistenziale e cosmica, potrebbe essere troppo consistente, se non ci si prepara bene; non che ci possano essere quali pericoli, per carità, al più si ritorna indietro. Ma in quale forma dell'esistenza, poi? Dove si potrebbe sbucare, in quale situazione, chi o cosa ci potrebbe assorbire, nel caso ci si perdesse per strada? Certo, di gran lunga più comodo sarebbe adagiarsi nella certezza dell'abbraccio da parte di una religione, di un Dio, di un'esistenza (trascendente?) superiore alla nostra. Si tratta di scelte, non credo sia una scelta che si addica a me, a tutt'oggi, quantomeno. Che ne pensi?
21 settembre

Felice Serino

Grazie per la lunga disquisizione, Piero; condivisibile appieno dove dici che è piuttosto un salto di coscienza, nella coscienza cosmica, e dipende da noi e non da altri fattori... Comunque,dal tuo approfondimento c'è da apprendere molto. Grazie ancora!
21 settembre

Grazie Shayra

Una sorpresa graditissima. Grazie dell'invito che accolgo con grande piacere!
Un abbraccio, Shayra.
Felice

Posterò quanto prima... il tempo di scegliere.

The wounded Panther

Fotografia © Paolo Scarano

Con passo lento e vacillante
mi trascino
verso la segreta tana
ove possa al piombo sottrarmi
Quanti squarci nell’anima mia
sanguinante
Poserò le membra
un tempo possenti
ché s’abbandoni il corpo
tormentato
a non calar le ciglia mi sforzerò
come l’ultimo ruggito custodito
nel cuore
per guarire o perire
Mistero di questa giungla
mai svelato
© Gelsomina Shayra Smaldone

Approfondimento di Lorenzo Bacco



Occhi bassi in meditazione tra pensieri offuscati dal dolore ma colmi di speranza, l’ultimo appiglio al tempo che non sfugge alle sue leggi e Gelsomina lo sa e in cuor suo spera che quel giorno arrivi al più presto.

Letteralmente, è una pantera ferita, nel suo orgoglio di madre, nel suo amore di madre, nel suo ardore di nutrice che ha coccolato i suoi infanti, nessuno escluso, mentre adesso

Con passo lento e vacillante
mi trascino

stanca e avvilita dal pianto che sa di antico dolore e si lascia andare ad un lamento colmo d’angoscia, aggrappandosi alla speranza che non muore

verso la segreta tana
ove possa al piombo sottrarmi

al piombo delle parole, taglienti come lame che trafiggono il cuore e l’intelletto

Quanti squarci nell’anima mia
Sanguinante

Mentre stille di sangue scorrono lungo le sue guance e adesso esausta per il lungo peregrinare lungo i viali del dolore e della compassione che un giorno verrà  

Poserò le membra
un tempo possenti

e forti come nessuno mai può immaginare

ché s’abbandoni il corpo
tormentato

e finalmente invoca un barlume di pietà, affinchè il riposo dell’anima e del corpo possa per un poco lenire la sua afflizione
a non calar le ciglia mi sforzerò
come l’ultimo ruggito custodito
nel cuore

mentre,  pur rimanendo immobile nel riposo dello spirito, non chiuderà gli occhi ma sarà attenta osservatrice degli eventi, pronta a scattare con un balzo di fiera splendente verso il prodigo che un giorno ritornerà.
Ed un ruggito lo conserva nascosto, pronto ad esplodere quando verrà il momento tanto atteso 


attenderò il gioco della sorte,
quando lo sguardo fiero ruggirà al mondo
la mia essenza
Posted by: Ultimo0 in Iniziativa Letteraria on 04/04/2013, 14:55


per guarire o perire
Mistero di questa giungla
mai svelato

Un congedo che toglie il respiro, nel groppo che s’incaglia nella gola ferita, nel mistero di un avvenire che sarà suo, nei passi silenziosi della pantera che si aggira nella giungla per percepire una luce lontana.

Una Lirica  che continua la strada intrapresa nella precedente stesura del crudele esilio in cui è relegata la sua anima bella, tra figure retoriche bellissime e illuminate da una metrica raffinata e armoniosa.

Ti abbraccio Gelsomina, augurandoti ogni bene per la tua anima eccelsa e il ritorno del sole nella tua vita.

Lorenzo Bacco


 


Crudele esilio - Recensione di Lorenzo Bacco

Crudele esilio

 

Scricchiolano come vetri rotti
sotto i palmi dell’anima mia
quelle lame di rancori
cieche alla ragione
e sorde al richiamo del cuore
Crudele il mio esilio da te sanzionato
in un giorno lontano di pioggia e sale
ove il sole
d’allora
non scorgo mai
Iniqua prigione e tormento
che mai nessuno ha osato valicare
Eppur m’appare il mesto tuo sguardo
quando nascosto
osi posare gli occhi
su ciò che di me resta
oltre la tua tormentata collera
il silenzio del dolore
 
 
 
 
 
La motivazione di mettere in evidenza il brano selezionato:
 
 
L’esilio, un luogo di dolore e di ricordo struggente per colui che viene relegato in questo luogo d’oblio, crudele perché chi è dentro non può assaporare la gioia della libertà dell’anima e della vita dei suoi luoghi cari, in tutti i suoi aspetti. Arido il luogo, inaridisce lo spirito di chi attende. E questa settimana mi colpisce il tema che parla di odio e collera e l’egoismo che svilisce l’uomo artefice di tale sentimento, ossimoro della solidarietà tanto auspicata dall’Autrice di questa Lirica. 
 
Crudele esilio
 
Non un esilio di terra lontana dalla sua, ma un esilio d’anima e pensiero  
 
Scricchiolano come vetri rotti
sotto i palmi dell’anima mia
 
Ed inizia con un rumore che mette panico a sentirlo, i vetri rotti caduti in terra per un qualsiasi evento, un bicchiere in frantumi e l’attenzione che bisogna avere per non farsi penetrare nei piedi dai frammenti, risultanti dolorosi e insidiosi e ancor più se questi vetri, nella metafora che ne consegue, si conficcano nelle pieghe dell’anima che soffre il dolore più acuto. Una ferita al piede può guarire in fretta,  ma una ferita all’anima ha bisogno di lungo, lungo tempo per essere elaborata e assorbita perché  
 
quelle lame di rancori
cieche alla ragione
 
si conficcano nel cuore e lo fanno sanguinare, lame taglienti, altra metafora per indicare il male che taglia a fette  l’anima, lame che imperterrite non ascoltano la ragione rendendole finanche
 
sorde al richiamo del cuore
 
che invoca affetto e comprensione, tralasciando l’empatia, il transfert che s’immedesima negli abiti dell’altro 
 
Crudele il mio esilio da te sanzionato
in un giorno lontano di pioggia e sale
 
E la Nostra Shayra dichiara ancora amaramente il termine crudele, l’esilio è crudele per lei, l’esilio dai sentimenti più puri, sanzionato da chi un giorno ha promesso amore, un giorno lontano funestato dal cattivo tempo e coperto di sale, il simbolo dell’aridità e ancor più di speranza di vita futura
 
ove il sole
d’allora
non scorgo mai
 
Nel suo significato mitologico il “sole” è energia luminosa o luce solare  incorporata in una struttura in grado di creare e conservare la vita.
E questa luce ormai s’è persa nei meandri del buio 
 
Iniqua prigione e tormento
che mai nessuno ha osato valicare
 
Una galera, un limite che mai nessuno si augura per sé e che  mai vorrebbe oltrepassare 
 
Eppur m’appare il mesto tuo sguardo
quando nascosto
osi posare gli occhi
 
Rimane pur sempre una speranza e la Nostra immagina gli occhi nascosti, pur mesti e carichi di un affetto ormai sfocato, occhi adesso, invece,  quasi furtivi di chi l’ha relegata in quello stato
 
su ciò che di me resta
 
condizionata da un evento triste che l’ha posta in uno stato quasi di frustrazione, mi perdoni l’Autrice il crudo linguaggio.
 
oltre la tua tormentata collera
il silenzio del dolore
 
un congedo che valica un dolore infinito, silenzioso, struggente, che abbraccia, purtroppo, il tormento provocato dalla collera di chi ha provocato il Crudele esilio dei suoi sentimenti.
 
Una Lirica dettata da sentimenti sublimi, radicati in un’anima nobile, nell’invocazione iniziale e pennellata, nella stupenda grafica di Rosy, di un desiderio sussurrato e sentito:
Vorrei che tu fossi qui !!
 
Un abbraccio di cuore, cara Shayra.