sabato 24 novembre 2012

La violenza sulle donne

Articolo pubblicato sul sito La Mente e Il Cuore

 

 
Nell’attuale società i diritti, il rispetto, il valore della vita, sono continuamente calpestati, regnano per lo più sovrani e insufficientemente contrastate forme di malsani comportamenti.
 
Il concetto di appartenenza, che dovrebbe confluire tutti gli uomini verso un unico scopo, il Bene, quale virtù che onora la persona e le sue azioni, affonda lentamente oltre l’orizzonte umano in un doloroso declino, un tramonto dell’essere che non vedrà mai più l’alba della sua stessa esistenza se la ragione, la morale e l’Amore non li annienteranno definitivamente.
 
La violenza sulle donne è fra le azioni più indegne e deprecabili che un uomo possa commettere. I maltrattamenti di cui è mostruosamente capace si diramano e colpiscono diverse sfere, fisica, psicologica, sessuale. 
 
Ognuna rappresenta una ripugnante e affilata lama che infierisce senza riserva di colpi colei che, secondo un antico proverbio, non deve e non può essere sfiorata nemmeno con un fiore.
 
Pochi rispettano l'integrità fisica e morale delle donne!
 
Le statistiche attuali inorridiscono, infatti, in Italia viene uccisa una donna ogni 2 giorni e 7 donne ogni giorno subiscono violenza dagli uomini.
 
Si potrebbe raggruppare la sottospecie dei violenti in due categorie,i più leziosi compiono abusi psicologici,  i più forzuti le picchiano.
 
Il silenzio e la vergogna
 
Un fenomeno che accade spesso è il silenzio in cui si rifugiano, da un lato le donne maltrattate e dall’altro gli uomini che maltrattano, ma le ragioni appaiono palesemente differenti; le prime non rendono manifesta la violenza, gli altri che si macchiano di tale crimine, spesso ostentano al mondo una facciata ben diversa dalla realtà, confortati soprattutto dalla mancanza di denuncia da parte delle loro vittime e di chi molto frequentemente sa e zittisce!
 
Le ragioni del silenzio e della vergogna
 
Affondano in radici ataviche le motivazioni che inducono una donna a subire maltrattamenti. Ricordiamo, non me ne vogliano i lettori, che, sebbene il genere maschile si diversifichi, l’uomo è nato maschilista fin dal tempo delle caverne, periodo in cui la clava non rappresentava soltanto un’arma per procurarsi cibo. Da quel lontano tempo a oggi, per alcuni, la vita si è evoluta e con essa l’umanità, per altri sussiste ancora una situazione di stallo comportamentale, che esprime una latente mentalità maschilista.
 
La nostra epoca si differenzia di poco dalle precedenti, giacché continua a raccogliere incredibili violenze tra le mura domestiche, complici inconsapevoli sono le stesse donne che decidono di non denunciare gli abusi, nella speranza che qualcosa cambi, che l’uomo cambi, intanto il tempo passa…
 
Si associano alla rinuncia di parlare e agire numerose motivazioni, la paura di essere trovate e massacrate, la mancanza di un tetto, di un sostentamento per i figli, per se stessa, l’intervento dei familiari che non sempre sono d’aiuto.
 
Quante volte abbiamo udito madri o suocere ripetere “ pensa bene a quel che fai…pensa ai tuoi figli… senza un padre…pensa a cosa dirà la gente…in fondo è un brav’uomo… è il lavoro che lo stressa…sii paziente… cambierà… hai una bella casa… i problemi si risolveranno…”
 
E’ d’uopo, a questo punto, chiederci se anche loro hanno ricevuto lo stesso trattamento, se frasi e consigli  come questi rappresentano un bene o un male?
 
Pensare bene? Certo! I figli? Starebbero sicuramente meglio senza dover assistere a scene di violenza che incutono timore e orrore! La gente? Chi è? In fondo è un brav’uomo? Davvero? Il lavoro lo stressa?
 
Perché il lavoro e i gravosi impegni di donna e madre non stressano? Essere paziente? Non si tratta di pazienza! Una bella casa? A cosa serve una bella casa se ci sanguino dentro e tremo solo all’idea che vi faccia ritorno? I problemi si risolveranno?  Allora i miracoli esistono? E quando? Quando mi troveranno morta?
 
Così risponderebbe una donna se trovasse il coraggio di parlare, di superare la vergogna e il disonore che aggravano le sue paure.
 
Che cosa è cambiato?
 
Una delle leggi predominanti che governano i branchi dei leoni è che solo le leonesse cacciano, lasciano i cuccioli alle femmine più giovani, mentre il maschio sonnecchia. La preda catturata spetta al capobranco che si ciberà per primo, dopo potranno sfamarsi anche le leonesse. Una norma, questa, che è diretta verso un unico fine, la sopravvivenza e la protezione della specie, grazie alla forza del maschio.
 
Solo le fiere possono esigere tale diritto!
 
Meno di un secolo fa la donna non sedeva a tavola con il marito, solo dopo che egli aveva terminato il pasto poteva nutrirsi, purtroppo questa cultura é ancora oggi presente in molto paesi.
 
Meno di un secolo fa la donna e precisamente fino al 1946, non aveva diritto al voto, era suo compito sfaccendare a casa, crescere i figli e doversi stupire piacevolmente al rientro del marito-padrone, sottoporsi ai suoi desideri, in quanto bene di proprietà e quindi sempre disponibile, senza privilegio d’appello e replica, per poi, caso mai ricevere calci e pugni alla fine della giornata.
 
Altro suo doveroso compito contemplava la tacita accettazione che il proprio uomo frequentasse altre donne,  poiché impedito dalla pseudo morale, ottima scusante, o per colpa della donna che rifiutava le sue specifiche richieste. Chissà perché?
 
Potremmo dedurre quanto sia stato difficile abbandonarsi fra le sue braccia dopo  i colpi ricevuti nel corpo e nello spirito? Forse non gli crede quando, in lacrime, le chiede “perdono, non lo farò mai piu’” mentre le accarezza il viso tumefatto e ancora sanguinante? Sarà stato ed è tutt’oggi per queste ragioni?
 
Il seme della violenza
 
I motivi della violenza provengono da diversa natura: psicologica, caratteriale, culturale, religiosa, patologica e così via, ma la ragione principe potrebbe nascere da una trasmissione molto comune, un tipo d’ereditarietà comportamentale.
 
La statistiche confermano che l’uomo violento é per lo più colui che ha assistito ad abominevoli abusi sulla propria madre e conseguentemente su se stesso. Un triste ciclo che si ripete.
 
Il seme della violenza cresce e si dirama e, qualunque siano le cause, i media e le testate giornalistiche sono diventati bollettini di guerra.
 
La posizione della società 
 
Le leggi vigenti hanno applicabilità solo in caso di denuncia, di lesioni gravi o mortali e le forze dell’ordine sono in grado di fare ben poca cosa se non é manifesto un atto d’accusa.
 
Le pene applicate e le manette spesso sono insufficienti se non, preventivamente o contemporaneamente,  accompagnate da risorse sociali, come i centri d’ assistenza, d’incontro, nei quali le sedute, il contatto psicologico possa creare una formazione, una cultura, un’educazione che insegni quanto l’intimazione e l’intimidazione non può e non deve rappresentare un diritto da esercitare per risolvere i conflitti interiori, interpersonali e familiari.
 
Il rimedio
 
E’arduo enunciare quali e quanti siano i rimedi da applicare contro la violenza e la sua prevenzione. Tutti auspichiamo che il mondo si risvegli dal suo torbido torpore, che resusciti una sana coscienza, fondata su solidi principi, quali il rispetto per la vita, la civiltà, l’Amore, unici e preziosi beni rivolti alla pace, alla serenità, al benessere comune.
 
L’uomo ha la capacità e la grandezza di stupire con le sue mani e con la sua mente, purtroppo è capace di macchiarsi, attraverso questi, anche di azioni deplorevoli, indegne e infime.
 
Vorremmo poter credere solo nelle doti dell’uomo, perché giunga presto il giorno in cui nessuna donna soffra a causa sua.
 
 
 

 

giovedì 1 novembre 2012

La quercia

La quercia

Posted by: Ultimo0 in Poesia d'amore

Ultimo0

Versi a seguire la poesia  Sigillo d'amore  di Stregattablu

T’infondo il mio respiro
sia vento imponente
avverso l'indomita tempesta

Serro i pugni
contro il tempo crudele
l'abbraccio impietosa
ché non spezzi il delicato giunco

Il sole regna sull’orizzonte
le mie mani di marmo
continuano a sostenerlo alto
là dove regna Dio

So che m’ascolti mamma
aggrappati a me
al sudore asciutto dei miei occhi
tua impronta indelebile

 

© Gelsomina Shayra Smaldone
 


Sirio

Grafica di © Runa

 


Tornano in alto ad ardere le favole
dolce armonia di stelle e luna
Mormoro melodiche parole all’infinito
fiamme ardenti delle mie vene

Senza il velo dell' illusione
cadranno colle foglie al primo vento
le forme illusorie nei giochi di luce
e il sogno non mi ruberà più niente

Ma venga un altro soffio
ritornerà scintillamento nuovo
l'alito si posa
sull'incantevole essenza del tuo respiro
e m'illumina dentro

ancora

 

* i versi in corsivo sono di G.Ungaretti

© Gelsomina Shayra Smaldone

16/8/2012

Veli d'aria

Fotografia © Paolo Scarano

 

Avvolta in veli d’aria
in abissi di pensiero
fremo al mutar del sole

Inchiodata a muri di pianto
corrugo gli occhi
al tempo inconciliabile
di contrarie correnti

Ferirmi non devi
nel costato straziato
da anisotropi dolori
confini del mio vivere

Nata vento e malinconia
rugiada ed allegria
dell’universo sono stanza

Oltre il mio corpo
sognami

Al di là dell’anima
sussurrami
 

5 maggio 2008

© Gelsomina Shayra Smaldone