mercoledì 30 novembre 2005

Caino e Abele.
Anche chi non e' credente conosce il racconto biblico
di Caino e Abele.In effetti la storia degli uomini scaturisce da un
assassinio, dalla trasgressione, dalla colpevole rottura del legame
di sangue. Caino uccide il fratello Abele. "Che hai fatto?" -
dice il Signore nel libro della Genesi - "la voce di sangue di tuo
fratello grida a me dal suolo. Ora sii maledetto. Ramingo e
fuggiasco sarai sulla terra".E fu' cosi' che comincio' a dissolversi
il legame della fratellanza e la costituzione della società umana.
Dal punto di vista sociale potrei affermare che la fratellanza potrebbe
anche definirsi fraternità,quindi dovrebbe nascere in un contesto per
l'appunto "sociale" che è la comunanza verso la propria condizione
di mortali; siamo tutti creature di un unico creatore e tutti partecipi
di un destino. Leggo in un passo de Il Corano: "...siate uniti come fratelli",
belle parole ma restano purtroppo tali. Innanzitutto l'idea di fraternità,
di fratellanza, col passare del tempo si coniuga sempre meno con l'idea
di solidarietà. Viviamo quotidianamente fianco a fianco,condividiamo
le nostre vite,le persone care,la famiglia,gli amici,il posto di lavoro,
lo stabile in cui abitiamo,il rione,la citta',la regione,l'Italia,la chat,il blog ..
eppure del vero spirito di fratellanza e di solidarieta', intese in senso lato,
non si vede neanche l'ombra,fatta eccezione per alcuni casi sempre piu' rari;
eppure non perdiamo occasione per offenderci,per ferirci,a volte per ucciderci dentro,eppure lasciamo che la nostre labbra scandiscano parole dal sapore
di facili giudizi,di incomprensione ma peggio ancora di chiusura mentale
per colpa di quel velenoso perbenismo di cui siamo soliti vestirci,
di quella sadica indifferenza, di quella mala pianta di egoismo i cui frutti,
ormai, sembrano esserci entrati nelle vene. Dunque esistono due
pericolose malattie virali al tempo d'oggi: l'ipocrisia e l'indifferenza
che a mio avviso non sono degli "status" genetici da sottovalutare,
ma portatrici di gravi danni in tutte le forme di comunita'.
Persino Karl Marx, nel 1850,teorico della solidarietà, seppur militante,
diceva che la parola fratellanza dava un'immagine quasi idilliaca della
società tanto da offuscare la necessità di quel momento: il conflitto sociale.
Ed e' a queste ultime parole che va' il mio riferimento ed il mio pensiero.
Un tempo queste sarebbero state la definizione piu' addolcita di GUERRA,
oggi sono riferite al nostro "modus vivendi". Probabilmente l'idea di
solidarietà come l'abbiamo pensata finora ha un che di astratto e di utopistico,
mentre l'idea di comunità potrebbe e sottolineo potrebbe
(se solo si volesse veramente) dimostrarsi la base per una
solidarietà concreta. Cioè dovremmo amare coloro che ci sono vicini,
poi allontanandocene per cerchi concentrici, via via abbracceremmo
mondi sempre più vasti. Questa credo dovrebbe essere l'unica strada
per poter concretizzare la solidarietà, altrimenti rimarremmo in questo
codice di pseudopacifismo universale che ci porta fuori dalla realtà,
poiché il pacifismo,ed intendo l'amore per il quieto vivere comune,
dalla piccola comunita' al mondo intero,non è il rimedio e il toccasana
del mondo; mai nessun pacifismo ha sconfitto la crudeltà.
È necessario dunque uscire da questa dimensione apparentemente
nobile,ma astratta della solidarietà,per entrare in una dimensione
più realistica dove il legame comunitario sta alla base di una vera
solidarietà, perché bisogna armarsi di sani e veri sentimenti per combattere la crudeltà:l'assenza totale di spirito di fratellanza e di solidarieta'.

sabato 26 novembre 2005

(°*:..ElanorAncalima..:*°)


Il vecchio padre era seduto al balcone intento a rubare gli ultimi raggi
di sole a quella giornata di tiepido autunno.
Suo figlio sbucciava con cura una mela rossa come il fuoco che
troppo spesso gli aveva disturbato la mente fino al punto
di giungere ad azioni al limite della comune normalita'.
La sua tranquillita' mi indusse a sperare che forse i tempi difficili
sarebbero diventati solo un ricordo che il tempo avrebbe sbiadito.
Taglio' la mela a piccoli spicchi,ne prese uno e guardo' il padre.
Si avvicino' e l'inbocco' come se fosse un bimbo.
Mi soffermai su quel gesto d'amore e sul volto del padre,
un sguardo tenero,riconoscente,sollevato. Socchiuse gli occhi,
il viso rivolto al cielo come in segno di ringraziamento.
L'amore verso una persona puo' superare
anche la follia d'una mente inquieta.
Una miriade di pensieri invase la mia mente
ed un senso di conforto m'accompagno'
mentre lasciai scivolare la tenda sui vetri,
ritraendomi in segno di rispetto.