sabato 31 dicembre 2022

Paranza !!

Paranza di mietitori !!


Foùre tèrre.

Oltre i confini del proprio borgo.


Chiamavano così le compagnie,

di poveri braccianti e mietitori

portati ai campi da ricchi terrieri


per latifondi delle loro terre.

Lucania e Tavoliere spighe d'oro

avevano a smaltir in calda estate,


un sopra l'altro sostavano nei borghi

nell'adunanza, stanchi nell'attesa,

seduti in terra, giaciglio il marciapiedi,


come i barboni d'oggi lì a dormire

su materassi d'ondulata carta,

un poco spessa usata per i pacchi.


Addosso l'un con l'altro addormentati,

sfiniti per il viaggio fatto in bici

o con carrette prese a nolo in gruppo.


Con loro le bisacce con il pane,

po' di formaggio ed i pomodori,

una borraccia colma d'acquedotto


e pochi stracci per il cambio, un tanto,

addosso una mantella vecchia ed unta

per protezione ai brividi squassanti


della malaria dilagante allora,

nelle valli brulle di Lucania

o nelle terre da bonificare,


con stagni maldoranti di paludi.

Braccianti per travaglio "foùre tèrre",

una medaglia al collo a protezione,


legato a un filo grosso di cotone,

un abitino dell'Immacolata

e nel panciotto immagine del Santo,


il più devoto che protegga l'uomo

e un paio di dozzine di tornesi

avvolti in fazzoletto, bello stretto.


Così l'attesa allora si spezzava

e si spezzava pure loro schiena

con falce per il mietere del grano.


A sera indolenzite quelle schiene,

chinino, allora, come medicine.


Lorenzo 31.12.22

venerdì 30 dicembre 2022

Aria di casa mia !!

 

Aria di casa mia !!


Ah, l'arie du paìse moje


Ah, l’aria del mio paese, 


un respiro dell’anima.


Quando il treno portava alla laguna

terra straniera divenuta amica,

di mia gioventù, ahimè, lontana,


mi condusse quel giorno, un dì di festa,

trovai l'ovatta bianca in quelle mura,

un viaggio di speranza e ancor di gioia.


Eppure nostalgia mi prese in gola,

sapendo il dunque del cammino preso,

accomodando lì i miei comandi.


Tornavo per pensare in ferrovia

ed ogni tanto andavo alla stazione,

guardando quei binari mi dicevo,


le rette parallele hanno un fine,

continuano finchè trovano il porto

del mio paese ai piedi d'una valle,


coperta d'uliveti e di vigneti.

Quando in estate al fresco ritornavo

e respiravo l'aria conosciuta,


un altro balzo avanti fra l'evviva,

tra i vicoli del borgo tanto amato

e sono qui ed ora verso il vespro


nell'aria fresca e pura di marina

ed anche della murgia frizzantina.


Lorenzo 30.12.22

giovedì 29 dicembre 2022

Orologio di un Tempo !!

Orologio di un Tempo !!

Vèje giùste come a u arlòcie de la chiàzze.


Va giusto (preciso) come l'orologio della piazza.


Espressione paradossale che si utilizza per indicare 

una persona (o una azione) perfettamente errata, 

poco precisa, inaffidabile.

Si riferisce alla proverbiale imprecisione dell'orologio 

sistemato sulla parte alta del transetto della Cattedrale. 

(Oggi non esiste più). 



C'era un volta nel Centro Vitale,

la Cattedrale, il mondo della vita,

e tutto si svolgeva nel dintorno,


economia, sociale e funzionale,

il simbolo di Storia d'antenati,

le feste in piazza e voce della gente,


le chianche in pietra, indove mercanzie

in un intreccio di categorie,

mischiavano la Fede di quel luogo,


col Monumento eccelso lì presente

una platea in pubblico dominio,

Piazza o Platea un nesso nell'idea.


Il fronte sud di nostra Chiesa Madre,

per dirla in breve il lato della Guglia,

con sei arcate un tempo d'ammirare


con le sporgenze del Transetto a Croce

e piccole d'interno la memoria

d'Altari di Famiglie Gentilizie.


Oltre il Transetto un tempo due campane

di campanile a vela sovrastante

un orologio secondo scrittura,


dettato da quel verbo soprascritto,

ora non più presente alla visione,

mentre s'evince immagine da Storia


che per fortuna è giunta alla memoria,

per nostra conoscenza e devozione. 

Serbatene lettori il suo ricordo,


assieme a quelle panche ora sparite 

da quella piazza, il Cuore del paese,

testimonianza della nostra gente.


E sta in memoria il plancheto detto

le lastre del selciato levigato,

due son l'entrate in sorta di Sagrato,


quasi un recinto al limite di Chiesa

nel 'novecentocinque demolita,

per dare largo spazio a Cattedrale.


Misericordia detta, una piazzetta

difronte il Purgatorio, la Chiesetta.


Lorenzo 29.12.22


mercoledì 28 dicembre 2022

La Buona Sorte !!

Il libro è chiuso, non ci sono novità !!


 Sòrte e bòna nòuve a la càsa nòste chiù maggiòure.


Fortuna e buone notizie a casa nostra in quantità.


Era l'invocazione che le ragazze, dopo tre Pater e tre Ave Maria, 


rivolgevano a San Nicola, protettore della buona sorte.


Significato dei termini nella seconda e quarta terzina:

ce tà và da la noùve, cìcce mòie

ca nàn se dice nùdde mènze alla pòrte


non ci sono novità, Francesco mio,

in quanto, non si dice nulla in piazza grande.


marì ca tèine fùche

Maria che tiene il fuoco acceso



Chi porta buona nuova a Crocifissa,

lorquando rispondeva al che si dice,

per dir soltanto nulla ch'è accaduto


e adesso v'introduco un intermezzo 

ce tà và da la noùve, cìcce mòie,

ca nàn se dice nùdde mènze alla pòrte


e se chiedevo cosa realizzare,

la cosa era impossibile da dire,

quest'era la risposta di rimando,


vai a cercar marì ca tèine fùche

e a tal comando nulla poter dire

e mi gelava il sangue nelle vene


e mogio mogio io andavo via,

con testa china e mani infreddolite.

Allor s'andava in cerca di cucina,


quando nella famiglia c'era evento, 

c'era senz'altro un tanto da mangiare

e benedetto il giorno dell'evento.


Un tocco d'allegria e di speranza,

nel desco che donava provvidenza. 


Lorenzo 28.12.22

martedì 27 dicembre 2022

Il Forno Antico !!

Il Forno Antico !!


C'è un forno antico ascosto nel mio borgo,

pane, focacce, tarallucci e paste,

piccola porta con tendina a frange,


le fa corona insegna disegnata,

in legno quell'archetto con la scritta,

due lanternine che le fanno luce,


finquando il buio cede il posto al giorno.

Vicino a quella piazza stan due ponti,

gìà declamati ancora nei ricordi,


attraversanti il vallo d'una lama,

il passo d'un Liceo ed una Chiesa,

e l'altro porta, invece, all'alta Murgia.


La Storia del mio borgo in quella Piazza,

Minore Seminario Diocesano,

e San Francesco con la scalinata,


disposti in fila ai Canti del Dolore,

profumi di Natale e di Passione.

Torniamo, intanto, al nostro forno a legna,


primo ingrediente il pane casereccio,

il massaregno detto da massaia,

qual che s'è cotto nei forni di città,


nel medioevo sottoposto a dazio,

secondo grida detta d'Ateneo.

Si scendono così quattro gradini


ambiente intorno spira aria antica,

arredi in legno sopra muri in pietra

archi murati con antico stemma,


ulivo e due leoni fan corona,

un grande arco chiude quella bocca

profonda, incandescente di fornace.


Milleduecento gli anni della luce,

in Basso Medioevo il suo respiro,

teglie di coccio, piccoli taralli,


non intrecciati, tocchi lineari,

assieme a pasta al forno fatta in casa

da nonne, un tempo, lì bell'infornate,


per dare altro sapore a quel pasticcio,

di pasta, mozzarella e pomodoro

con salsa preparata nell'estate.


Forni d'un tempo, posti nell'oblio,

il forno di Lucrezia e di Peppino,

sta quello di Luigi e i suoi germani,


sparsi nel borgo eredi del suddetto,

ai Cappuccini, in Centro nel giardino,

il nome tanto amato dal Poeta


e che s'accolla in groppa il duro aratro,

solcando i campi dopo la raccolta,

per rassodar la terra e dona frutti,


e col suo fiato assieme all'asinello

del Bambino scaldò la Mangiatoia,

intreccio d'esclusione e Comunione.


Il forno San Giovanni, detto un giorno

e di Colino è vivo il suo ricordo,

d'eredità Memoria di Lillino.


Secondo usanza e vecchia tradizione,

ricordo d'un passato d'adozione.


Lorenzo 27.12.22

lunedì 26 dicembre 2022

Ricordi di Natale !!

Trappeto !!


Natàle jìnde a u trappóite jè u giùbbele du Chiangóite

Natale dentro il frantoio è il giubilo del plancheto 

(inteso come Comunità che si riunisce sul sagrato della Cattedrale).

Sottolinea la festa più bella per un raccolto generoso. 


Natale nel frantoio una gran festa 

vuol dire che il raccolto è generoso

e in questo giorno olive a macinare

le vasche piene e drupe da pestare


un paragone il detto a ringraziare

la Provvida Maria in Cattedrale

per le grazie elargite verso il borgo

e sul sagrato svolge il giubileo


il popolo festante del paese

dapprima c'è il raduno nel plancheto

lì sul sagrato dela Chiesa Grande


chianche di selce il tempo ha levigato

coi passi stanchi degli agresti andanti

lorquando al vespro tornano dai campi


Lorenzo 26.12.22

domenica 25 dicembre 2022

sabato 24 dicembre 2022

Il Presepio della Ricamatrice !!

Il Presepio della Ricamatrice !!


Cinquanta pezzi e tutti fatti a mano,

Presepio realizzato all'uncinetto

arte paziente di ricamatrice


che fin dall'alba mettesi al lavoro,

a primavera, estate, fino a inverno,

nessuna di figure conosciute


mancante alla passione dell'idea.

Il pastorello mezzo addormentato,

è stanco poverino per lavoro,


il fabbro con l'incudine e il martello

e le ricamatrici fan mestiere,

matassa ed un telaio e la pazienza,


la frutta e la verdura al fruttarolo,

campo dei fiori colmo di profumi,

mentre asinello gira il suo mulino


ed il fornaio col fornello acceso,

in questi giorni non ci fa mancare

il pane e tradizioni di Natale,


le cartellate, dolci e panettoni,

di quelli artigianali, fatti a mano,

al lago il pescatore getta reti


ed il bucato donna a sciorinare.

Infine la Capanna col Bambino,

Maria, Giuseppe, i Magi ad adorare.


Lavoro certosino della Nostra,

ricamatrice eccelsa del mio borgo,

Presepio fatto ad arte e con passione.


Donna del Sì e il suo amato Sposo,

Il fulcro del Mistero, il Messaggero,

Venuto sulla terra per salvarci.


E nella Grotta gli umili pastori

e pecorelle in gruppo verso Luce,

il Salvatore che ha sconfitto il male.


Una Luce brilla nella Culla,

la Stella che ci porta alla salvezza,

tutti per uno, viaggio dei Re Magi,


cassette di Speranza e della Fede,

il Tutto e l'Uno formano il Mistero

e nel Tutt'uno Gioia del Cammino.


E quelli che bisogna completare

sono i cammelli, uno d'ammirare.


Lorenzo 24.12.22

venerdì 23 dicembre 2022

Per i caduti nella Grande Guerra !!

Per i Caduti nella Grande Guerra !!


 In Memoria di Nonno Emanuele !!


* 24 maggio 1879


+ 26 settembre 1917



Albo d'Onore per il Nostro Eroe,

ascritto negli annali dei Caduti

che per la Patria hanno dato vita,

Emmanuele, verbo che Isaia


fa comparire nelle profezie.

Ora è sepolto, Onore di progenie,

nel Cimitero al centro dell'entrata

un Viale di Memoria degli Eroi.


Ricordo la sua immagine austera,

ritto, in divisa di rappresentanza,

giovane vita tolta ai figli suoi


infanti allora ed ora in Comunione

assieme alla Consorte e loro Madre,

Educatrice a Preci del Signore.


Lorenzo 23.12.22


giovedì 22 dicembre 2022

La Sfida dei Rioni !!

 La Sfida fra Rioni a Ferrandina. 

Fonte Wikipedia. 


Nu àlte sciùche.


Un altro gioco.


Risveglio di natura in primavera,

pianificati in loco dal vincente

delle battaglie in anno precedente,


il Generale ed Aiutante in campo

studiavano progetto sul da farsi,

predisponendo le battaglie in corso.


Spavalderia, orgoglio e sicurezza

ed armi predisposte alla tenzone,

mazze di scope, bastoni con rametti,


proibite fionde, pietre, archi e frecce,

elmetto, secchi e pitali smaltati,

presenti sotto il letto delle case.


A sera presso il campo di battaglia

i finti eroi armati d'arroganza,

crociavano gli sguardi a intimidirsi.


Reclute assenti per la diserzione,

i sostituti quelli riservisti

e ritenuti quindi degli esclusi


da pugne programmate nel futuro.

A fine della sfida si tornava,

malconci a casa ed ematomi vari,


medico e farmacista a intevenire,

e botte certe date da sorella,

un atto d'incoscienza riteneva.


A ben guardare con tutta ragione,

le guerre portano sopraffazione.


Lorenzo 22.12.22

mercoledì 21 dicembre 2022

Pagliaro !!

Pagliaro !!
 


Pagghiarìule de fòure.


Trullo di campagna.


Locale rustico, fatto con pietre a secco e  coperto, 


a volte, di paglia.



C'era una volta in una particella,

poco lontana al centro del mio borgo,

una distesa ricca e rigogliosa


d'ulivi misti ad alberi di frutta,

prugne, ciliegie, le cotogne mele,

assieme al cultivar di mandorleti.


In mezzo a questi campi c'era un trullo,

un pagliarulo, detto nel mio borgo,

assieme ad altri pure se diversi.


Il contadino lì si riposava,

ivi stendeva le sue stanche membra,

dopo il lavoro duro d'aratura.


Ed una notte gente in malaffare

disfece quei pagliari per calcara,

pietre da cucinare e poi servire,


per fare calce da adoperare

in fabbrica di case da costruire.

Il Nostro grande e astuto chiese aiuto,


al suo fidato amico fico d'india

che le spinose pale a protezione 

gli mise ancor di più disposizione,


coprendolo a cappotto si suol dire,

così chiudendo accesso ai malfattori,

porta blindata anche a quel pagliaro.


Pertanto, pur tentando l'intrusione

trovando ostilità al sciacallaggio,

la loro ritirata fu leggenda.


E quei briganti smisero il misfatto

ed il pagliaro salvo detto fatto.


Lorenzo 21.12.22

martedì 20 dicembre 2022

Spaccachianca !!

Un marciapiedi per giocare !!


Un tempo i marciapiedi erano chianche

pietre cavate dalla dura roccia

squadrate e lì posate dai maestri

che di scalpello opravano bell'arte


tra chianca e l'altra un solco per la fuga

lo spazio fra una lastra e quella accanto

il meglio che potessero sperare

e il sorteggiato tra i contendenti


tirava in aria un soldo o un nichelino

che rotolava in posa sulla chianca

e se spaccava quella via di fuga


metà contro  metà era il trionfo

ancor di più quadrivio a quattro chianche

quindi vinceva chi spaccava chianca


Lorenzo 20.12.22

lunedì 19 dicembre 2022

I quattro cantoni !!

 I quattro cantoni !!


Re quatte candònere


I quattro angoli


Mètte quàtte òuve jnde a u piàtte


Mette quattro uova dentro il piatto


Conciare per le feste



Cinque compagni giocano nel gruppo

quattro ai cantoni il quinto resta al centro

pericolo non c'era per la strada

allora era libera la via


le auto e motorette inesistenti

i cambi al cenno all'altro si correva

angolo opposto sulla linea retta

se il centro rispondeva a quello scelto


il giocatore vinto passa al centro 

il suono di campane alle due ore

poneva fine al gioco dei cantoni


nessuno allora aveva l'orologio

e quando s'indugiava al suo richiamo

la mamma prometteva quattro uova


Lorenzo 19.12.22

domenica 18 dicembre 2022

Un gioco d'altri tempi !!

Un gioco d'altri tempi !!


Cìcce rre' cavàdde.

Francesco re cavallo.


Cavalli e cavalieri d'una volta,

un noto gioco che non scordo ancora,

anni cinquanta, al tempo son tre quarti,


al secolo trascorso dell'infanzia.

Due squadre da comporre di ragazzi,

una sta sotto mentre ben disposti


un dietro l'altro stretti ed abbracciati,

curvi alla schiena atti a sopportare,

assaltatori di squadra rivale.


In fila si dispongono sui sotto,

in equilibrio devono restare

e se nessuno mette il piede in terra,


hanno diritto a saltare ancora,

e inverso si combinano le squadre,

di contro i sotto subito a saltare


ed i perdenti vanno a sopportare,

il peso della squadra saltellante,

il primo del drappello fisso al muro.


I giochi d'una volta in nostalgia,

il campo in piazza, per lo più la via.


Mentre s'urlava un, due, tre cavallo,

chi saltava vocava il ritornello.


Lorenzo 18.12.22


sabato 17 dicembre 2022

Giardino !!

Giardino !
 


Giardino del Convento del mio borgo,

piante d'arance e dolci mandarini,

quelli di marzo, quando è primavera,


un angolo di pace a meditare,

un corridoio ed archi confinanti

tra chiesa e chiosco, voce del silenzio.


Aula di Liturgia parla il muro,

con i dipinti in fondo presso altare,

due scale sopra affresco ad indicare


una discesa e la risalita,

verso l'eterna gloria imperitura,

ausilio di Maria col Custode,


Arcangelo che guida i trapassati,

divino ambasciatore dell'Annuncio,

d'Avvento sulla terra del Bambino.


Un campanile a vela a ricordare

le ore di giornata per pregare,

l'alba e il tramonto fino alle due ore.


Le gioie ed i dolori dei viventi,

invocano pietà per sofferenti.


Lorenzo 17.12.22

venerdì 16 dicembre 2022

I Sassi !!

I Sassi, Presepio Eterno !!


I Sassi di Matera son dimora

d'antica civiltà adesso in auge,

calcarenite il tufo di quel luogo,


un patrimonio d'oggi conservato,

centro di storia che ritorna indietro,

con macchina del tempo va a ritroso,


la mente si distende e rasserena,

lasciando spazio di memorie antiche,

il Sasso baresano a settentrione


il caveoso dritto a meridione,

una gravina fonda e impaludata,

ricca di piante eduli d'aroma,


agli ospiti già spiega la parola,

il caveoso sito delle grotte,

scavate nella pietra di quel borgo,


infatti, si distende più avvincente,

nel parco della murgia materana,

fuori da ogni tempo ed ogni spazio.


Una natura brulla e desolata,

una città al tempo che non c'era,

in un deserto d'altopiano nudo,


d'un monte spelacchiato a precipizio,

terra d'un grigio cenere e pietrame,

grotte scavate nella dura argilla,


racconta lo scrittore nel suo diario,

scendendo giù per quei dolenti cerchi,

s'imbatte nelle case che, in sostanza,


hanno per pavimento un tetto grigio,

d'abitazioni in basso sottomesse,

come quel borgo onore di Ferrante,


il nome, amico caro già l'intende.

La luce e l'aria dalla porta aperta,

un vano in condominio col bestiame,


umani e pecorelle stanno insieme,

dividono la loro triste sorte.

Naturalmente qui sto raccontando


la Storia scorsa al secolo vissuta,

miseria e povertà nella memoria,

in un teatro manco immaginato.


Lento cammino verso il nuovo corso,

dei contadini e d'artigiani onesti

invisi dai rurali feudatari,


stretti nel loro ego in ogni tempo.

Presepio eterno lì sul monte Igino,

un fascino d'onirico scenario.


Adesso giustappunto grande onore,

rivalutati i Sassi con Amore.


La gogna cancellata, finalmente,

al borgo di Lucania e alla sua gente.


Lorenzo 16.12.22

giovedì 15 dicembre 2022

A Romè !!

A Romè


Un gioco d'altri tempi ch'io non scordo,

due squadre di fanciulli, guardie e ladri

ugual numero d'anime infantili,

un campo per giocare in zona franca,


lontano dai frastuoni della piazza,

sopra un terreno quadro e limitato,

i ladri fuggitivi ivi salvati

posati su quel quadro salvagente.


Lo starter dava il via alle due squadre,

una correva l'altra che inseguiva,

s'era acciuffata era prigioniera,


e tutti imprigionati, stop al gioco,

così si cominciava punto e a capo,

all'infinito fino all'altro capo.


Un gioco sconosciuto in questo tempo,

di svaghi digitali passatempo. 


Lorenzo 15.12.22


mercoledì 14 dicembre 2022

I Pomodori Appesi !!

 I pomodori appesi !!


La n'zerte de re pmdòre


L'intreccio dei pomodori


Così chiamiamo appesi pomodori

ed ora è il tempo di farne buon uso,

pendenti dal soffitto dall'estate


e dall'autunno posti a maturare,

la n'zerte, un rito delle nostre mamme,

chè quelle attuali stanno a raccontare, 


i fatti succeduti sui portali,

cronache cittadine a snocciolare,

sedute dentro il bar o nel gazebo,


con il cornetto, latte e cappuccino,

dimenticando pane e pomodoro,

con filo d'olio per la colazione.


Ora li trovi al banco superstore,

al più dal fruttarolo dietro casa,

ahimè, il buon sapore d'una volta,


è ormai rimosso, solo la memoria.

Ricordo il rito a inizio di stagione,

s'andava all'ortolano dirimpetto,


Ciccio il suo nome, con un grande cuore,

non scordo ancor cocevola e pescara,

da cui tingeva l'acqua che pioveva,


per dissetar la terra ch'era secca.

Al massimo una cassa per famiglia,

profumo alle narici, ma che dico,


altro che slogan della pubblicità,

ch'ogni decina invitano la gente,

con stop ai programmati palinsesti,


per far comprare in numeri i profumi,

di bottigliette ai nomi altisonanti,

con lingua della terra di confine. 


Un filo a corda quello ch'abbisogna,

trecciavano bei grappoli 'torno al filo,

ad ogni posa in su il montepremi,


finquando s'esauriva cordicella.

Quindi, la n'zerta appesa su in soffitta,

oppure in loco ancor bene arieggiato


ed aspettando il propizio tempo,

per sistemare in tavola portata,

chi più ne ha lo metta già impiattato,


con le bruschette ed il novello olio,

nella padella misto con le alici,

quelle salate, sempre dissalate.


Per fare piatti buoni per il desco,

con buon vinello, ancora, bene al fresco.


Lorenzo 14.12.22


martedì 13 dicembre 2022

Il Riccio e la Volpe !!

Il caratteristico colore chiaro dei ricci di mare, mai nero


Trasóje còme a rìzze e assóje còme a vòlpe.


Entrare come un riccio ed uscirne come una volpe. - 


Detto di chi si intrufola con furberia, a poco a poco 

e poi soppianta quello che vi era prima e la fa da padrone.


Viene asin di monte e caccia caval di corte.




Il nome dal latino lingua antica,

lato piccante più il chiaro riccio

s'attacca sui fondali di marina,


presenta simmetria pentaraggiate,

aculei spine guai a conficcarle,

ai piedi scalzi sui marini scogli


e per levarli al pronto d'ospedale

e chissà dove vista insufficienza.

Così è colui che entra mogio mogio


nella dimora per cercar fortuna,

vuole la mano e poi si prende il braccio,

il furbo giovanotto col sorriso.


Chiaro diviene alfin il nostro eroe,

eguale d'altra specie molto astuta

dai tratti simil cane, volpe rossa,


acuta predatrice assai ostile

che mangia il riccio il detto porcospino,

specie vivente sulla nuda terra,


ch'è chiuso a riccio per la sua difesa.

La volpe pien d'astuzia con un getto,

fa aprire il poverino che s'arrende,


schiude la bocca e furba lo divora.

Molte leggende intorno alla birbante,

spirito immondo volto ad imbrogliare,


condotta dire poco ch'è amorale,

malvagia la regina di malizia,

per attirare vittime innocenti,


li tenta anche con la seduzione,

persino a fuochi fatui ricorrenti,

per far smarrire strada ai viaggiatori.


Il Nostro, invece, in casa di famiglia,

la causa d'ogni male che la piglia.


Lorenzo 13.12.22


lunedì 12 dicembre 2022

La Carretta !!

La Carretta !!


U sciùche de la carrètte.


Il gioco della carretta.


Fantastica l'infanzia d'una volta,

un carretta fatta di miseria,

la tavoletta presa dal residuo


della bottega del maestro d'ascia,

u mèste che insegnava quel mestiere,

agli scolari al tempo dell'estate.


Una cordina a cui legarsi bene,

seduto su quel pezzo di legname

e quattro rotelline rabberciate,


i cuscinetti ai camion con rimorchio,

più grandi delle auto piccoline,

fissati sulle mazze delle scope,


al posto del pallone del baratto,

oppure ai legni quadri del maestro,

cinta di iuta della tapparella,


tocco in disuso messo e ben fissato,

al legno del timone di carretta.

Come guida teneva il cavaliere,


per governar la tavola in discesa,

in curve molto strette capottava

e giù si rotolava per la strada,


sbucciando le ginocchia e il pagliaccetto

e giù gentil ceffoni della madre,

quelle mazzate erano carezze.


Si scorazzava in strade del mio borgo,

discesa di stradine ancor sterrate,

carretta dei miei sogni di bambino.


Buffetti e pane cotto pien di gusto,

facevan bimbi buoni al verso giusto.


Lorenzo 12.12.22 

domenica 11 dicembre 2022

La pecora !!

Gregge


 Màtte jè la péchere ca se chembóite cu lìupe.


Stolta è la pecora che si confida con il lupo.


E' un invito a non fidarsi di persone 

che si sono rivelate malvagie.



E' pazza quella pecora ch'affida

la vita sua all'affamato lupo,

che entra di soppiatto nello jazzo,


dove staziona il gregge in transumanza,

si tratta di metafora, nel vero,

il lupo inganna mite pecorella,


ch'apre il portone grande dell'ovile,

ed esso s'intromette in quel cortile,

con gli occhi grandi e bocca spalancata


e poverina, è presa per la gola

ed un boccone solo, nuda e cruda,

s'ingozza a più non posso quel cagnaccio.


Capita all'uomo che si fa ingannare,

quello tristo l'ammalia col sorriso,

dolce, dolce ti beffa con furbizia.


Se t'accarezza vuole tutti i beni

che tu conservi in scrigno stretto stretto,

attento, dunque, al lupo fatto uomo,


che vuole la tua vita chè gradisca,

chi vuol consiglio buono che capisca.


Lorenzo 11.12.22

sabato 10 dicembre 2022

Il Volto

Memoria


Immagine paziente ma sicura,

si nota una mitezza nel tuo Volto,

una madre piegata a tenerezza,


d'una ferma virtù giunta a mestizia,

tenera e forte come una preghiera

che adesso ti rivolgo e ti dispiego.


Il tuo sguardo sembra interrogare

chi si specchia nei limpidi tuoi occhi,

nella serenità che t'appartiene,


ti avvolge tutta e sei nell'Infinito,

l'hai raggiunto forgiata nel crogiolo,

come un gioiello splendido dell'oro


dell'esistenza pura e generosa.

Ora sostieni noi che qui piangiamo,

innamorati della tua presenza.


Sei qui con noi, accanto e risplendente,

avvolta nella Luce che ci attende.


Lorenzo 10.12.22


venerdì 9 dicembre 2022

La focaccella del digiuno !!

La focaccella del digiuno !!



 Fecazzédde de La Madonne


Focaccelle dell'Immacolata



Un rito decembrino nel mio borgo

e senza distinzione, a ben vedere,

nei forni a legna oppure a gas metano,


la focacetta a Croce l'ho provata,

a farla in forno a casa a resistenza,

d'elettrica misura di corrente.


Farina doppio zero in tavoliere,

acqua, lievito e sale, quanto basta,

stesse sostanze del pane e dei taralli.


in ore antelucane, in piena notte,

le madri lavoravano la massa,

unendo ad essa i semi di finocchio,


taglio a pezzi, schiacciati e arrotondati,

ponevano quei tocchi tra le coltri,

quindi, cresciuti, un bagno in acqua calda,


ivi tracciando strisce col coltello,

al forno, dunque, in presso di dimora

tornavano fragranti dal fornaio.


Obbligo di digiuno ad ora media, 

sono le focaccelle d'astinenza,

quando l'aria si tinge della festa,


da tradizione atavica del borgo,

profumo di trappeti ed olio nuovo

un'onda degli odori ormai perduti,


rape stufate e baccalà bagnato,

per togliere sapore del salato

e in tanti modi in casa preparato.


Infarinato e fritto con quell'olio,

o al forno con patate e pomodori,

di quelli appesi al sole dell'estate,


pomi di terra tagliati a fettine,

un dito medio massimo spessore,

oppure a dadi al gusto che s'addice.


L'esempio di quel pane sta in bacheca 

non si trova, ahimè, in paninoteca.


Lorenzo 9.12.22

giovedì 8 dicembre 2022

Riflessione !!

Juliette, Philip H. Calderon, 1888

Fonte Wikipedia
 


Nan sì ammenà re ssàle a la prìm'àcque.


Non versare il sale alla prima acqua (Al primo bolllore).


Non agire d'impulso, ma pondera, rifletti prima di

compiere un'azione o prendere una decisione importante.



Non aver fretta

nel compiere un’azione 

ed attenzione


decidere con calma

per ogni decisione


Lorenzo 8.11.22

mercoledì 7 dicembre 2022

martedì 6 dicembre 2022

La Buona Educazione !!

La Buona Educazione !!


 Quànne u ciùcce nan ammàine la càute fìnghe a u tèrz'ànne, 


nan l'ammàine chìue.


Quando (al) l’asino non cresce la coda entro il terzo anno, 


non gli crescerà (mai)  più.


Se non si riesce ad educare un ragazzo in tenera età, 


difficilmente lo vedremo maturare come adulto, 


in grado di affrontare la vita con rettitudine e decoro.



Consiglio appassionato ai genitori,

bisogna trarre fuori educazione

progenie indotta alle buone maniere,

per lo sviluppo e buona formazione


e stare attenti al potenziamento

di buone facoltà degli educandi,

per affrontar la vita con decoro.

Da piccoli bisogna loro dare,


le qualità che possano portarli 

a conduzione d'una retta via,

il buon esempio sempre come guida,


ed autorevolezza verso i figli,

che sempre grati saranno fino a età,

ordunque, in permanente educazione.


Lorenzo 6.12.22


lunedì 5 dicembre 2022

Massa del Pane !!

 Pane del Forno di San Giùanne !!


Crisce màsse comme crisci' Criste jind'a la fasse.


Cresci massa, come crebbe Cristo nella fascia.




E' un detto delle mamme d'altri tempi,

ad incrociare il segno della Croce 

sulla massa del pane a lievitare,


avvolto in panno lindo e ben coperto,

panni di lana fino all'indomani,

o sotto le coperte del corredo.


Appena dopo l'alba si prepara

con l'acqua calda a impastare il tutto,

farina con la massa triplicata,


un gran lavoro con le forti braccia,

elastico rendeva quell'impasto,

finquando il dito pollice spingeva,


l'orma di questo subito annegava

nel cumulo cresciuto dell'ammasso,

Segno dell'Alto per andare avanti,


a fare i pezzi buoni ed intrecciati,

disposti in fila in panno infarinato,

finchè il garzone al forno li portava,


con l'accortezza pronta a conservare, 

un pezzo della massa dentro il coccio,

utile come lievito in altro giro,


oppure da prestare l'indomani

alla vicina della sua dimora,

che le chiedeva, sempre con creanza,


Commà Lucì prestami del lievito

chè devo fare il pane domattina,

per subito ridarlo all'occorrenza.


Metteva segni in cerchio su quei pani,

non confondendo al forno i pezzi suoi,

legna d'ulivo ardente entro bocca,


al lato della porta di quell'antro,

una fornace prossima a dimora,

ben pochi son rimasti nel mio borgo.


Infin focaccia a cuculo con l'olio,

dei bimbi svegli appena era l'orgoglio.


Lorenzo 5.12.22

domenica 4 dicembre 2022

Jàzzo

Jàzzo


Quanne arrìve marze re pechere foure do jàzze.


Quando arriva marzo le pecore fuori dall’ovile.



Jàzzo che fa memoria in trnsumanze

e d'appennino a valle per svernare

nella pianura calda premurgiana,


ricovero notturno a pecorelle

coprivano lo spazio d'alta murgia

stazioni transitorie per giacere,


la notte per non correre disagi.

Posti in pendenza a scorrere dell'acque

esposti a sud riparo ai venti freddi


che a settentrione soffiano nel gelo.

Son fatti in pietre a secco ricavate,

da spietramento al suolo circostante,


un muro principale a recinzione,

reparti stagni nell'interno stanze,

per più a cielo aperto, ben s'intende,


con paralupi ausilio tutt'intorno

le lastre orizzontali a protezione,

come corona a cingere il riparo,


tanto che lupi ed altri predatori,

trovano impedimento all'invasione,

per fare un bel banchetto a quelle greggi.


Ambienti riparati nell'interno,

per far del latte munto la cagliata, 

produrre lì sul posto il canestrato.


Lungo i tratturi principi le poste,

stazioni nel cammino lì riposte.


Lorenzo 4.12.22


sabato 3 dicembre 2022

La Masseria !!

La Masseria 


 La Massaròje de curre curre cinguànda sellèute e sessànda tammùrre.


La Masseria del corri corri cinquanta soldati e sessanta tamburi.

 

Un’assemblea che discute rumorosamente, senza concludere nulla.



L'affermazione appare maldicenza

di chi prova rivalsa per massaro

che nella masseria mette il cuore,


una babele sembra quella corte

lì dove impera un ordine all'opposto

ed in effetti può sembrare tale,


per il via vai d'anime in travaglio,

dagli animali ch'animano il cortile

ai fattori che tornano dai campi.


Altro che corri corri in ironia,

i contadini sono quei soldati,

i tamburi, barone e caporale,


i Comandanti della masseria.

Qui si lavora sodo e si fatica,

lontano dai frastuoni d'ogni borgo,


un edificio rustico in collina,

in alta murgia o aria di marina,

le stanze del massaro al piano alto,


i sottani di servitù al piano,

compresi nello spazio della corte,

e quivi inoltre ampie camerate,


per stalle degli ovini e dei bovini,

rimessa per raccolti e per foraggi

ed i locali per lavorazione.


Un caseificio per burrate e affini

ed un frantoio a macinare olive,

inoltre un bel palmento per il grano


e l'uva di vendemmia per il vino.

Una città sia pur fortificata,

con muro che la cinge a protezione,


porta d'ingresso chiusa da un portone,

villa di residenza di stagione,

indipendente in ogni sua misura,


il forno e la cisterna per raccolta

presentano la corte sufficiente,

per rendere sicura la dimora,


in ogni tempo ed ogni circostanza,

anche per pie pratiche d'oranti,

piccola Chiesa come al nostro caso,


nei dì di Festa adepti in adunanza,

offrono al Sommo Padre l'Onoranza.


Lorenzo 3.12.22

venerdì 2 dicembre 2022

giovedì 1 dicembre 2022

Marì dammi del fuoco !!

 Sensi abili !!


Citte Citte 'mmenz'a la chiazze.


Zitta Zitta nella Piazza.


Detto di chi non sa tenere la parola 

tra i denti o si lascia facilmente 

andare a proferire segrete confidenze.



E l'aforisma odierno è il contrario

di quello detto ieri sul silenzio,

segreto da non dire e poi tenere

in scrigno d'egoista ben nascosto.


Quest'oggi invece voci sono in fiato

e il venticello spira sottovoce,

si parla, si vocifera del tale,

calunnie e maldicenze ai quattro venti


e con la scusa di cercare il fuoco,

Geppina la vicina bussa a porta,

Marì se tieni il fuoco per favore,

dammene un po' che possa cucinare.


E per fortuna il fuoco sempre acceso,

la legna degli ulivi qui non manca

e si riscalda il vano col calore

e in mezzo un bel braciere coi tizzoni.


S'intrufola pian piano la Comare,

vicina di dimora e chiacchierona,

si ferma lì con il tizzone avuto

a rischio di bruciarsi la sua mano.


Quindi racconta tutte le storielle

di conoscenze in vista nel quartiere, 

mi raccomando non ho detto niente,

nessuno sappia quello che t'ho detto..


Io ti conosco appena e arrivederci,

domani è un altro giorno per vederci.


Lorenzo 1.12.22