Pagghiarìule de fòure.
Trullo di campagna.
Locale rustico, fatto con pietre a secco e coperto,
a volte, di paglia.
C'era una volta in una particella,
poco lontana al centro del mio borgo,
una distesa ricca e rigogliosa
d'ulivi misti ad alberi di frutta,
prugne, ciliegie, le cotogne mele,
assieme al cultivar di mandorleti.
In mezzo a questi campi c'era un trullo,
un pagliarulo, detto nel mio borgo,
assieme ad altri pure se diversi.
Il contadino lì si riposava,
ivi stendeva le sue stanche membra,
dopo il lavoro duro d'aratura.
Ed una notte gente in malaffare
disfece quei pagliari per calcara,
pietre da cucinare e poi servire,
per fare calce da adoperare
in fabbrica di case da costruire.
Il Nostro grande e astuto chiese aiuto,
al suo fidato amico fico d'india
che le spinose pale a protezione
gli mise ancor di più disposizione,
coprendolo a cappotto si suol dire,
così chiudendo accesso ai malfattori,
porta blindata anche a quel pagliaro.
Pertanto, pur tentando l'intrusione
trovando ostilità al sciacallaggio,
la loro ritirata fu leggenda.
E quei briganti smisero il misfatto
ed il pagliaro salvo detto fatto.
Lorenzo 21.12.22
Nessun commento:
Posta un commento