venerdì 31 dicembre 2021

Baratro

 

Baratro

Un baratro, un orrido infernale,

in fondo al suo cammino affonda pietra

per molti piedi e nel silenzio cade,


un tonfo cupo mentre nebbia sale,

fino all'orlo di quell' l'imbuto nero.

Qualche colomba bianca al limitare


s'affaccia sopra l'orrido scrutando

la landa brulla che si stende intorno

mentre si posa sul roveto verde.


I rami d'alberello come ombrello

s'ode il silenzio intorno alla strettoia,

un'aria tersa al fare del mattino.


In cerchio pietre a orrido selvaggio,

di baratri ne ho visti in mio viaggio.


Lorenzo 31. 12. 21

martedì 28 dicembre 2021

Parlano i sassi

 

I sassi parlano 


Mentre continuo il viaggio in quella terra

incontro sassi che hanno una voce,

soffiano il fiato, raccontano storie


e nel profumo d'alito m'inebrio.

Il più austero dice, transumanze

ho visto in questi sassi riposare


nelle stanze aperte della murgia.

Io sono qui dall'aurora del mondo,

il tempo ch'è passato m'ha dipinto


un lichen verde marcio millenario,

intreccio di sostanze miscelate

prese dall'aria fresca di boscaglia


che là s'accosta al limite del luogo.

Pittura colorata, nutrita dal silenzio

che s'ascolta nel fresco mattutino,


da acqua di rugiada che s'asciuga.

Perfetta la simbiosi di natura

non inquinata da rumori esterni


o dalle vostre voci di passaggio,

triste argomento per questo paesaggio.


Lorenzo 28.12.21

lunedì 27 dicembre 2021

Raggio di Luce

 

Selva 


Filtra leggero tra le verdi fronde

raggio di luce fascio luccicante,

tendendo la sua mano verso il buio


e al ramo chiede subito d'entrare

al centro della selva tenebrosa.

Brama soltanto resina selvaggia,


compagna sua in eco ventilata,

il soffio filtra gelido a quei rami.

Vestono a filigrana il suolo d'ombra,


mentre le foglie caduche d'autunno

ricoprono d'un letto umido suolo.

Nulla è al caso in simboli di vita,


i sassi stesi a terra chiedon luce,

elio garante eterno sulla terra

d'umida linfa e vita alle radici.


Nell'aria vanno gli alati voli

sparsi fringuelli, ramarri striscianti,

con il canto d'un rospo abbandonato.


Nel tuo continuo nascere alla vita,

concedi  bosco reggia che c'invita.


Lorenzo. 27.12.21

sabato 25 dicembre 2021

venerdì 24 dicembre 2021

Natale

L'Attesa 

Crai è Natale

Mistero della Gioia

una certezza


Lorenzo 24.12.21



N.B.


crai avv. [lat. cras], ant. – Domani. Sopravvive nell’uso di alcune regioni meridionali, 

[...] crai e poscrai, 

domani e dopodomani.


Fonte Enciclopedia Treccani


Nel mio borgo si dice creie, 

con la e finale strozzata in gola.


Lorenzo

giovedì 23 dicembre 2021

Muretto a secco

 


Muretto a secco


Muretto a secco  un limite a sentieri

di murgia sconfinata e di campagna,

un argine a confine d'uliveti


un dono di natura per la terra

per trasformare in olio dolci drupe,

odore di licheni e verde muschio


stampati sulle pietre come un marchio,

orme del tempo serbano le tracce,

faro sicuro nell'eterno andare


di contadini pronti per i campi,

divieto certo a fughe di puledri

barriera indubbia al transitar di greggi.


Pietre strappate alla madre terra

e levigate ad arte da maestri,

mazzuole e di scalpelli sopraffini


riposte quindi alla natia campagna 

in comunione senza nulla addosso

se non il muschio radicato al tempo,


collante di natura e di simbiosi.

Muretto amico appunto di memoria,

d'adolescenza posto di visione


dell'operoso andare dei braccianti,

mentre seduto a guadagnar saperi,

in ore mattutine di giornata.


Un compagno, un nesso sconfinato

del tempo che tramonta affaticato.


Lorenzo 23.12.21

martedì 21 dicembre 2021

L'Asino Bendato

 

L'Asino Bendato


"Quando girava la vecchia 

mola di pietra, trascinata in tondo 

da un asino bendato, la casa tremava,

e un rombo continuo saliva dal pavimento."


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli,

pag. 185, Einaudi  Editore, Torino,  2014.



Un asino bendato gira intorno

a vasca delle olive nel frantoio

un girotondo fa attorno a mola


la fa girare per formar la pasta

di quelle olive messe nella vasca,

un trappeto che canta la sua storia,


antica come l'uomo d'altri tempi

la vecchia evoluzione del mulino

per fare l'olio adatto al desinare.


E quel somaro molto riflessivo

le bende sopra gli occhi per difesa

di moscerini e mosche tutt'intorno.


Conosce l'empatia per il suo uomo,

lo fa sentire accolto e predisposto

al buonumore ed anche al bel sorriso.


Calmo e paziente nel suo passo lento,

conosco l'asinello del presepe

con il suo fiato scalda il Bambinello.


Alito caldo a riscaldar la culla

d'ospiti sacri in quella grotta brulla.


Lorenzo 21.12.2021

lunedì 20 dicembre 2021

Due Ruote

                                                        

Due Ruote


Due ruote fanno arredo a masseria,

son grate al compratore delle braccia

d'averle lì riposte nel cortile,


il caporale guarda i contadini

intenti alla fatica di campagna

sotto il sole cocente di Lucania


o di Capitanata della Puglia. 

Mietono il grano nei giorni di calura

nei tenimenti del ricco barone


e per ricordo lì che le ha lasciate

nello sterrato della fattoria.

Quanti ricordi, quante strade fatte


dal giorno che ci fecero con l'arte,

par dicano le ruote, lì riposte.

In tre botteghe d'arte, ora ricordo


esclama la più altera delle due

maestro d'ascia, carrettiere e fabbro,

ricordo il maniscalco per i muli,


cavalli per trottare ed asinelli,

i più pazienti fermi nell'attesa

per chiodi conficcati sotto l'unghie


di zoccoli, per una protezione.

Fuoco, fucina e ferri da forgiare

mentre eran fermi roteavan la coda,


adesso invece è tutto trasformato,

oggi si fa la coda alla colonna,

stazione di benzina sulla via.


E ogni tanto si vestivan ruote

di traini e di calessi per trasporto.

Ricordo fin da quand'ero fanciullo,


un fascio di fascine ben disposte

messe a bruciare lì, fuori le mura

e il ferro dentro a dilatar sul fuoco

 

e prima che il freddo mi prendesse,

riprende ruota a raccontar la storia,

un colpo secco e dentro il cerchio ai raggi.


Dolore immenso pieno di calore,

bruciavo per la fitta mentre il fabbro

batteva il ferro ai raggi tutt'intorno.


Ma ero pronta ormai per trasportare

i sacchi delle olive da campagna 

al borgo ad un frantoio del massaro.


Ed ora sono qui a ricordare,

ai tempi andati il veto di tornare.


Lorenzo 20.12.2021

domenica 19 dicembre 2021

Gli Iridi

 

Iride

 

Un iride intravedo in lontananza

s'inarca a stento nel cielo murgiano.

S'è spenta la pioggia mentre i coralli

incatenano le rose canine.


Colori rosa rosae trasudanti

di perle luccicanti ed improvviso

l'altro iride appare suo compagno.

Intreccio fatale e un disegno arcano


e la natura svela il suo mistero,

non possono restare disuniti.

Arcobaleno dai mille colori


s'intreccia in nesso d'amorosi sensi

abbracciando i rami di quel pino

e le sue pigne che s'aprono al sole.


Lorenzo 19.12.2021

sabato 18 dicembre 2021

Pausa

 

Grotta Murgiana 


Seduto per le terre della murgia

odo tra i rami la voce del vento

come una corrente d'acqua limpida,

fluisce verso i luoghi dei miei borghi.


Silenzio ascolto tutt'intorno e sento

le celesti sensazioni del canto

mai sentito degli alati che si perde

in gioia e passionalità soave,


fra la natura non contaminata.

Onde d'effluvi vari nel mattino 

e nel meriggio lì dove non c'è


un'anima pensante o di viandanti,

silenzio tra quei sassi della murgia. 

Vorrei  obliarmi in quel remoto anfratto.


Lorenzo 18.12.2021

venerdì 17 dicembre 2021

Potatori

 

Ulivo secolare


Ricordo i potatori d'una volta

rami d'ulivo spogli delle drupe,

tagliavano quel più dopo raccolta.


Un'arte sopraffina tramandata

di padre in figlio vecchi contadini,

tagli particolari e correttivi


per lo sviluppo della produzione,

l'estetica di albero d'ulivo

per farlo bello ed ancora più snello.


Scure tagliente con un colpo ad arte,

nella terra cadevano rametti

per dar più frutto a prossima stagione,


e quindi si tagliava senza duolo

per dare vita agli altri rami vivi

che divenivano allor sempre più ricchi. 


Quei rami secchi come fiori morti

venivano legati per la vita,

con altro ramo preso dal mucchietto,


fascine divenivano per fuoco

d'ogni camino posto nelle case

e cucinare un coccio di legumi.


Ceci o fagioli od altro desinare

e pentola con l'acqua da bollire

per pasta fatta in casa da condire


col sugo del ragù di vivandiera,

una  massaia esperta cuciniera.


Lorenzo 17.12.2021

giovedì 16 dicembre 2021

Sprazzi di luce

 

Sprazzi di luce 



Fasci di luci filtrano nel bosco,

tra gli alberi di selva brilla il sole

per luminar il luogo della murgia

tra terra e antiche pietre poste a secco.


Sono confini di strade sterrate

o parti non divise dai padroni,

in mezzo a quelle siepi nascon fiori,

bianchi o viola splendenti sotto il bosco.


E quel muretto grezzo negli annali

ha visto in via di pecore e bovini,

le mandrie nel cammin di transumanza.


Sentiero che conduce alla visione 

di monti e di vallate ed altri spazi.

E il vento spira l'aria di marina.


Lorenzo 16.12.2021

mercoledì 15 dicembre 2021

Di là dal bosco

  
Cava di bauxite

Dopo il bosco la fertile pianura

posasi sguardo dopo quell'altura

sotto una terra rossa, una miniera


un tempo in uso, simile ad imbuto

la cava di bauxite, roccia madre,

per gli avi in uso a fare pentolame.


Di là da questa altura s'apre valle

di campi coltivati ed una casa, 

la vecchia fattoria d'un massaro,


uno coperto ed uno jazzo aperto,

per pecore avvilite e intirizzite

dal freddo della murgia in questi tempi.


Il latte per casaro ogni mattina,

ricotta fresca e forme canestrate

da conservare in luoghi chiusi al buio.


Quanti orizzonti osservano i miei occhi,

vedo lontano i monti di Lucania

che fanno in appennino una cerniera.


Un cielo cristallino un blù ch'è terso,

confondono il mio sguardo che s'è perso.


Lorenzo 15.12.21


lunedì 13 dicembre 2021

domenica 12 dicembre 2021

Ippocastano

Mattino 

Dorme l'ippocastano nel giardino

svestito delle foglie e ricoperto

di neve ch'è caduta in abbondanza,


par dica mi preparo a primavera

quando i germogli s'aprono alla vita,

dopo il letargo del gelido inverno 


e dell'estate già pregusto ombrello

che vi fornisce un'ombra grande e fitta.

Ora son bianco in nudi ramoscelli


e tra i due tronchi sembra di vedere

cervo di monti snello ed allungato,

un'illusione ottica s'intende


e sulla panca bimbi in girotondo.

Sull'orizzonte a oriente spunta il sole

che illumina scenario di presepe,


le panche orizzontali ricoperte,

un camino sbuffa fumo bianco

per annunciare il gioioso evento.


Riverbero di neve sulla cima,

il passo forse è chiuso, visto il clima.


Lorenzo 12.12.2021


sabato 11 dicembre 2021

Neve sui Monti

 
Meriggio


La neve accerchia valle di montagna

il sole scende al valico dell'alpe,

bianca barriera ai monti del Cadore.


Calde le case con le stube accese,

fumanti quei camini di dimore,

legna dei boschi conservata ad arte.


Altro scenario s'apre nell'estate

i prati in festa e fiori sui rilievi,

ora il ricordo stringe solo il cuore,


mentre il bianco si stende sulle strade,

serrate le finestre nei rifugi,

tutto è riposto al tempo in divenire.


Il ghiaccio mette all'animo tristezza,

frattanto il vento spira nelle gole

spezzando abeti come dei fuscelli.


E sull'altura a falda di quel passo

s'apre visione a fulgido orizzonte.


Lorenzo 11.12.2021

giovedì 9 dicembre 2021

Tempo di Raccolta



"Questa fraternità passiva, 

questo patire insieme, [...]

questa [...] secolare pazienza è il

profondo sentimento comune 

dei contadini [...]. Ma in essi 

è vivo il senso umano

di un comune destino, 

e di una comune accettazione."


Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli,

Einaudi Editore, pagg. 68-69, n.16, 2021.



L'ignoto della strada non conosce

quella faccenda immane sopportata

dai contadini intenti alla fatica,


si levano ch'è notte al far dell'alba,

in questo tempo giusto per raccolta,

per riempire i sacchi delle olive.


Antico il rituale in incombenza, 

reti distese ai tronchi secolari,

smuovono i rami carichi di frutti,


dita d'acciaio brancano le drupe

con delicato verso verticale,

dall'alto verso il basso scuoton rami,


oppure a mani nude infreddolite,

per preservare al meglio quelle olive,

appese ancora a lance verdeggianti.


Nulla conosce il viaggiatore errante, 

il duol ignora a ricompensa d'anno.

Cosa ne sa il commensale ignaro


di scale a pioli o sacchi da riempire,

di uomini che scalano le chiome,

di Crocifisse a rovistar le zolle,


in terra chine a scavezzar le reni,

nulla va perso di quei dolci frutti,

per ritornare a sera fra le mura.


Costumi che profumano d'antico,

come vetusto sta il dolce rito

di quotidiana accolta dei rurali.


Cosa ne sa il commensale ignaro

di sacrifici fatti per la resa,

parlo di resa in olio per quintale,


dell'opera disposta e sopportata

per ricavar prodotto per l'annata.


Lorenzo 9.12.21

mercoledì 8 dicembre 2021

lunedì 6 dicembre 2021

Raccolta d'oliarole

Trappeto


Torna in memoria quel trappeto antico

laddove s'ascoltava la lezione,

vetusta civiltà giammai rimossa,


di contadini ricchi di valori

fuoco in camino acceso con l'ulivo,

dove la vivandiera preparava


una pignatta colma di legumi,

or quando crogiolava biondi ceci

e miscelava ricca colazione,


acqua di tali buoni cereali,

gustosa con il pane e croce d'olio,

alone di profumo nel trappeto.


Ma cominciamo il nostro annoso viaggio,

quando nel tempo di raccolta piena

con  oliarole poste nella vasca,


l'attesa nella strada fino a sera,

i traini pieni e carichi di sacchi,

erano in fila  ad aspettare il turno,


nella giornata cominciata all'alba

per la raccolta in campi di contrada.

Nel borgo intanto già si respirava


il mese di dicembre ed attendeva

l'aria di festa nella prima piazza,

basole in pietra pregne della storia


di contadini curvi per fatica

la zappa in spalla ad equilibrare

spina dorsale in illusione vana.


Vendevano le braccia ai compratori

all'imbrunire in piazza presso porta

nell'acre odore d'antica povertà.


Intanto i lumi accesi sotto gli archi

alzavano devoti una preghiera

nel tempo di novena alla Patrona.


E non si può scordare la lezione

di contadini in sacra abnegazione.   

  

Lorenzo 6.12.21

domenica 5 dicembre 2021

Settanta

 


 

Sono settanta gli anni della vita,

settanta volte sette c’è bisogno

di numeri e tabelle, chè la scienza


quest’oggi non fa uso di memoria,

sono presenti quelle macchinette

che sembrano lontane mille miglia


da quelle che s’usavano ai miei tempi,

una tabella presa dal quaderno

nera la copertina sempre eguale


senza disegni e fogli lucidati.

Bei tempi i nostri tempi col pennino

ben stretto all’asticella di legname, 


bagnato poi al vaso dell’inchiostro,

riposto al centro in banco della scuola.

Oggi si usa invece il cellulare


strumento delle menti prigioniere,

lontano il più possibile dagli occhi,

beato chi non usa tal congegno.


I  numeri stampati da pigiare

coi segni d’addizione e via dicendo

e  il conto è bell’è pronto per incanto.


S’usa finanche uno strumento strano

Didattica  a distanza per prudenza

che si rifugia in minima ragione.


Pitagora, Euclide con Cartesio,

Il pane quotidiano per il Nostro, 

le tabelline sempre nella mente,


gli assi cartesiani ortogonali,

lo studio serio ch’oggi non s’intende,

tanto che allievi per capire un tanto


si servono di te, mio caro amico,

compagno della scuola d’altri tempi,

nel corridoio al piano con giardino.


Filosofia “Amore del sapere”

Assioma che l’oblio non rimuove,

ripeto ancora il teorema detto


l’area del “quadro” sull’ipotenusa

uguale al più dell’aree dei “quadri”,

Pitagora,  ricordo  l’ intuizione.


Ipotenusa il “tra” dei due cateti

Categoriale e Precategoriale

Kantiana ed Husserliana rimembranza.


Lavagna e gesso per dimostrazione,

attenta e luminosa la lezione.


Lorenzo 3.12.21

sabato 4 dicembre 2021

Tornanti


Rione di Ferrandina 


Tornanti a serpentina per la cima

con cupola che s’erge sotto il cielo,

le case sui tornanti a due livelli


per due padroni sotto stesso tetto,

s’affacciano su strade a dislivello

pur parallele se viste dall’alto,


in modo che più in basso sta al sottano

l’entrata che si apre al primo piano

e la finestra che s’affaccia in strada,


è lì che s’erge un poco di magia,

per non dimenticare le radici.

La porta sulla strada posta in alto


diventa entrata d’altra particella,

sì da sembrare d’altro casolare.

Questo il mistero di codesto sito !


Porte e finestre affacciano il costone

fino alla cima d’un sacro convento

con cupola in monastico edificio.


E’ la patria d’un mio fraterno amico,

lì c’è la casa di suore promesse,

vieta rovina della spartizione.


Pizzo Falcone,  massiccio muraglione

vieta alla frana rovina del rione.


Lorenzo 4.12.21

giovedì 2 dicembre 2021

Disincanto

La Rocca


Oltre la linea grigia del crinale

s'apre la porta ai giochi di memoria,

un angolo rifugio ai miei affanni


e mi rinfranco il senno di domani.

Cosa c'è dentro in quell'anfratto scuro

tra cielo e monte in mezzo per la vetta,


lì c'è una grotta, il mondo dei balocchi,

lucignolo, pinocchio, fata buona,

il mastro che s'adopera al mestiere


per fare cose eccelse per l'erede.

adesso vedo anche un campo base,

prima d'arrampicata ultimo sforzo.


S'apre la porta conduce al disincanto,

peccato m'ero illuso, è tutto un sogno!

Sogno di luminarie della festa.


Pinocchio, il burattino nella mente,

impresso nei fanciulli eternamente.



Lorenzo 2.12.21