Sono settanta gli anni della vita,
settanta volte sette c’è bisogno
di numeri e tabelle, chè la scienza
quest’oggi non fa uso di memoria,
sono presenti quelle macchinette
che sembrano lontane mille miglia
da quelle che s’usavano ai miei tempi,
una tabella presa dal quaderno
nera la copertina sempre eguale
senza disegni e fogli lucidati.
Bei tempi i nostri tempi col pennino
ben stretto all’asticella di legname,
bagnato poi al vaso dell’inchiostro,
riposto al centro in banco della scuola.
Oggi si usa invece il cellulare
strumento delle menti prigioniere,
lontano il più possibile dagli occhi,
beato chi non usa tal congegno.
I numeri stampati da pigiare
coi segni d’addizione e via dicendo
e il conto è bell’è pronto per incanto.
S’usa finanche uno strumento strano
Didattica a distanza per prudenza
che si rifugia in minima ragione.
Pitagora, Euclide con Cartesio,
Il pane quotidiano per il Nostro,
le tabelline sempre nella mente,
gli assi cartesiani ortogonali,
lo studio serio ch’oggi non s’intende,
tanto che allievi per capire un tanto
si servono di te, mio caro amico,
compagno della scuola d’altri tempi,
nel corridoio al piano con giardino.
Filosofia “Amore del sapere”
Assioma che l’oblio non rimuove,
ripeto ancora il teorema detto
l’area del “quadro” sull’ipotenusa
uguale al più dell’aree dei “quadri”,
Pitagora, ricordo l’ intuizione.
Ipotenusa il “tra” dei due cateti
Categoriale e Precategoriale
Kantiana ed Husserliana rimembranza.
Lavagna e gesso per dimostrazione,
attenta e luminosa la lezione.
Lorenzo 3.12.21
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