E' un luogo che s'infrange nei ricordi,
un trullo fatto in pietre levigate
ed angolari in quel campo d'avo.
Ricordo il tempo quand'ero fanciullo
e mi portava al luogo Crocifissa,
di fatto e non di nome, la mia zia
donna temprata al fato destinata,
un campicello aveva lì dal borgo
un piccolo quadrato, un uliveto
ordini otto, secondo misura.
Lungo i muretti a secco coltivava
le rose di selvatici carciofi,
nel mezzo del campetto quel pagliaro,
ove mio nonno riponeva d'arte,
gli attrezzi del mestiere di quel tempo,
una zappa per rassodar la terra,
la scure per tagliare i rami secchi
oppure i figli ibridi dei tronchi.
Ed anche nei momenti di riposo,
si stendeva su paglia del pagliaro
e ricordava i sogni rinvenienti
del figlio fante prigioniero in guerra,
per gloria della Patria assai lontana.
Ora quel campo non è più concerto
di alberi fruttuosi o d'uliveto,
ma residenza ed animazione,
spiriti immersi nei duri travagli.
Non s'ode più belato d'un agnello
matato un tempo a fianco, nel macello.
Lorenzo 5.3.22
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