martedì 29 marzo 2022

Il Mietitore

 Il Mietitore


Il mietitor cortese si scappella

al mediator padrone dei braccianti,

venuti in convenienza d'altri borghi


a lavorar la terra di Lucania,

nei mesi in mezzo ai gradi di calura,

trovavano l'accordo nella piazza


presso la porta antica del paese,

fronte ai palazzi nobili del borgo.

All'alba si partiva per il campo


di grano già maturo per raccolta,

col proprio mulo oppure col calesse

a gruppi di persone lavoranti,


lavoro fatto al sole che cuoceva

le facce d'abbronzati faticanti.

Cappello in protezione ai contadini


un fazzoletto bianco alle Signore

per la fatica da mattina a sera,

la falce per tagliare il biondo grano,


i lunghi pamtaloni sulle gambe

e guanti di cannuoli sulle dita

per non tagliarsi mano di sinistra,


ammesso che la falce fosse a destra.

Sul collo un fazzoletto rosso fuoco

per il sudore a fiumi, per fatica


fasci di spighe legate d'altre spighe

le gregne coi covoni verso l'alto,

un intervallo verso mezzogiorno


con la cialledda preparata in loco,

il pane e pomodoro con la croce 

pure condito con un giro d'olio,


oppure un piatto con la pasta al sugo

se masseria era non lontana.

I mietitori lavoranti in proprio


ponevano il mangiare in fazzoletto

grande a bastare per coprire il tutto,

pane e formaggio e un cucumo per bere,


un recipiente contenente l'acqua

per dissetarsi lungo la giornata

serbato presso alberi per l'ombra,


oppure sotto terra bene al fresco.

La paga pattuita presso piazza

e testimon d'accordo i due pezzoni,


pietre squadrate e cupole per cima,

prima un acconto, il resto alla scadenza

con vendita del grano a macinare


presso il mulino posto fuori porta,

nel mese del gran caldo a ferragosto

e il mietitor tornava al propio borgo.


La paga convenuta cinque o dieci,

lire d'allora e sempre buoni amici.


Lorenzo 29.3.22

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