“Il padrone di casa mi aveva avvertito che sarei stato spesso disturbato dal rumore del trappeto,
il frantoio che era sotto alle mie stanze;
ci si entrava dall’orto, per una porticina di fianco agli scalini che portavano in casa.
Avrebbe lavorato anche di notte, il trappeto, mi aveva detto.
Quando girava la vecchia mola di pietra, trascinata in tondo da un asino bendato,
a casa tremava, e un rombo continuo saliva dal pavimento”
Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, pag. 185,
Einaudi Editore, Torino, 2014.
Trappeto d'una volta abbandonato
alla funzione propria che s'addice
ambiente di lavoro e di soggiorno
con tutto il necessario per il fare
cucina ed anche stalla e dormitorio
con muli che faccendano la ruota
oppure l'asinello che bendato
gira intorno a vasca per olive
le macine per divenir poltiglia
ambienti vivi per sei mesi l'anno
ottobre continuava fino a Pasqua
e pasta pronta rimessa in saccoccia
di fiscoli di giunchi del funaio
e sovrapposti in fila sopra il torchio
pressati da tre uomini forzuti
tecnica antica tutta fatta a mano,
ora invece c'è la tecnologia.
Pressati, acqua ed olio posti in tini
legno o pozzetti cavi nella roccia
e l'olio salta su e separato
dall'acqua nei barili per trasposto.
Nel cinquecento trappeti nel borgo
circa trecento, uno anche adesso
trappeto del Capitolo contrada
nei pressi del poligono esistente,
notansi ancora adesso resti in pietra
macine con cisterne e torchi antichi,
due finestrelle appena luce ed aria
ambienti di lavoro, una pescara
una chiesetta e campanile a vela
adesso invece luogo per eventi
imprenditore fiuta buoni venti
Lorenzo 6.7.23
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