domenica 26 febbraio 2006


(Magritte)


Angolazioni


Non vedo le differenze e le principali angolazioni nonchè le svariate sfumature tra la reale assuefazione al deleterio male della realtà e tra il grande ed esorbitante pallore delle condizioni virtuali.
Posto davanti a due segmenti di cosi egual misura eppur di cosi diversa grandezza non arreco alla mia anima  pensieri su come potermi muovere attraverso le sottili pareti che dividono i punti in questione.
 Sono cieco e sordo, muto e invalido d'innanzi alle società estemporanee venutesi a creare fuori da questa cerchia in preda a continui cambiamenti d'umore e a raptus di follie omicide e maniacali.
 Domande che pongo al mio orgoglio e risposte che arrivano dal mio pregiudizio.
O che sia io un estemporaneo ed astruso mentore di me stesso che vaga orribilmente come un fantasma alla ricerca di un mesto luogo ove posare il suo stanco mantello di menzogne e di piccole verità?!
Fuori da ogni limite di spazio, fuori da ogni senso logico mi immergo nei fastosi disegni di un quadro astratto e non proferisco parola alcuna se non quella che mi viene dettata da qualcosa di mentale che ho nel mio ego.
Girano gli universi intorno alle angolazioni, ruotano nei sensi della luce e dello spazio.
Eppure io sono fermo come statua di gesso in posa. Non ho alzato dito per dipingere il quadro delle difficili consuetudini

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