martedì 19 maggio 2015

pagliaro / in terza rima

© Antica stampa dal mio archivio

Un verbo che s'infrange nei ricordi
un trullo fatto in pietra levigata
posto in quel campo d'avo che non scordi

ricordo il tempo di quella giornata
quando portava in campo la zia rosa
segnata dal fato donna temprata

di particella aveva assai preziosa
un piccolo quadrato un uliveto
d'ordini ottavi secondo la prosa

lungo i muretti a secco un carciofeto
con rosettine e selvatici cardi
e nel campetto un tralcio di vigneto

presso il pagliaro riponeva tardi
l'arte e gli attrezzi di quel tempo amaro
una zappetta a rassodar con sguardi

l'umida terra amata e con l'acciaro
tagliava il ramo ibrido del tronco
succhiante il nutrimento al frutto raro

oppure nei momenti giammai pronto
stendeva sulla paglia le sue membra
per ricordare in segno del tramonto

il figlio prigioniero come sembra
per gloria della patria assai lontana
ora quel luogo non dona più l'ombra

dell'agro d'uliveti nella piana
zona di residenza e animazione
spiriti impressi nella sorte umana


Copyright © Lorenzo 19.5.15

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