venerdì 4 gennaio 2008

La mia generazione


Ho visto uccidere natura
e non me ne sono accorto.

Nelle incertezze di una generazione
cresciuta sulla stampa di ideologie fasulle,
di carta per denaro, di immagini suadenti,
si è perduto il mondo di nostra fanciullezza.
Nei miraggi d'avito perbenismo,
dove Iddio c'era per tutto,
si sono rimescolati il tradimento delle carni,
l'insulto per gli amici, il vilipendio della stirpe.
Nel letto di spose ripudiate abbiamo cresciuto serpi;
nel futuro anche ai figli oggetti di consumo,
come le nostre vesti, come gli assurdi idoli
dei giorni nostri vuoti.

Ho visto uccidere le genti
e non ho fatto nulla.

C'è stato un grande correre addosso al progresso,
calpestando onore per la bavosa voglia
d'avere più del vicino,
per esser meno poveri soltanto nelle tasche.
C'è stata frenesia stolta a comandare le genti
per farne portaborse di cultura preconcetta.
C'è stata l'amarezza a risvegliare i popoli
ch'abbiamo affamato, privandoli di un Eden
che aveva la ricchezza di un mondo primitivo,
confuso solo dal bianco del volto dei padroni
mai desiderati.

Non vedo più le lucciole
né cantano cicale.

In mezzo a noi il cemento, granitico terrore,
emblema della forza di una specie debole,
perplessa costruzione che vuole vinto il tempo,
che ha per contraltare il verde dominato.
In mezzo a noi il deserto che s'estende sui valori
di uomini ignoranti, da sempre posseduti
con presunzione ignara dal gusto del non essere.

3 commenti:

  1. verissimo tutto quello che dici, però è anche vero che si sono trovate anche persone meravigliose, che hanno dato tutto loro stesse per gli altri. Quindi, vero, è un mondo triste, però ci sono spazi per sperare ancora...ciao e buon anno!

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  2. Buona serata dolcissima Shayra....

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  3. Questa poesia, Caro Renato e' tra i doni più belli che ho ricevuto per il 2008.Grazie, mio Poeta.
    Shayra

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