mercoledì 24 gennaio 2024

Tra pepe e ghiaccio

Chiesa dell'Annunziata 


RE PPÀIPE SE VÈNNE A JÒNZE, 

LA NÀIVE A RÙUTE


Il pepe si vende a once, 

la neve a chili, 

a dire il maggior valore del pepe 

rispetto al ghiaccio; 

metaforicamente il detto 

è riferito a qualche brunetta vivace, 

per esaltare il suo colorito 

di pelle scura, rispetto ai più comuni 

visi languidi delle altre ragazze.


Fonte N. Pice


Io ricordo il mercato scoperto,

frutta e verdura e qualche bancarella 

salumi e affini lungo quella strada, 


vicino ad una chiesa con le scale

ed una piazza con reperti antichi,

raccontano la storia d'una torre


rimossa alla coscienza, seppellita,

con mura antiche poste per difesa.

Nel mercato, memoria non m'inganna


c'era una bancarella piccolina

ai limiti di scala benedetta,

vendeva il pepe macinato o a grani


'na cartecedde de pèpe si diceva,

un piccolo cartoccio quasi un'oncia 

per rendere pietanza più gustosa,


col filo d'olio dei bei campi nostri,

pasta e fagioli, legumi d'altra specie.

un'oncia che misura trenta grammi, 


ordine a giro sopra i maccheroni 

con mozzarella, sugo con polpette 

e la bologna d'arricchire il gusto


iusche lù pèpe gridava quel chiazzere,

per fare avvicinare i compratori,

nulla in confronto di barrette al ghiaccio


a chili si vendeva presso villa,

la fabbrica del ghiaccio ora estinta

per fare posto ai nuovi grattacieli,


Anni sessanta per la via maestra,

erano barre bianche e ben squadrate

lunghezza suppergiù sul metro e passa.


rappresentava mestiere d'estate,

per i ghiaccioli colorati e freschi,

si vendevano in tempo di stagione,


oppure si comprava per le case, 

per rinfrescare in brocca il bottiglione,

del rosso primitivo o cerasuolo.


Tempi estinti d'un tempo passato, 

eppure ancora non dimenticato.


Lorenzo 24.1.24

Nessun commento:

Posta un commento