sabato 23 agosto 2008


Lo sciabordìo delle onde 



Il caldo ci soffocava ma sul terrazzo della mia amica si respirava un bel fresco e aria di serenità.

Stavamo proprio bene noi quattro insieme

Eravamo lì a parlare di tante cose: di noi, del passato, del presente, di aerei, e tra una battuta e l’altra davamo una carezza alla stupenda gattina.

 

Si decise di uscire

- Vi porteremo in un ristorantino dove il pesce è così buono che è impossibile non leccarsi i baffi.

Che la strega, per un suo vezzo irrefrenabile, ci avesse trasformati tutti in gatti?

Mi avvicinai allo specchio per controllare e fui felice di scoprirmi ancora umana.

Pensai - che il pesce sia fresco e buono ci credo ma che io possa leccarmi i baffi è molto improbabile dato che li estirpo con la ceretta -

Andammo in macchina fino al mare, passammo per il porto, il Tevere era bellissimo e le barche erano rientrate da poco trascinando ancora il profumo del mare aperto.

Il locale è molto carino ma non ha tavoli all’aperto per cui dopo aver ordinato le portate la mia amica ed io, accanite fumatrici, ci allontaniamo all’esterno.

C’è un piccolo unico tavolo all’ingresso. È libero. Ci sediamo per peccare in santa pace e gustarci una sana sigaretta, lasciando quei sant’uomini dei nostri mariti a chiacchierare di aerei e di tanka. Il secondo argomento ci lasciò un po’ perplesse, ammettendo che l’avevamo ridotti proprio male…

 

C’era una luna bellissima, la guardammo con infinita ammirazione e trasporto quando la mia amica mi chiese

- Facciamo una quattro mani?

Pensai - si sentirà ispirata in questo momento? sarà l’atmosfera? Boh? non ho mai collaborato in cose simili, ma c’è sempre una prima volta, tanto vale che ci provo -

- Va bene, accetto!

 

Chiedemmo al ristoratore un po’ di fogli, la penna l’avevo… dovevamo solo scrivere.

Buttammo giù qualche verso, l’incipt l’avevamo beccato: la luna,le stelle, l’amore verso un lui immaginario,( ormai i mariti non erano in gioco visto che erano stati infettati da tankite acuta, ) il mare e… lì proprio sul mare ci bloccammo. Un verso restava incompleto poichè non riuscivamo a dare quel suono che era lì sulla punta delle nostre lingue ancora impastate dal sapore degli antipasti proprio di mare. Saranno stati quelli a toglierci la vena poetica?

Ci sforzammo di estrapolare dalle nostre menti indebolite dal caldo e dalle notti insonni, trascorse a chiaccherare ( sempre su quel meraviglioso terrazzo).

Nella mia mente un rammarico infinito. Ah! se ci fosse Vivy!, ci avrebbe certamente salvate, come in una certa occasione, nella quale una divina creatura  ( detta Dora ) ed io ci siamo trovate nelle stessa situazione di blocco mentale per un solo maledetto verso che ci impediva di proseguire il momentaneo cammino poetico.

Vi chiederete quale sia stato il suono che non riuscivamo a trovare. Semplice. Quello dell’onda che s’infrange sulla riva.

Ridemmo come matte, mentre ci sfuggì, colpa dell’ilarità, la parola “sciacquio”

ahahah TERRIBILE, OBROBRIO!!!

La costernazione provata fu interrotta dalla voce dei coniugi che ci richiamavano al tavolo poiché erano arrivati i primi piatti.

Si continuava a ridere come matte ed appena ci venne chiesto il perchè di quelle risa raccontammo il fattaccio spudoratamente… mentre si insinuava una lontana speranza: - che trovino loro il termine che ci sfugge? -

Dio!!! La situazione precipitò maggiormente nell’ilarità quando ci fu suggerito sciacquettio

Ci pensate? Da sciacquio cademmo rovinosamente in sciacquettio.

Per poco non  si incepparono gli spaghetti al cartoccio dentro la trachea.

 

Appena finimmo il lauto pasto ritornammo imperterrite all’esterno, intestardite più che mai a sbloccare quel verso strozzato come gli spaghetti al cartoccio di poco prima.

Entrambe sgranammo il nostro vocabolario come un rosario al nero di seppia ma… nulla!

Ricominciammo a ridere ripensando agli infelici passaggi tra sciacquio, sciacquettio, sciabordio e così via quando, dopo aver compreso che probabilmente non era la serata giusta per poetizzare, mi uscì -Scriviamo sciacquone così lo tiriamo giù sto’ verso e non se ne parla più!!!

E giù risate a più non posso.

La mia amica raccolse tutte le forze per aggrapparsi all’ultimo filo di serietà che era rimasto, e disse:

- dai continuiamo - e col suo adorabile romanesco mi esortò - …’a dovemo fa 'sta quattro mani! -

 

Sapevo che avevamo poche speranze per come sì era messa la serata, ma ci riprovai.

Eravamo lì immerse nel sacro verso ispirato, quando veniamo distratte dalla voce altisonante di un signore che, ad un paio di metri da noi parlava telefono, ed agitatissimo urla:  - …e allora mettigli una supposta!!!

Fu la fine.

Scoppiammo a ridere cosi forte che il tipo si girò verso noi e sorrise come a chiedere scusa per il suo tono di voce.

Sorridemmo di rimando, per ringraziarlo di averci bloccate inesorabilmente, salvandoci da una situazione di grande pathos.

 

E fu cosi che tra uno sciaquio-sciaquettio-sciabordio e una supposta, rinunciammo per quella sera, alla nostra creatività e ci dedicammo per il resto della serata a grandi risate nel ricordare quei momenti di assoluta goliardia.

 

Quella serata fu il sigillo posto su un’Amicizia fatta di parole vere e di sorrisi sinceri.

 

 

 Ultimo0 e Stregattablu

 

 

 

 

 

4 commenti:

  1. Che ridere...
    Non ci posso pensare a quella sera, è stato troppo divertente e quel tipo lì era anche carino!
    Grazie di questa pagina Shay, è un ulteriore regalo per me.
    Bacissimi

    anna

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  2. Già commentata da Stregattablu. Bella intesa. Grazie per commentarmi sempre....Buona serata

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  3. Tu sei sempre la benvenuta nel mio blog, Shayra ;)

    Un saluto a te e ad Anna

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  4. Ciao Shayra...
    siete una coppia esplosiva insieme, fantastiche!

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