mercoledì 18 gennaio 2006


La giornata si annunciava splendida. Erano le sei e un quarto del 3 agosto. Un sole rosso sorgeva sull'aeroporto di Bruxelles-Zaventem. Il Boeing 747 della Sabena atterrò in orario. Mentre i passeggeri, con gli occhi ancora pieni di sonno, scendevano la scaletta per raggiungere le due navette, un controllore in tuta bianca fece il giro dell'apparecchio.
Dal vano del carrello di atterraggio sinistro uscivano tre dita di una mano, aggrappate al bordo della paratia. Il controllore si avvicinò e nel carrello di atterraggio scoprì i corpi rannicchiati di due adolescenti, neri e fragili, con i tratti del viso irrigiditi dal terrore. Erano quelli di Fodé Touré Keita e Alacine Keita, due ragazzi di quindici e quattordici anni, provenienti dalla Guinea, che indossavano solo un paio di pantaloncini, sandali e camicia.
Il vano principale del carrello di un Boeing 747 contiene sedici grosse ruote. Il compartimento, ampio e alto due metri, si può aprire solo dalla cabina di pilotaggio, ma quando l'aereo si trova sulla pista chiunque, purché riesca a eludere la sorveglianza del personale addetto alla manutenzione, può intrufolarvisi.
Durante il volo, a velocità di crociera, un Boeing 747 raggiunge gli undicimila metri; a quell'altezza la temperatura esterna è di cinquanta gradi sotto zero. (fonte: supereva)

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