mercoledì 4 marzo 2015

La bugia

 

Introduzione
 
La verità è tutto ciò corrisponde al vero, quindi autentico, incontrastabile valore supremo di assolutezza, a essa si contrappone la bugia affermazione intenzionalmente contraria alla verità.
E’ una maschera assunta da falsi, ipocriti e ingannatori che cade inesorabilmente.
 
Numerosi scienziati, in seguito ad accurate ricerche, hanno affermato che non solo gli occhi tradiscono chi mente, ma l’intero volto attraverso evidenti segnali ben precisi, perfino la persona più brava a mentire smaschera la sua dissimulazione. Stephen Porter, un ricercatore della Dalhousie University (ad Halifax)  ha sostenuto e dimostrato che, a prescindere dalle emozioni che si tenta di fingere, il nostro viso esprime inconsciamente delle micro-espressioni, cioè dei movimenti facciali di fugace durata che svelano i veri sentimenti; quindi ogni volta che simuliamo una certa emozione, muoviamo muscoli che non solleciteremmo se l'espressione voluta fosse vera, genuina, e viceversa.
 
I cinici credono che la bugia rappresenti una forma d’arte capace di profanare il sacro altare della verità senza complicanze, ma, come afferma Luigi  Pirandello “Nulla è più complicato della sincerità”, infatti la menzogna richiede diverse costanti: buona memoria, prontezza, completo e continuo controllo dell’intero universo di cui fa parte, tutti ingredienti, questi, che la mente umana, soprattutto nella menzogna , non riesce a sostenere nell’immediatezza e nel tempo.
 
Le bugie del bambino
 
Per il bambino la bugia costituisce uno stadio evolutivo e cognitivo, gli consente uno sviluppo che lo condurrà a comprendere il valore e l’importanza della verità. All’età di 3-4 anni non distingue il vero dal falso, il gioco dalla fantasia, l’immaginato dal vissuto.
 
E’ un mezzo innocente per il quale tutto è possibile, solo verso gli otto anni comprende in maniera graduale che dalla bugia può ottenere benefici, da ciò l’intenzionalità.
Il perpetrare delle bugie dopo i sette anni richiede, in alcuni casi, un supporto psicologico, poiché è proprio in questa fase che il bambino comincia a distinguere la differenza tra menzogna e verità, si arricchisce interiormente comprendendo il significato dei valori morali e sociali, soprattutto se sono i genitori e gli educatori a dare il giusto rilievo alla verità.
 
E’ pur vero che sono gli adulti a mentire ai bambini, ma si tratta di circostanze particolari, delicate, che richiedono delle verità un po’ ricercate, poiché ancora non completamente comprensibili, come la domanda spesso posta “ come si fanno i bambini?” La cicogna o il cavolo non rappresenteranno, sicuramente, nel futuro del bambino una menzogna, nel momento in  cui comprenderà i motivi per i quali è stata detta.
 
La bugia dell’adulto 
 
Se nel bambino la bugia rientra in un contesto di “innocente normalità”, nell’adulto assume tutt’altro aspetto, quella della volontarietà, spesso accompagnata dalla premeditazione, tesa verso fini gravi e ben precisi ai quali il mentitore mira. Si mente per ferire, per ledere, per ingannare, per ipocrisia o per tornaconto.
 
La sostanza di una persona consiste nella sua capacità di chiarezza, di rispettare gli altri, di agire con onestà e lealtà.
Mentire significa alterare consapevolmente la verità, ingannare, disonorare la morale e l’individuo. 
 
Nella società passata, frequentemente, la bugia ha messo al rogo presunti eretici e streghe, ha ordito congiure, ha causato misfatti e decapitazioni di reali, ha mistificato credenti e religiosi com’è avvenuto per il connubio paganesimo e cristianesimo.
 
Nella società attuale, è ormai inconfutabile, quanto la bugia faccia da padrona. Eventi dolorosi e turpi azioni, da tutti conosciuti attraverso la realtà quotidiana e i media, hanno rivelato al mondo frodi e illegalità d’ogni genere a spese degli onesti cittadini e di popoli indifesi.
 
La legalità della bugia
 
E’ opinione di molti, vox populi, che nei tribunali degli uomini, vige incontrastata una  “legalità” della menzogna alquanto offensiva per le vittime. E’ noto a tutti quanto l’avvalersi di specifici cavilli,  a norma di legge, siano utili ai criminali per raggirare principi normativi emanati dagli stessi uomini. 
 
In quanti credono, fatta eccezione di quei casi realmente patologici preesistenti, o realmente subentrati, nella reale validità di “improvvise” infermità o seminfermità mentali così dette temporanee?  Sono vere, tutte vere o servono  solo per avvalersi di circostanze e/o attenuanti in presenza di reato? E’ chiara l’indignazione  dell’opinione pubblica quando un criminale s’appella a”precarie” condizioni mentali, vere o false che siano, sopratutto se sono riferite ad azioni delittuose gravi, lesive, oltraggiose verso la persona in generale, e più precisamente verso il bambino, il diversamente abile, le donne, gli animali. I più deboli!
 
Prendiamo atto di alcune legittime domande che si pone la gente:
 
-Che cosa significa il termine temporaneo?- Leggiamo dal dizionario:
“Trattasi di qualcosa che ha durata limitata nel tempo, che non è definitivo; periodo limitato di tempo; in maniera transitoria”
 
-Il termine temporaneo può essere effettivamente  causa o motivo, spesso associato con apparente ed esasperante facilità, a un omicidio? A uno stupro? A qualsiasi altro atto estremo nei confronti di un essere?
-Sarebbe più opportuno parlare di rabbia, di gelosia, d’ira, di pura violenza, senza cercare ragioni psicologiche remote?
 
Chissa!
 
Allora ci si chiede cos’è il raptus? Consultiamo ancora il dizionario.
“Impulso improvviso, spesso violento e aggressivo, che spinge ad agire contro la propria persona o l'altrui”.
 
E’ talmente difficile distinguere la rabbia, la gelosia o ogni altra esplosione violenta dall’intenzionalità?
-Quanto incide la valutazione generale, chiede ancora la massa, sulla distinzione e la compatibilità fra legge e giustizia?
-Quante e quali bugie sono state raccontate  in nome del dio denaro, in nome delle religioni, delle guerre, delle ricerche, del potere assoluto dell’uomo su altre creature e su differenti generi?
 
L’uomo è affitto da quanto accade nella nostra era, non v’è dubbio, almeno su questo!
E intanto subisce per colpa della bugia!
 
Conclusioni
 
La bugia è un atto indegno, deplorevole, maligno, ha molte maschere che, inevitabilmente, provocano dolore, delusione, rammarico, poiché feriscono peggio di una lama inflitta nella schiena.
 
La menzogna è inganno, capace di guardati negli occhi, ma prima o poi abbassa lo sguardo, per questo e altre ragioni non esistono bugie dette a fin di bene, né  mezze verità.
 
La verità comporta un costo ingiusto: l’inaccettabilità, il risentimento, l’irriconoscenza, perché non a tutti è gradita, non vuole essere ascoltata, non tutti l’amano e molti la fuggono, come ha affermato Terenzio “L'adulazione procura amici, la verità genera odio”.
 
La bugia è e resterà un atto privo dì onorabilità, sudicia nella sua consistenza, profanatrice dell’animo umano.
La verità è una nella sua nobile interezza, resterà nel tempo quale valore inestimabile e sacro da tramandare e curare con purezza di spirito.
 
 
 

1 commento:

  1. Un viaggio che spiega in modo esauriente un aspetto dell'anima dell'uomo !

    Complimenti Shayra !

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