Angel by ~ takiostavim
Stanno in coda
davanti a Monumenti imperiali,
corrotti e potenti
sotto la terra nascoste città,
ricche in preziosi di voti
ed offerte per sconto di peccati.
Elemosinano conforto,
ma urla un uomo false parole
dal pulpito d’oro,
mentre ingozza agnelli in giorni di magra.
Chiedono un pezzo di pane raffermo
a smodate avidità.
Hanno il corpo tumefatto e il costato spezzato
da mostri violenti dall’infero risaliti,
trafiggono l’anima di rattoppati silenzi
in resa crudele,
davanti a leggi da pagliaccio vestite,
che apron i cancelli a star assassine,
e fugge da occhi di madre
lacrima amara su giornali affamati.
Sono bimbi violati nel loro candore
e di organi venduti al mercato.
Stanno in bella vetrina dal turismo sessuale,
carne scaduta, straziata,
in case mute dai davanzali inchiodati,
in inchino agli indifferent.i
Sono malati privi di voce, di luce, di suoni
di aria, di tempo, di sangue,
Arti atrofizzati in carrozzelle di piombo,
trascinano orgoglio insegnando la vita
ad ombre distratte.
Dormono in avvolti cartoni di gelo e muffa
picchiati e incendiati,
coperti di sputi,
Tendono sguardi appannati
in deserti di nebbia.
Camminano stanchi su ossa porose,
rughe di saggezza gli imbianca i capelli.
Sono vecchi ingombranti
per disamorate progenie,
sospirano tristi alla vagabonda luna,
al legno usurato e lontano
della natale dimora.
Ululano alla luna nel freddo abbandono
di assenti coscienze,
quanto son belli piccini e carini,
col fiocco alla gola nei giorni festa,
divengono pesi una volta cresciuti,
vietato l’ingresso in valige d’estate
o in morbida neve d'inverno,
meglio la strada o la spazzatura
per gli Amanti dell’uomo
divieto d’accesso!
Barriscono al cielo libertà perduta,
a morir per monili d’avorio.
Ruggiscono al vento l’atroce sparo,
eco rimbomba in eleganti pellicce.
Viandanti distratti tesson parole di vento,
menzogne a castelli per chi disconosce
d’amore un piccolo gesto,
che tengan la bocca cucita
se dicon peccato!
Se tiran la strada tutta in discesa,
senza mai a donar sorriso voltarsi,
carezza o caldo abbraccio.
Sudicio è il mondo,
diritti bruciati in fiamme di rogo,
come tempo d’eretici di streghe e stregoni,
intanto la folla si becca ed uccide,
emana incuranti sentenze
d’umiltà spoglie,
fasciandosi gli occhi,
dimenticando i miei angeli,
nati con un' ala spezzata.
Stanno in coda
davanti a Monumenti imperiali,
corrotti e potenti
sotto la terra nascoste città,
ricche in preziosi di voti
ed offerte per sconto di peccati.
Elemosinano conforto,
ma urla un uomo false parole
dal pulpito d’oro,
mentre ingozza agnelli in giorni di magra.
Chiedono un pezzo di pane raffermo
a smodate avidità.
Hanno il corpo tumefatto e il costato spezzato
da mostri violenti dall’infero risaliti,
trafiggono l’anima di rattoppati silenzi
in resa crudele,
davanti a leggi da pagliaccio vestite,
che apron i cancelli a star assassine,
e fugge da occhi di madre
lacrima amara su giornali affamati.
Sono bimbi violati nel loro candore
e di organi venduti al mercato.
Stanno in bella vetrina dal turismo sessuale,
carne scaduta, straziata,
in case mute dai davanzali inchiodati,
in inchino agli indifferent.i
Sono malati privi di voce, di luce, di suoni
di aria, di tempo, di sangue,
Arti atrofizzati in carrozzelle di piombo,
trascinano orgoglio insegnando la vita
ad ombre distratte.
Dormono in avvolti cartoni di gelo e muffa
picchiati e incendiati,
coperti di sputi,
Tendono sguardi appannati
in deserti di nebbia.
Camminano stanchi su ossa porose,
rughe di saggezza gli imbianca i capelli.
Sono vecchi ingombranti
per disamorate progenie,
sospirano tristi alla vagabonda luna,
al legno usurato e lontano
della natale dimora.
Ululano alla luna nel freddo abbandono
di assenti coscienze,
quanto son belli piccini e carini,
col fiocco alla gola nei giorni festa,
divengono pesi una volta cresciuti,
vietato l’ingresso in valige d’estate
o in morbida neve d'inverno,
meglio la strada o la spazzatura
per gli Amanti dell’uomo
divieto d’accesso!
Barriscono al cielo libertà perduta,
a morir per monili d’avorio.
Ruggiscono al vento l’atroce sparo,
eco rimbomba in eleganti pellicce.
Viandanti distratti tesson parole di vento,
menzogne a castelli per chi disconosce
d’amore un piccolo gesto,
che tengan la bocca cucita
se dicon peccato!
Se tiran la strada tutta in discesa,
senza mai a donar sorriso voltarsi,
carezza o caldo abbraccio.
Sudicio è il mondo,
diritti bruciati in fiamme di rogo,
come tempo d’eretici di streghe e stregoni,
intanto la folla si becca ed uccide,
emana incuranti sentenze
d’umiltà spoglie,
fasciandosi gli occhi,
dimenticando i miei angeli,
nati con un' ala spezzata.
RispondiEliminaIn questi versi affronti temi molto delicati e veri...Piaciuta molto. Grazie per avermi commentato sulla LaMenteEilcuore. Buona serata