Dal gelido inverno mi trascinai
in primavera di spine e sangue
gocciolarono i fianchi
cinti da morsi d’inganno
e cuori peccatori
fuggì lontano così il mio sogno
mentre cadeva a tonfo la cruda realtà
a sbarrarmi gli occhi increduli
e notti e giorni di cemento
alitarono la gola chiusa in pianto
Croci di spade sul petto indifeso
a varcar il senso e il vuoto
sorrisero incoscienti
i corpi nudi d’anima
trafiggendo la mia umana fede
eppur t’amai destino infame
che del cielo fosti aquila
del tempio la colonna
poi plumbea sostanza
che mai fu vera al cuore
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venerdì 11 settembre 2009
Primavera in spine
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ti lascio un abbraccio Gio...
RispondiElimina..io di certo non potrò dimenticare questi versi..
RispondiElimina"fuggì lontano così il mio sogno
mentre cadeva a tonfo la cruda realtà
a sbarrarmi gli occhi increduli
e notti e giorni di cemento
alitarono la gola chiusa in pianto"
bellissima..