martedì 27 novembre 2007



Ci sono momenti in cui la più felice delle mie idee è sparire, dileguarmi nel nulla così il vuoto che mi circonda assume un senso, un motivo per aver estirpato le radici del mio vivere; non più corse affannate in giornate di venti ore, con gli occhi spalancati su un mondo appena tiepido che non ti corrisponde, né il continuo deglutire di quei lunghi momenti in cui continuo a ripetermi porta pazienza, mentre la vita respira ad un passo da me, senza che io possa trattenerla, mentre mediocri menti lamentano dolori inesistenti, espulsioni di volute e frivole debolezze. Il tempo ormai scialbo scivola sul letto del suo fiume senza più ipotesi di ragionevoli tolleranze, mentre tento ancora di liberami dalle catene di quest’inferno per vivere, giusto un po’, senz’affanno. Peccato che il senno non mi abbandoni mai. La patologica perseveranza nell’essere forte ha eroso il mio spirito sedimentario lasciando, solo in rare occasioni, spazio al delirio.
Ricordo la trama di un film, un angelo decide di cadere per assaporare la vita, per essere libero solo per se stesso. Peccato che io non sia un angelo!
( da Deliri coscienti si Shayra )

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