
le albe cieche ai miei occhi
fredda prigione di lacrime asciutte
incatenate a muri gelidi e invalicabili
di parole nude al senso d’incoerenti ragioni
Il cuore sanguina nel silenzio d’una lama
affondata da tempo nel perduto immenso
dell’anima mia sola
Nulla muta il crudo dolore
nemmeno la tua mano
passante
che posi sul tuono del mio tramonto
privo d’orizzonte
Tu non sai quanto è profondo
il mare in cui annego
No, non sai l’abisso del lento finire
quando ti sorrido