© Antica stampa dal mio archivio
Un verbo che s'infrange nei ricordi
un trullo fatto in pietre levigate
posto in quel campo d'avo di quell'era
ricordo il tempo quand'ero fanciullo
e mi portava in campo zia rosina
donna temprata segnata dal fato
un campicello aveva lì dal borgo
un piccolo quadrato un uliveto
d'ordini ottavi secondo parcella
lungo i muretti a secco coltivava
le rose di selvatici carciofi
nel mezzo del campetto quel pagliaro
ove mio nonno riponeva d'arte
gli attrezzi del mestiere di quel tempo
una zappetta a rassodar la terra
l'accetta per tagliare i rami secchi
ed anche i figli ibridi dei tronchi
succhianti il nutrimento ai nuovi frutti
oppure nei momenti di stanchezza
stendeva sulla paglia le sue membra
per ricordare i sogni rinvenienti
del figlio fante prigioniero al campo
per gloria della patria assai lontana
ora quel luogo non è più un concerto
degli alberi fruttuosi o d'uliveti
zona di residenza e animazione
spiriti impressi nei duri travagli
Copyright © riproposta Lorenzo 10.10.10
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