Auguro a tutti i bloggers che il nuovo anno 2006 possa portarvi la realizzazione di tutto cio' che desiderate,un abbraccio a 360°
Blog di Poesia, prosa e approfondimenti. I testi presenti in questo blog sono stati pubblicati in vari libri a nome dell'autrice.I diritti di tutti gli autori sono riservati, poichè sottoposti alla legge che tutela il copyright.Ogni violazione sarà denunciata.
(dipinto ad olio di Attilio Melo - 1998)
Milano sotto la neve fa sentire voci lontane, chiuse tra le finestre di quelle case di via Brera. Un ciclista va di fretta attraversando l'incrocio incurante del pericolo: ma non passa nessuno con questo tempo... non passa nessuno... Si cammina lentamente per rischiare di non cadere e i bimbi nel parco giocano a palle di neve con sorrisi di sole e di luna mentre ridono a crepapelle corsa dopo corsa.
Auto parcheggiate lungo i viali alberati ricoperti del manto nevoso sembrano ferme da secoli ad aspettare i proprietari che le hanno abbandonate senza rispetto e senza tempo.
Intanto un tram fa sentire la sua campana, la suona per richiamare l'attenzione che qualcosa ancora si muove in questa candida giornata milanese. Pochi passeggeri e quei pochi sono annoiati, stanchi del solito viaggio quotidiano. Vogliono tornare a casa nel caldo dei loro focolai, dietro quelle finestre che guardano curiose e sbiadite su una strada di Milano.
Ve lo dico con il cuore e con un sussur lieve pieno di candore. Il Natale è arrivato e nelle nostre anime è nato! E' nato il sol splendente che dovrà brillare perchè solo con esso si può amare.
Venite gente! Accorrete! Decoriamo quell'abete con luci e color che ci portano a volar come stelle comete.
Tanti auguri di Buon Natale a tutti voi giungano dentro le vostre case con tutto il calor.
Caino e Abele.
Anche chi non e' credente conosce il racconto biblico
di Caino e Abele.In effetti la storia degli uomini scaturisce da un
assassinio, dalla trasgressione, dalla colpevole rottura del legame
di sangue. Caino uccide il fratello Abele. "Che hai fatto?" -
dice il Signore nel libro della Genesi - "la voce di sangue di tuo
fratello grida a me dal suolo. Ora sii maledetto. Ramingo e
fuggiasco sarai sulla terra".E fu' cosi' che comincio' a dissolversi
il legame della fratellanza e la costituzione della società umana.
Dal punto di vista sociale potrei affermare che la fratellanza potrebbe
anche definirsi fraternità,quindi dovrebbe nascere in un contesto per
l'appunto "sociale" che è la comunanza verso la propria condizione
di mortali; siamo tutti creature di un unico creatore e tutti partecipi
di un destino. Leggo in un passo de Il Corano: "...siate uniti come fratelli",
belle parole ma restano purtroppo tali. Innanzitutto l'idea di fraternità,
di fratellanza, col passare del tempo si coniuga sempre meno con l'idea
di solidarietà. Viviamo quotidianamente fianco a fianco,condividiamo
le nostre vite,le persone care,la famiglia,gli amici,il posto di lavoro,
lo stabile in cui abitiamo,il rione,la citta',la regione,l'Italia,la chat,il blog ..
eppure del vero spirito di fratellanza e di solidarieta', intese in senso lato,
non si vede neanche l'ombra,fatta eccezione per alcuni casi sempre piu' rari;
eppure non perdiamo occasione per offenderci,per ferirci,a volte per ucciderci dentro,eppure lasciamo che la nostre labbra scandiscano parole dal sapore
di facili giudizi,di incomprensione ma peggio ancora di chiusura mentale
per colpa di quel velenoso perbenismo di cui siamo soliti vestirci,
di quella sadica indifferenza, di quella mala pianta di egoismo i cui frutti,
ormai, sembrano esserci entrati nelle vene. Dunque esistono due
pericolose malattie virali al tempo d'oggi: l'ipocrisia e l'indifferenza
che a mio avviso non sono degli "status" genetici da sottovalutare,
ma portatrici di gravi danni in tutte le forme di comunita'.
Persino Karl Marx, nel 1850,teorico della solidarietà, seppur militante,
diceva che la parola fratellanza dava un'immagine quasi idilliaca della
società tanto da offuscare la necessità di quel momento: il conflitto sociale.
Ed e' a queste ultime parole che va' il mio riferimento ed il mio pensiero.
Un tempo queste sarebbero state la definizione piu' addolcita di GUERRA,
oggi sono riferite al nostro "modus vivendi". Probabilmente l'idea di
solidarietà come l'abbiamo pensata finora ha un che di astratto e di utopistico,
mentre l'idea di comunità potrebbe e sottolineo potrebbe
(se solo si volesse veramente) dimostrarsi la base per una
solidarietà concreta. Cioè dovremmo amare coloro che ci sono vicini,
poi allontanandocene per cerchi concentrici, via via abbracceremmo
mondi sempre più vasti. Questa credo dovrebbe essere l'unica strada
per poter concretizzare la solidarietà, altrimenti rimarremmo in questo
codice di pseudopacifismo universale che ci porta fuori dalla realtà,
poiché il pacifismo,ed intendo l'amore per il quieto vivere comune,
dalla piccola comunita' al mondo intero,non è il rimedio e il toccasana
del mondo; mai nessun pacifismo ha sconfitto la crudeltà.
È necessario dunque uscire da questa dimensione apparentemente
nobile,ma astratta della solidarietà,per entrare in una dimensione
più realistica dove il legame comunitario sta alla base di una vera
solidarietà, perché bisogna armarsi di sani e veri sentimenti per combattere la crudeltà:l'assenza totale di spirito di fratellanza e di solidarieta'.