Introduzione
La verità è tutto ciò corrisponde al vero, quindi
autentico, incontrastabile valore supremo di assolutezza, a essa si contrappone
la bugia affermazione intenzionalmente contraria alla verità.
E’ una maschera assunta da falsi, ipocriti e
ingannatori che cade inesorabilmente.
Numerosi scienziati, in seguito ad accurate ricerche,
hanno affermato che non solo gli occhi tradiscono chi mente, ma l’intero volto
attraverso evidenti segnali ben precisi, perfino la persona più brava a mentire
smaschera la sua dissimulazione. Stephen Porter, un ricercatore della Dalhousie
University (ad Halifax) ha sostenuto e dimostrato che, a prescindere
dalle emozioni che si tenta di fingere, il nostro viso esprime inconsciamente
delle micro-espressioni, cioè dei movimenti facciali di fugace durata che
svelano i veri sentimenti; quindi ogni volta che simuliamo una certa emozione,
muoviamo muscoli che non solleciteremmo se l'espressione voluta fosse vera,
genuina, e viceversa.
I cinici credono che la bugia rappresenti una forma
d’arte capace di profanare il sacro altare della verità senza complicanze, ma,
come afferma Luigi Pirandello “Nulla è più complicato della sincerità”,
infatti la menzogna richiede diverse costanti: buona memoria, prontezza,
completo e continuo controllo dell’intero universo di cui fa parte, tutti
ingredienti, questi, che la mente umana, soprattutto nella menzogna , non
riesce a sostenere nell’immediatezza e nel tempo.
Le bugie del bambino
Per il bambino la bugia costituisce uno stadio
evolutivo e cognitivo, gli consente uno sviluppo che lo condurrà a comprendere
il valore e l’importanza della verità. All’età di 3-4 anni non distingue il
vero dal falso, il gioco dalla fantasia, l’immaginato dal vissuto.
E’ un mezzo innocente per il quale tutto è possibile,
solo verso gli otto anni comprende in maniera graduale che dalla bugia può
ottenere benefici, da ciò l’intenzionalità.
Il perpetrare delle bugie dopo i sette anni richiede,
in alcuni casi, un supporto psicologico, poiché è proprio in questa fase che il
bambino comincia a distinguere la differenza tra menzogna e verità, si
arricchisce interiormente comprendendo il significato dei valori morali e
sociali, soprattutto se sono i genitori e gli educatori a dare il giusto
rilievo alla verità.
E’ pur vero che sono gli adulti a mentire ai bambini,
ma si tratta di circostanze particolari, delicate, che richiedono delle verità
un po’ ricercate, poiché ancora non completamente comprensibili, come la
domanda spesso posta “ come si fanno i bambini?” La cicogna o il cavolo non
rappresenteranno, sicuramente, nel futuro del bambino una menzogna, nel momento
in cui comprenderà i motivi per i quali è stata detta.
La bugia dell’adulto
Se nel bambino la bugia rientra in un contesto di
“innocente normalità”, nell’adulto assume tutt’altro aspetto, quella della
volontarietà, spesso accompagnata dalla premeditazione, tesa verso fini gravi e
ben precisi ai quali il mentitore mira. Si mente per ferire, per ledere, per
ingannare, per ipocrisia o per tornaconto.
La sostanza di una persona consiste nella sua capacità
di chiarezza, di rispettare gli altri, di agire con onestà e lealtà.
Mentire significa alterare consapevolmente la verità,
ingannare, disonorare la morale e l’individuo.
Nella società passata, frequentemente, la bugia ha
messo al rogo presunti eretici e streghe, ha ordito congiure, ha causato
misfatti e decapitazioni di reali, ha mistificato credenti e religiosi com’è
avvenuto per il connubio paganesimo e cristianesimo.
Nella società attuale, è ormai inconfutabile, quanto
la bugia faccia da padrona. Eventi dolorosi e turpi azioni, da tutti conosciuti
attraverso la realtà quotidiana e i media, hanno rivelato al mondo frodi e
illegalità d’ogni genere a spese degli onesti cittadini e di popoli indifesi.
La legalità della bugia
E’ opinione di molti, vox populi, che nei tribunali
degli uomini, vige incontrastata una “legalità” della menzogna alquanto
offensiva per le vittime. E’ noto a tutti quanto l’avvalersi di specifici
cavilli, a norma di legge, siano utili ai criminali per raggirare
principi normativi emanati dagli stessi uomini.
In quanti credono, fatta eccezione di quei casi
realmente patologici preesistenti, o realmente subentrati, nella reale validità
di “improvvise” infermità o seminfermità mentali così dette temporanee?
Sono vere, tutte vere o servono solo per avvalersi di circostanze
e/o attenuanti in presenza di reato? E’ chiara l’indignazione
dell’opinione pubblica quando un criminale s’appella a”precarie” condizioni
mentali, vere o false che siano, sopratutto se sono riferite ad azioni
delittuose gravi, lesive, oltraggiose verso la persona in generale, e più
precisamente verso il bambino, il diversamente abile, le donne, gli animali. I
più deboli!
Prendiamo atto di alcune legittime domande che si pone
la gente:
-Che cosa significa il termine temporaneo?- Leggiamo
dal dizionario:
“Trattasi di qualcosa che ha durata limitata nel
tempo, che non è definitivo; periodo limitato di tempo; in maniera transitoria”
-Il termine temporaneo può essere effettivamente
causa o motivo, spesso associato con apparente ed esasperante facilità, a
un omicidio? A uno stupro? A qualsiasi altro atto estremo nei confronti di un
essere?
-Sarebbe più opportuno parlare di rabbia, di gelosia,
d’ira, di pura violenza, senza cercare ragioni psicologiche remote?
Chissa!
Allora ci si chiede cos’è il raptus? Consultiamo
ancora il dizionario.
“Impulso improvviso, spesso violento e aggressivo, che
spinge ad agire contro la propria persona o l'altrui”.
E’ talmente difficile distinguere la rabbia, la
gelosia o ogni altra esplosione violenta dall’intenzionalità?
-Quanto incide la valutazione generale, chiede ancora
la massa, sulla distinzione e la compatibilità fra legge e giustizia?
-Quante e quali bugie sono state raccontate in
nome del dio denaro, in nome delle religioni, delle guerre, delle ricerche, del
potere assoluto dell’uomo su altre creature e su differenti generi?
L’uomo è affitto da quanto accade nella nostra era,
non v’è dubbio, almeno su questo!
E intanto subisce per colpa della bugia!
Conclusioni
La bugia è un atto indegno, deplorevole, maligno, ha
molte maschere che, inevitabilmente, provocano dolore, delusione, rammarico,
poiché feriscono peggio di una lama inflitta nella schiena.
La menzogna è inganno, capace di guardati negli occhi,
ma prima o poi abbassa lo sguardo, per questo e altre ragioni non esistono
bugie dette a fin di bene, né mezze verità.
La verità comporta un costo ingiusto:
l’inaccettabilità, il risentimento, l’irriconoscenza, perché non a tutti è
gradita, non vuole essere ascoltata, non tutti l’amano e molti la fuggono, come
ha affermato Terenzio “L'adulazione procura amici, la verità genera odio”.
La bugia è e resterà un atto privo dì onorabilità,
sudicia nella sua consistenza, profanatrice del puro animo umano.
La verità è una e una soltanto nella sua nobile interezza, resterà
nel tempo quale valore inestimabile e sacro da tramandare e curare con integrità
di spirito.