lunedì 30 gennaio 2006

In assenza di parole la voce si ferma in gola anche se il tuo cuore vorrebbe parlare,esprimi pensieri altrui che senti tuoi.La vita si ripete....


domenica 29 gennaio 2006

venerdì 27 gennaio 2006

L’orrore



 



Non occorrono parole ne’ basta solo ricordare affinche’ non accada mai piu’.




Gli abitanti di Weimer in visita a Buchenwald





Campo di concentramento di AUSCHWITZ - BIRKENAU (Polonia)




 


Dai Campi di sterminio nazisti tornò un deportato su dieci.


SHOAH





 







MAI PIU!




martedì 24 gennaio 2006

Spesso le parole non rappresentano esattamente i nostri pensieri,quelli piu' profondi,nascosti nell'anima che vive in un'abisso tra luci ed ombre,tra silenzi appena spezzati da una voce che pronuncia il tuo nome,da un sussulto del cuore mentre ti attraversa un'emozione...un'attimo ed e' gia' passata.Momenti che non tornano,gli e' concesso solo di somigliarsi...


Il pensiero è una nuvola che passa, corre via veloce sospinta dal vento...l'attimo di guardare ed è già passato...
Pensieri che corrono, pensieri che camminano, pensieri che rimangono nell'ibrido mondo sospeso delle incertezze e delle indecisioni.
Pensieri labili, pensieri disumani, pensieri d'amore e di odio, pensieri mai pensati...
Definire un pensiero non è cosa da poco perchè nel momento in cui io scrivo il pensiero è scivolato via, altri ne stanno arrivando...forse dentro questo mondo.

sabato 21 gennaio 2006

Son rientrata poco fa' dal lavoro e prima di posare le  mie stanche membra passo di qui per augurare a tutti gli amici di splinder un bellissimo fine settimana,divertitevi perche' il lunedi' arriva sempre(per fortuna ehehehe)un bacione


mercoledì 18 gennaio 2006


La giornata si annunciava splendida. Erano le sei e un quarto del 3 agosto. Un sole rosso sorgeva sull'aeroporto di Bruxelles-Zaventem. Il Boeing 747 della Sabena atterrò in orario. Mentre i passeggeri, con gli occhi ancora pieni di sonno, scendevano la scaletta per raggiungere le due navette, un controllore in tuta bianca fece il giro dell'apparecchio.
Dal vano del carrello di atterraggio sinistro uscivano tre dita di una mano, aggrappate al bordo della paratia. Il controllore si avvicinò e nel carrello di atterraggio scoprì i corpi rannicchiati di due adolescenti, neri e fragili, con i tratti del viso irrigiditi dal terrore. Erano quelli di Fodé Touré Keita e Alacine Keita, due ragazzi di quindici e quattordici anni, provenienti dalla Guinea, che indossavano solo un paio di pantaloncini, sandali e camicia.
Il vano principale del carrello di un Boeing 747 contiene sedici grosse ruote. Il compartimento, ampio e alto due metri, si può aprire solo dalla cabina di pilotaggio, ma quando l'aereo si trova sulla pista chiunque, purché riesca a eludere la sorveglianza del personale addetto alla manutenzione, può intrufolarvisi.
Durante il volo, a velocità di crociera, un Boeing 747 raggiunge gli undicimila metri; a quell'altezza la temperatura esterna è di cinquanta gradi sotto zero. (fonte: supereva)

© 2003 Gruppo Editoriale Il Saggiatore

domenica 15 gennaio 2006

 by Selenna.splinder.com


Vita


Attingi dalle mie piccole mani


Il respiro di un'anima


Il battito d'un cuore


L' acceso sguardo


La febbrile carezza


L'eterno attimo


Ti offriro'


Ancora


I frammenti


Del mio essere.

sabato 14 gennaio 2006

dal mio blog amicofedele per coloro che amano gli animali.


Preghiera del cane



Prima di adottarmi rifletti bene,non desidero essere un peso per te,
percio' ricorda che ho bisogno solo di un po' cura.
Ogni volta che mi separi da te per e' una grande sofferenza,
quindi ti prego non farmi vivere l'abbandono.
Lasciami il tempo di capire cosa desideri da me.
Riponi in me la tua fiducia,perche' io vivo di questo.
Sono pronto a dare la mia vita per te.
Non essere in collera con me e non rinchiudermi per castigarmi,
ne' legarmi ad una catena.
Tu hai la tua vita,il tuo lavoro,il tuo divertimento e la tua gioia:
io,invece,ho solo te.
Parla con me qualche volta,adoro sentire la tua voce,
posso capirti sai??
Comprendo quando sei triste,quando sei stanco,
e mi accuccio accanto a te per farti sentire
che "ci sono".
Non picchiarmi,non giudicarmi svogliato,cocciuto,pigro:
forse mi hai malnutrito,o forse mi hai lasciato troppo a
lungo al sole o forse il mio cuore si sta consumando.
La mia vita non e' lunga,abbi cura di me come io ne avro'
di te e della tua famiglia.
Trattami con riguardo quando saro' vecchio perche'
un giorno lo sarai anche tu.
Qualsiasi momento difficile affrontalo con me.
Non dire mai:"questo non lo voglio vedere" o "fatelo in
mia assenza"....Tutto sara' piu' facile con te vicino...

mercoledì 11 gennaio 2006


La tua bocca e' un dolce richiamo che mi sconvolge.
Vorrei baciarti fino a farti mancare il respiro.
Il tuo corpo scatena in me voglie irrefrenabili.
Vorrei stringerti fino a sentire il tuo
calore col mio una cosa sola.
Ti voglio,ti desidero.
Voglio entrare fino in fondo alla tua anima per farti
gridare il mio
nome all'infinito.

martedì 10 gennaio 2006


Mi rivedo dentro quella bolla di sapone, chiuso e ovattato. Dall'esterno nessun rumore. Solo immagini.
Brevi fotogrammi di film in bianco e nero corrono velocissimi sullo schermo della mia anima.
Non ho tempo per nessuno e per niente, sto solo bene dentro questo involucro al sicuro e protetto da ogni forma di violenza morale e psichica.
Se fuori ci sono le guerre, io ho la pace, se fuori ci sono tuoni io ho il sereno.
Tanto più mi compiaccio di starmene rinchiuso qua, tanto meno riesco a vedere il mondo con i suoi colori e le sue armonie. Il mondo reale là fuori dalla virtuale repressione del mio esistere

giovedì 5 gennaio 2006

mercoledì 4 gennaio 2006

...Infine gli eserciti della Chiesa sottomisero anche lo Stato di Dolgravia. Come già nelle altre terre conquistate il Papato emise una bolla che aboliva la poligamia. Tutti gli uomini con più di una moglie avevano sette giorni di tempo per indicare quale volevano mantenere. Poiché il Pontefice era misericordioso, le donne scartate non avrebbero dovuto sopportare il dolore: i messi inviati in tutte le case a certificare la scelta le avrebbero decapitate all'istante. Se qualche uomo avesse rifiutato di decidere sarebbe stato ucciso anche lui insieme con le sue mogli, quante fossero.

Era lunedì, i messi carnefici avrebbero fatto il loro giro la domenica mattina.

Il cittadino Ario di mogli ne aveva tre e non sapeva quale salvare. Concesse a ciascuna due giorni di tempo per convincerlo. Adea ebbe in sorte il lunedì e il martedì e cercò di ammaliarlo con il sesso. Gli procurò una notte di quarantotto ore, in cui nulla fu proibito e tutto concesso. Lo restituì alle altre, pensò, sazio e di niente più desideroso.

Brivia, che sola gli aveva dato una discendenza, si giocò la carta dei figli. Trascorse il mercoledì e il giovedì facenosene scudo, mostrando quanto li amava, riamata. Senza di lei sarebbero stati poveri orfani e lui padre sciagurato.

Al venerdì e al sabato Crèmia non si fece trovare. Puntò tutto sull'eterna imbecillità degli uomini che pensano di desiderare più di ogni altra cosa quella che non possono avere. Lasciò Ario solo nella grande camera, fremente d'assenza, farcito del suo incolmabile vuoto.

La domenica mattina i messi carnefici bussarono alla porta. Ario aprì. Al suo fianco stavano Adea, statuaria, coperta di un trasparente nonnulla e Brivia, aggrappata ai suoi bambini. Il capocarnefice consultò lo stato di famiglia, vide che una mancava.

"Dunque la scelta è fatta", dedusse e proclamò, non avendo tempo da perdere. Mentre lo diceva, già la sciabola falciava la testa di Adea e Brivia. I bambini urlarono: avevano perduto la madre. Ario urlò: aveva perduto l'amante. Sentì dei passi alle spalle e si volse: era Crèmia, ora e per sempre sua moglie. Adesso che lei c'era, e sempre ci sarebbe stata, si rendeva conto di averla sempre detestata.